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Festival delle Letterature migranti

150 ospiti, 100 incontri, 50 libri, 15 luoghi che costruiscono una vera e propria guida interpretativa al nostro Contemporaneo

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Quando
da martedì 03 ottobre a domenica 08 ottobre 2017

Torna dal 3 all’8 ottobre a Palermo il Festival delle Letterature migranti, promosso dal Comune di Palermo e dall’Associazione Festival delle Letterature migranti. Centinaia di autori da tutto il mondo, artisti, registi, giornalisti, docenti per raccontare le migrazioni come condizione ordinaria, e non più straordinaria, della vita dei popoli. 100 incontri e 50 libri che costruiranno una vero e proprio cifrario del contemporaneo. Un Festival che valorizza la natura migrante della stessa letteratura e gli autori capaci di dialogo tra culture differenti.

Tra i tanti ospiti: il pianista Ramin Bahrami; gli artisti Gili Lavy, Luigi Serafini, Letizia Battaglia, Serena Vestrucci; gli scrittori Fabrice Oliver Dubosc, Luca Briasco, Massimo Zamboni, Patrick Ourednik, Moshe Khan, Frank Westermann, Mustafa Khalifa, Flore Murard-Yovanovitch, Francesca Borri, Shady Hamadi, Mia Lecomte, Samar Yazbek, Anilda Ibrahimi, Francesca Melandri, Giordano Meacci, Leonardo Bianchi, Alessandro Portelli, Giosuè Calaciura, i giornalisti Marco Revelli, Corrado Stajano, Piero Melati, Domenico Quirico, Donatella Di Cesare, la regista Sue Clayton, l’onorevole Luigi Manconi, gli studiosi Paolo Fabbri e Franco Farinelli, il critico Dario Zonta, l’attore Vincenzo Pirrotta.
Il programma dell’iniziativa si annuncia ancora più denso e articolato rispetto alle edizioni precedenti con decine di tavole rotonde, presentazioni di libri, incontri nelle scuole, letture, workshop, mostre, proiezioni cinematografiche, performance teatrali, un inedito progetto musicale e un unico punto di vista: quello della mobilità come diritto, dell’incontro tra culture e del dialogo tra fedi differentii. Protagonista, ancora una volta, sarà il centro storico di Palermo, città multiculturale per geografia e vocazione, territorio di accoglienza e integrazione di popoli e di lingue che ospiterà gli incontri in ben 19 sedi: all’Archivio Storico, a Palazzo Steri, a Piazza Bellini, a Palazzo delle Aquile, al Teatro Biondo, alla GAM, al Teatro Massimo, al Museo Pasqualino, nell’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza, a Palazzo Branciforte, al Museo Salinas, al Teatro Garibaldi, all’Accademia di Belle Arti, al Conservatorio Bellini, al Complesso di Sant'Antonino, alla Biblioteca comunale di Casa Professa, alla Missione di Speranza e Carità, all’Arsenale Regio, a Èglise. 

Le letterature - Il Festival propone cento conversazioni letterarie a partire da 50 libri a cui prenderanno parte circa 150 tra autori e discussant (una comunità, questi ultimi, di autori, critici, docenti, esperti e giornalisti palermitani o a Palermo residenti). Il programma letterario è diviso in sei cornici tematiche: la sezione Alfabeti dedicata ai fenomeni della contemporaneità; Lost (and Found) in Translation sul tema della traduzione; Palermo a pezzi sul racconto della città di Palermo; Meticciati in cui si riflette sull’esperienza della mescolanza; la sezione Terre perse dedicata al tema dei luoghi che mutano la propria identità; Come stare al mondo, sezione che ospita interventi di autori che in modi diversi – dalla scrittura narrativa al reportage televisivo – si confrontano con il racconto di come gli esseri umani stiano al mondo. Il programma, redatto da un comitato guidato da Davide Camarrone, direttore del Festival, giornalista e scrittore, e dallo scrittore Giorgio Vasta, costituisce una sorta di guida al Contemporaneo, di canone, di cifrario per l'interpretazione del tempo convulso che stiamo vivendo: attraversato da migrazioni di popoli e di culture, sconvolto da un'emergenza ambientale e da crisi e conflitti. Tra gli autori, numerosi testimoni italiani, europei e provenienti dall'Africa, dal Medio e dall'Estremo Oriente. Tra questi segnaliamo Frank Westerman, giornalista e scrittore olandese, la scrittrice e giornalista Flore Murard-Yovanovitch, lo psicologo Fabrice Olivier Dubosc, che riflette sulle possibili forme di una psicologia coloniale, la scrittrice e giornalista siriana Samar Yazbek, lo scrittore ceco Patrik Ouredník.

Palinsesto Musica - Il pianista iraniano Ramin Bahrami è il protagonista indiscusso della nuova sezione musicale del Festival, diretta da Dario Oliveri e realizzata in collaborazione con il Teatro Massimo di Palermo, il Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” e la Fondazione Sicilia a Palazzo Branciforte. Pianista di notorietà internazionale, Ramin Bahrami (Teheran, 1976) concepisce la musica quale linguaggio senza confini e descrive la figura di Johann Sebastian Bach come quella di un “grande viaggiatore”, capace di far migrare verso le sue opere i ritmi, le melodie, i linguaggi di popoli e tradizioni lontanissimi fra di loro. Attraverso le parole di Ramin Bahrami, la musica di Bach diverrà infatti al Festival lo specchio di un mondo ideale, «dove l'Oriente e l'Occidente si amano e si divertono insieme, dove il nero fa l'amore con il bianco, dove il tedesco si innamora del ritmo siciliano, dove tutto è al servizio della perfezione e della bellezza».

Palinsesto Arti Visive
Dopo l’apertura alle Arti Visive della seconda edizione, il FLM riprende il dialogo con l’arte contemporanea con l’urgenza che parole e visioni si intreccino. Il feel rouge delle esposizioni e degli incontri artistici del Festival curato da Agata Polizzi sarà “Dare un nome”: alle persone, ai sentimenti, alle azioni. Al centro l’esperienza di John Berger, fotografo artista e scrittore, di cui Contrasto – importante partner dell’edizione 2017 del Festival – ha pubblicato di recente una versione rivista e aggiornata de “Il settimo uomo” con fotografie di Jean Mohr, le cui tavole saranno in mostra al Branciforte. Il Museo Salinas ospiterà invece un lavoro inedito site specific di Serena Vestrucci: Things become clear after billions of years. Lo Steri accoglierà un importante progetto in collaborazione con la Fondazione Merz: la realizzazione dell’intervento dell’artista Gili Lavy, evento speciale del programma PUNTE BRILLANTI DI LANCE per il Festival delle Letterature Migranti. Inoltre in collaborazione con  la Soprintendenza del Mare verrà realizzata la mostra Tour Operator a cura di Daniela Brignone.all’Arsenale della Marina Regia, e in collaborazione con Minimum Migrant’s Guide To Sicily di Simone Sapienza.

Palinsesto cinematografico - Il palinsesto legato all’audiovisivo, curato da Andrea Inzerillo, si muove al confine tra documentario e finzione. Un interessante incontro vede protagonista il critico e produttore cinematografico Dario Zonta in dialogo con il regista sardo Giovanni Columbu (domenica 8 ottobre), di cui verranno proiettati, in un percorso di avvicinamento e conoscenza,  i film Arcipelaghi (6 ottobre) e Su Re (7 ottobre). Giovedì 5 ottobre sarà invece proiettato il documentario The Seasons in Quincy: Four Portraits of John Berger.

Attività con le scuole e i bambini - Come ogni anno, il Festival dedica una speciale attenzione agli studenti con un calendario di incontri per le scuole secondarie di primo e secondo grado che coinvolge un ventaglio di scrittori già presenti al festival che per biografia, attitudine e stile sono particolarmente adatti per un confronto con i ragazzi. Inoltre, quest’anno in collaborazione con Palermo Baby Planner il Festival ospiterà una sezione dedicata ai piccoli amanti della lettura: protagoniste degli incontri per le scuole primarie saranno le scrittrici per l’infanzia Annamaria Piccione e Sofia Gallo. Inoltre venerdì 6 ottobre a Piazza Bellini le scolaresche potranno partecipare alle attività proposte dal collettivo artistico Giocherenda, formato da giovani rifugiati: un’esperienza che è tanto un laboratorio di narrazione, quanto una forma di educazione all’interculturalità, all’empatia e alla cittadinanza attiva. L’incontro ha inizio con un filo colorato che, passando di mano in mano, unisce tutti i partecipanti, rendendo percepibile quella trama invisibile che lega ogni essere umano e fa sì che il destino di ciascuno sia intrecciato al destino degli altri. Infine, domenica mattina dalle 11.00 alle 13 in piazza Bellini sarà allestito uno spazio morbido dedicato alla lettura, un luogo della condivisione, dove scoprire nuovi titoli adatti ai bambini dai 4 anni in su e dove trascorrere del tempo in compagnie della pagine dei libri suggeriti da Modus Vivendi e Editori allo scoperto. In contemporanea due laboratori narra-creativi suddivisi per le seguenti fasce di età 4-8 anni, 9-14 anni.
“Il Festival delle Letterature Migranti ha a Palermo la sua più naturale collocazione - dichiarano il sindaco Leoluca Orlando e l'assessore alla Cultura, Andrea Cusumano - perché Palermo è sempre più la capitale dell'incontro fra le culture e delle culture migranti e dei migranti. Il calendario di questa terza edizione si preannuncia pieno di eventi, incontri e stimoli che sono, materialmente e nello spirito, un prologo a quanto stiamo programmando per l'anno in cui Palermo sarà capitale non solo della cultura italiana, ma soprattutto delle culture che qui hanno luogo di espressione e reciproco arricchimento".

"Questa terza edizione – dichiara Davide Camarrone, direttore artistico del Festival - proporrà non un semplice programma letterario, un calendario di appuntamenti, ma una sorta di canone interpretativo: 50 libri di 50 autori, non tutti ancora in vita, che giudichiamo essenziali alla comprensione del Contemporaneo. 50 libri da leggere in un anno. 50 libri per circa 100 incontri, sui temi delle migrazioni fisiche e di quelle immateriali. Grande spazio alle storie, alle avanguardie, ai diritti umani, al tema delle traduzioni e della conoscenza di culture differenti. Abbiamo verificato quale sia l'interesse degli autori e delle case editrici, e abbiamo ricevuto sostegno e incoraggiamento. E poi, l'arte contemporanea, con nuove importanti partnership (tra le quali Contrasto e Merz), la musica, con la residenza di Ramin Bahrami, il cine doc e la collaborazione con il Teatro Biondo. Differenti linguaggi, migrazioni tra generi e narrazioni. E infine, abbiamo messo insieme decine di istituzioni e fondazioni, soggetti pubblici e privati, esponenti di comunità e religioni differenti. Oltre cento, gli appuntamenti. Grazie ad una squadra di consulenti davvero straordinaria (Giorgio Vasta, Agata Polizzi, Dario Oliveri, Andrea Inzerillo), ad un comitato scientifico costituito da docenti e intellettuali e ad un team organizzativo esperto e instancabile. Tanti i discussant con i quali gli ospiti si confronteranno: una comunità tutta palermitana, perché Palermo è un luogo interessante, un interessante punto di vista ma è soprattutto un'interessante griglia interpretativa del nostro tempo. Tanti, i volontari. Per un'altra parola chiave del nostro tempo: condivisione. In una città accogliente. Per il Comune di Palermo, primo sostenitore della manifestazione, il Festival delle Letterature migranti è una scelta strategica, che dice della città, del cammino percorso e del suo ruolo di pace e dialogo nel Mediterraneo, in un momento molto difficile".

Le sezioni tematiche
Alfabeti - 
Ciò che ci accade intorno è sempre più complesso, molteplice e sfuggente. E se anche il racconto giornalistico ci mette a disposizione una certa quantità di informazioni, dandoci così la sensazione di sapere cosa effettivamente succede, al cospetto dell’ambiguità del contemporaneo a imporsi è il disorientamento. Provare a decifrare il nostro presente è allora un impegno e una responsabilità. Alfabeti è una sezione in cui ogni incontro, ragionando in chiave letteraria, geografica, politica e sociale, vuole fornire una serie di coordinate utili a una messa a fuoco del tempo che stiamo vivendo.
 
Lost (and Found) in Translation  -L’esperienza migrante determina in modo naturale una riflessione sul linguaggio. Perché insieme ai corpi viaggiano anche le parole: durante il viaggio alcune si perdono mentre altre, fino ad allora sconosciute, compaiono per la prima volta. In questa sezione ogni incontro riflette sul valore fondamentale della traduzione e della mediazione culturale. Sulla loro funzione, che è letteraria ed è etica: fabbricare un ponte di corda tra mondi diversi. Nella coscienza che tradurre vuol dire perdere e trovare, non coincidere ma avvicinarsi, e che la distanza che permane non è un’anomalia ma il luogo in cui l’umano si rivela.

Palermo a pezzi - Diciamo «Palermo» e, come accade tutte le volte in cui nominiamo l’origine o un luogo al quale siamo legati, stiamo parlando allo stesso tempo di uno spazio reale e di un fantasma. Ogni palermitano – che lo sia da generazioni o da qualche mese – ha la sua città (spazio e fantasma), di solito perché quel pezzo di città coincide con la sua infanzia o perché è il quartiere in cui vive o che percorre tutti i giorni. In questa sezione si costruirà, un incontro dopo l’altro, «un pezzo» dopo l’altro – e utilizzando memoria personale, foto, mappe, cartoline, immaginazione – il racconto eterogeneo e necessariamente parziale di uno spazio (e del suo fantasma) complesso e inesauribile come Palermo.

Terre perse - E' una doppia citazione: di Bufalino (Cere perse) e di Terra come luogo letterario (da Verga a Zola). Terre sono anche dei colori naturali. Terre perse potrebbero esser dunque degli scenari naturali che stingono come vecchi colori. Luoghi che smarriscono la loro storia e spingono alla fuga di una nuova storia, di una nuova identità. Terre perse dice di un rimpianto e di un esodo, di una storia e di una smemoratezza. 

Meticciati - Siamo meticci. Lo siamo per struttura e per istinto. Meticcia è la nostra origine, meticcio è ciò verso cui muoviamo. A partire da questa constatazione, che vede nell’ibridazione non un’improvvisa anomalia ma una condizione naturale, in questa sezione si riflette sull’esperienza concreta della mescolanza – della miscela, del miscuglio, del crossing-over – che si esprime nella letteratura, nella musica, nel cinema, nel racconto giornalistico, nella relazione tra uomo e macchina, tra uomo e mondo vegetale, negli incroci tra fotografia e scrittura. Un itinerario naturalmente impuro all’interno del nostro essere umani.

Come stare al mondo - Stare al mondo – lo sappiamo – non ha nulla di scontato, tanto che ogni giorno cerchiamo di capire come si fa. Perché – essendo il mondo qualcosa che sta tra l’enigma e il mistero – ciò che ci è toccato in sorte è di confrontarci col groviglio e di conoscerlo per farne qualcosa di buono. Questa sezione ospita gli interventi di chi tramite la scrittura narrativa, il saggio o il reportage giornalistico ha raccontato il groviglio delle migrazioni, della politica, dell’economia, della libertà e dei diritti, descrivendo cos’è la paura e cos’è il coraggio, e individuando nelle parole lo strumento più profondamente umano di stare al mondo.

Dialoghi - Nella letteratura possibile del quotidiano, i Dialoghi sul profondissimo cambiamento del nostro tempo costituiscono un genere essenziale. Confrontarsi sulla convivenza e l'interazione tra culture differenti, sulla formazione di una cittadinanza matura e consapevole, sulla contaminazione dei linguaggi e delle narrazioni, sulle modalità dell'informazione e sul cambiamento delle città: dei luoghi, dei punti di vista e delle rifrazioni attraverso le quali le città si costituiscono quali filtri per la decifrazione del reale. Nel fiume del cambiamento, i Dialoghi assicurano le condizioni essenziali alla comprensione del Contemporaneo: la migrazione delle conoscenze e la condivisione del giudizio

Info e Programma
http://www.festivaletteraturemigranti.it/

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