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Canto perché l’amor non passa

Nell'ambito del XIV Festival di Musica Antica di Gratteri

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Quando
domenica 30 agosto 2020

Il XIV Festival di Musica di Gratteri, organizzato dall’associazione MusicaMente con il Contributo del Comune di Gratteri , è tra i pochi Festival in Sicilia a confermare l’edizione 2020. La realizzazione degli spettacoli all’aperto  e la scelta di coinvolgere artisti residenti in Sicilia ha agevolato inoltre  le misure sanitarie anti-Covid previste dalla normativa sullo spettacolo dal vivo.
La scelta culturale che sta alla base dell'iniziativa diretta da Paolo Rigano è quella  di coniugare musica di qualità e promozione del territorio, attraverso un percorso che offre l'opportunità di ascoltare ed apprezzare alcune tra le più belle partitura di musica antica e di conoscere e riscoprire luoghi storici e suggestivi del Parco delle Madonie, dove sorgono importanti e bellissimi esempi di monumenti storici. Consolidatosi nel corso degli anni, il Festival appartiene ormai al patrimonio culturale della città di Gratteri e della Sicilia: un successo determinato dalla qualità dei concerti, dalla significativa affluenza di pubblico e di allievi dello Stage provenienti da tutta Europa.

Domenica 30 Agosto alle 21.00 sempre a Piazza Monumento concluderà il Festival lo spettacolo "Canto perché l’amor non passa". Protagonisti Debora Troìa (voce), Paolo Rigano (chitarra barocca), Silvio Natoli (tiorba, colascione), Cinzia Guarino (clavicembalo) e Giuseppe Valguarnera (percussioni).

Lo  spettacolo attraverso la musica e la recitazione mira a ricreare l'atmosfera sei-settecentesca del sud Italia durante la dominazione spagnola. Lo spettacolo è frutto di una ricerca storica di Paolo Rigano sulle musiche italiane e spagnole del periodo, che vengono eseguite con gli affascinanti strumenti dell'epoca e la corretta tecnica esecutiva. Il testo recitato è tratto dal racconto “Canto perchè l’amor non passa” di Gianfranco Perriera. Con l’ingresso a Napoli delle truppe di Ferdinando il Cattolico, nel Maggio del 1503, il Regno delle due Sicilie era passato alla corona d’Aragona ed iniziava un’amministrazione spagnola che sarebbe durata duecento anni.

Il consolidarsi della dominazione in molte parti della nostra penisola ed il conseguente stabilirsi di viceré e governatori, di luogotenenti principeschi con tutto il loro seguito importato dal paese natio, generò uno scambio culturale e un flusso di artisti e musica tra l’Italia meridionale e la Spagna; queste due culture non solo erano accomunate dalla matrice cattolica, ma rappresentavano da secoli un baluardo stesso della cristianità; inoltre la dominazione iberica aveva lasciato profondi segni linguistici,culturali e stilistici. In molti casi, come nel caso del repertorio di danze e musiche popolari si verificò una ardita e affascinante operazione culturale che vide il fondersi degli elementi musicali della tradizione spagnola con suoni e colori delle culture popolari dell’Italia meridionale.

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