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In Arberia, del Collettivo noMade

Una Nazione dispersa geograficamente in molti luoghi ma unita dalla lingua

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Quando
da giovedì 23 agosto a domenica 04 novembre 2018

Presso Palazzo Oneto di Sperlinga (Via Bandiera, 24 - Pa) è in esposizione l'installazione di arte contemporanea “In Arberia” del Collettivo noMade. Il progetto è in totale condivisione con i padroni di casa Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona e Cesira Palmeri di Villalba, curato da Marilena Morabito e organizzato dall’Associazione Acav.

Orario: 17:00 - 20:00. Ingresso Libero.
Curatori: Marilena Morabito
Autori: collettivo noMade, Fabio Pennacchia, Alice Ruzzettu, Lea Walter, Max Wayne
Email: infoacav@gmail.com

Arberia è il nome che usano gli Arbëreshë (Albanesi d’Italia) per definire la loro nazione “sparsa” nell’Italia meridionale. Una nazione dispersa geograficamente in molti luoghi ma unita dalla lingua. Infatti, l’antica lingua arbëreshë è stata parlata e trasmessa per generazioni dai discendenti di quei “migranti” che fuggirono dall’impero Ottomano e vennero a stabilizzarsi in Italia tra il XV e XVI secolo. Una lingua che si è posta dunque come una sorta di confine, di argine, di contenitore identitario, scavalcando e mettendo in questione l’idea consueta di confine amministrativo-territoriale. 

Negli ultimi cinquant’anni, con l’abbandono dei paesi arbëreshë per via del fenomeno migratorio che ha riguardato tutto il Meridione e per la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa che hanno unificato la penisola sotto una stessa lingua, l’arbëreshë è sempre meno praticato. Il riconoscimento di queste comunità come parti di una “minoranza linguistica” non basta per mantenere vivo un idioma che si sta perdendo tra i ricordi dei più anziani e nei canti dei più giovani. 

Radio noMade esplora parte di tale nazione (Albania d’Italia) mettendo a fuoco le sue peculiarità e dando forma ad una Geografia dell’Altrove. Il collettivo noMade presenta un’istallazione che ripercorre il lavoro: una sintesi che offre una riflessione poetica intorno alle nostre comuni radici mediterranee e la conoscenza primigenia. Il visitatore è invitato all’ascolto di un soundwalk che delinea un percorso sinestesico nei meandri della memoria collettiva.

Radio noMade è in diretta grazie ad un collettivo di artisti-ricercatori che crede nella forte suggestione del suono come mezzo con il quale l’uomo ascolta e viene ascoltato. Radio noMade propone di concentrarsi sull’immaginario di paesaggi sonori nel quale il fruitore possa trovare la sua libertà di creazione. Il fuoco è posto sui processi di comunità attraverso la creazione di un Archivio Vivo. Il collettivo affonda le sue radici nel concetto di nomadismo che assunto come categoria interpretativa del mondo ne coglie il suo continuo divenire, il suo non essere mai lo stesso, la sua relatività.

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