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La Festa di li schietti di Terrasini

Da più di 200 anni i celibi di Terrasini festeggiano una ricorrenza legata al culto dell'albero e al risveglio della natura

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Quando
da sabato 16 aprile a domenica 24 aprile 2022

La FESTA DI LI SCHIETTI A TERRASINI, unica nel suo genere, ha come protagonista indiscusso l’albero di arancio amaro (melangolo). E' una prova di destrezza con la quale il giovanotto "schetto" (scapolo) dimostra la sua abilità e la forza fisica in modo da impressionare la ragazza dei suoi sogni ed arrivare a conquistarne il cuore. Per far ciò egli solleverà un albero di arancio amaro del peso di 50/55 Kg e, mantenendolo alzato ed in equilibrio con una sola mano, lo farà roteare più tempo possibile, dimostrando la sua forza e la sua virilità.

La festa risale dalla seconda metà dell'800 ai primi del '900 e richiama le feste primaverili pagane. E' la festa della rinascita dove l'albero rappresenta la vegetazione ed è partecipe della natura intera come simbolo della fecondità che si rigenera senza interruzione. La festa viene organizzata da un comitato anticamente chiamato “Dubitazione”, costituito da un gruppo di scapoli che ha il compito di redigere il programma della manifestazione.

Il rituale vero e proprio comincia il Sabato Santo quando, il comitato degli schietti, si reca in uno dei giardini di Contrada Paternella, per il taglio dell’albero. L’autenticità della celebrazione è garantita dalla cerimonia del taglio e da quella del sacrificio del montone. Si prepara così un banchetto a cui tutti sono invitati a partecipare per la tradizionale “manciata” a base di carne di castrato e sarde arrostite, il tutto accompagnato da un buon vino locale.

Dopo essere stato tagliato l’albero è opportunamente addobbato con fazzoletti rossi, nastri colorati e ciancianeddi, cioè campanellini usati per i finimenti dei cavalli. Anticamente nell’albero venivano disposti i cosiddetti “aineddi”, piccoli ornamenti costituiti da figure di agnellino modellati con formaggio tenero. Così addobbato l’albero viene portato in giro su di un carro trainato da un cavallo riccamente bardato con finimenti per le feste. A seguito del carro si riunisce una folla di ragazzini e di giovani che accompagna il comitato degli schietti.

Finalmente arriva la domenica e fin dalle prime ore dell’alba gli schietti lavorano per dare gli ultimi ritocchi all’albero, pronto così a ricevere la benedizione del parroco del Duomo dopo la celebrazione della prima Messa. Inizia così il suo viaggio per le vie del paese dove, chi lo desidera, può alzare l’albero versando un’offerta. Le finestre, i balconi ed i terrazzi si riempiono di donne, bambini ed anziani desiderosi che almeno un’alzata dell’albero gli sia dedicata. L’alzata più importante è quella fatta sotto il balcone della fidanzata, la “zita”. 

Mentre un tempo la festa si concludeva all’ora di pranzo della domenica, oggi l’alzata dell’albero continua nel pomeriggio in piazza Duomo con l’intervento di commissioni giudicatrici che alla fine della gara assegnano i premi ai vincitori, ovvero a coloro i quali riescono a tenere alzato l’albero per più tempo. Caratteristico è l’abbigliamento dei giovani schietti che indossano dei tipici costumi, ispirati a quelli degli antichi siciliani dell’agrigentino, che prevede pantaloni e gilet di velluto nero, camicia bianca, foulard rosso, dei “pon pon” anch’essi rossi che fungono da cravatta e, infine, un berrettino rosso.

INFO E PROGRAMMA

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