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"Tra Patria ed etnoantropologia". Pandolfini, Pitrè e Patiri

A Termini Imerese una conferenza su tre intellettuali legati da un denominatore comune: "L'Amor per le Belle Lettere"

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Quando
giovedì 05 dicembre 2019

Per celebrare il 90° anniversario della morte di Francesco Denaro Pandolfini (1843-1929), si terrà a Termini Imerese, giovedì 5 dicembre 2019 alle ore 18.00, presso il Circolo "Stesicoro" (Corso Umberto e Margherita n.68), la conferenza dal titolo: "Tra patria ed etnoantropologia".
La manifestazione, la decima in ordine cronologico, rientra nel ciclo delle conferenze dedicate al paletnologo, etnologo e studioso di storia locale Giuseppe Patiri (1846-1917). 

Il Pandolfini, secondo Ignazio Candioto ("Civitas Splendidissima" Termini Imerese), fu profondo amico di Giuseppe Pitrè (1841-1916) folclorista filologo, e fondatore in Sicilia della "demopsicologia".

Anche Giuseppe Patiri, referente a Termini Imerese del Pitrè fornì a quest'ultimo informazioni inerenti al folclore termitano, contribuendo alla realizzazione dell'opera "Usi e costumi. Credenze e pregiudizi del popolo siciliano". Inoltre, esiste un inedito carteggio tra Patiri e Pitrè che si conserva presso gli eredi del primo.

Questi esimi studiosi hanno dato ampio lustro alla città di Termini Imerese e Palermo sia in patria che all'estero. 

Il programma della conferenza:
Saluti -
Dott. Eugenio Di Stefano (Presidente del Circolo Culturale "Stesicoro").
Relatore: Christian Pancaro (Studioso di tradizioni popolari) - "Giuseppe Pitrè e le corrispondenze".
Introduce e modera: Prof. Agostino Moscato (Comitato celebrazioni centenario morte Giuseppe Patiri).
Sarà presente: Dott. Girolamo Di Fazio (Commissario Straordinario della Città di Termini Imerese).

Francesco Denaro Pandolfini

Francesco Denaro Pandolfini - Nacque nel 1843 e fu educato nel nostro liceo al culto della Patria e della libertà. Da studente liceale, partecipò alle sommosse antiborboniche del 1860, distinguendosi per audacia e generosità. A soli 24 anni, si diede all'insegnamento delle lettere presso alcune scuole di Palermo e contrasse alcune amicizie con personaggi particolarmente autorevoli di quella città, come Pitrè e il Marinuzzi. Mortogli il padre, tornò a Termini dove resse per ben 32 anni la direzione didattica, dedicandosi anche alla letteratura. Scrisse parecchie opere di poesia e le "Cronache terminesi dell'anno 1860", un'opera polemica contro il gruppo patriottico che faceva capo a Liborio Arrigo. Morì nel 1929, tra il compianto di tutti coloro che lo conobbero, a lui è dedicata una via cittadina [e una scuola N.d.R]. (Biografia tratta da Ignazio Bisesi - Termini nostra - Faso & Trumbadore Editori, 1980).

Giuseppe Pitrè

Giuseppe Pitrè - Nacque a Palermo il 21 dicembre del 1841 e fu il più grande filologo della cultura letteraria siciliana. Profonda e complessa la sua ricerca per riportare al suo significato originario i vocaboli del variegato dialetto siciliano. Dettagliato fino a sfiorare la pignoleria il suo studio sulla fonetica e sulla forma alfabetica che differenziano il linguaggio da comune a comune distanti a volte solo pochi chilometri, ma già profondamente diversi. Apprezzatissimo ispiratore di Luigi Capuana e Giovanni Verga. Fu anche medico. Scrisse fiabe, novelle e racconti popolari in dialetto siciliano. Celeberrime le Storie di Giufà. Fu eletto socio dell'Accademia della Crusca e per i suoi innumerevoli meriti fu nominato senatore del Regno. Morì a Palermo il 1 aprile del 1916, lasciando un ricchissimo patrimonio letterario alla Sua Sicilia. (Note biografiche a cura di Giovanni Sammataro).

Giuseppe Patiri

Giuseppe Patiri (1846 -1917) - Paletnologo, etnologo e studioso di storia locale siciliano. Il Prof. Giuseppe Patiri, fu un illustre socio in seno della benemerita "Società del Carnevale". Infatti, oltre ad esserne il promotore, egli fu anche il referente ufficiale a Termini Imerese dell'antropologo Giuseppe Pitrè fondatore in Sicilia della "demopsicologia" e che insieme al folclorista - filologo Salvatore Salomone Marino, diedero origine all'Archivio per lo studio delle tradizioni popolari. 

Giuseppe Longo

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