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"Salus populi - Epidemia e cura dalle carte d'archivio al cinema" - SOSPESA CAUSA DPCM

Alla Gancia di Palermo una mostra documentaria sul tema delle pandemie rappresentate nel Cinema

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Quando
da giovedì 22 ottobre a giovedì 14 gennaio 2021

Fino al 14 gennaio 2021, presso l'Archivio di Stato di Palermo alla "Gancia" avrà luogo la mostra "Salus populi - Epidemia e cura dalle carte d’archivio al cinema".
La mostra sarà visitabile nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 09,30 alle ore 12,30.

L'Oratorio del Settecento magnificamente adornato dai preziosi stucchi barocchi di scuola serpottiana nell'ex convento di Santa Maria degli Angeli detto della "Gancia", attualmente una delle sedi della Soprintendenza Archivistica della Sicilia - Archivio di Stato di Palermo, fa da cornice alla mostra "Salus populi. Epidemia e cura: dalle carte d’archivio al cinema".

L'esposizione temporanea verte sulle pandemie nel cinema. Quella delle epidemie è una tematica che irrompe quotidianamente nel nostro presente per via del Covid-19, caratterizzando interi periodi e condizionando l’economia, la politica e lo sviluppo culturale delle popolazioni colpite.

La mostra si sviluppa attraverso cinque suggestive opere cinematografiche selezionate da ASCinema, tutte di particolare valore e con contenuti relativi ad epidemie (Peste o Colera).

"Salus populi - Epidemia e cura dalle carte d’archivio al cinema"

I film saranno rappresentati da materiali cartacei molto rari ed inediti - cineromanzi, cinefumetti, manifesti di vario formato, foto di scena, brochure, etc. - e sono tratti da opere letterarie multi-identitarie: quella siciliana è rappresentata da "La storia di una capinera" (1943), film tratto dal romanzo di Giovanni Verga, con la regia di Gennaro Righelli, contestualizzato durante l'epidemia del colera, proveniente dall'India, che comparve in Italia per la prima volta nel 1835 nelle regioni settentrionali, scendendo velocemente lungo tutta la Penisola per arrivare in Sicilia nel 1837, dove assunse un andamento molto più virulento che altrove e dove uccise ben 69.250 persone.

Uno spaccato di respiro nazionale è narrato ne "I promessi sposi" (1941) e ne "Il ponte dei sospiri" (1940).
La prima opera è del regista Mario Camerini ed è la trasposizione in chiave cinematografica dell'omonimo romanzo ottocentesco di Alessandro Manzoni i cui capitoli XXXI-XXXII sono interamente occupati da una digressione storica che ricostruisce la diffusione della peste. 

"Il ponte dei sospiri" è, invece, una storia d’amore contrastata tra Rolando ed Eleonora, figlia del Doge. Siamo nella Venezia del XVI martoriata dalle scorribande turche e dalle pestilenze diffuse tra la popolazione veneziana dalla pirateria turca. Ispirato dal romanzo dello scrittore francese Michel Zevago, è diretto da Mario Bonnard.

Nel film "Il settimo sigillo" (1957) - tratto da una pièce de théâtre dello stesso regista svedese Ingmar Bergman - l'orrore della peste, il buio dell'ignoranza, la cieca superstizione e il fanatismo religioso spiccano nello scenario apocalittico, in quella terra natale in cui il nobile cavaliere scandinavo ritorna.

E per finire, "La maschera della morte rossa" (1964), film tratto da un racconto di Edgar Allan Poe e diretto da Roger Corman ed ambientato nel Medioevo che racconta della grande pestilenza che avrebbe desolato l’intera Europa per anni e anni a partire dal bacino del Mediterraneo e che avrebbe raggiunto anche la Sicilia nell’ottobre del 1347, dando luogo ad una pandemia di circa quattro secoli.

La mostra sarà accompagnata dalla proiezione di un film-loop contenente le scene più significative dei film presentati, più un documentario sull'influenza spagnola d'inizio Novecento che verrà proiettato ad oltranza.

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