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Ultramarina

A cura di Chiara Alia Tortomasi

ultramarina
Quando
da sabato 09 settembre a sabato 23 settembre 2017

Ultramarina è il titolo della bipersonale d’arte di Agata Katia Lo Coco ed Emanuele D’Arcaria inaugurata, lo scorso sabato 9 settembre alle ore 19:00, presso il Museo del Mare di Trappeto (Piazza Madonna di Fatima - Pa). A cura di Chiara Alia Tortomasi. L’intervento artistico rientra nel piano delle attività promosse dal Comune di Trappeto per l’estate 2017, grazie al supporto e all’attenzione dell’Assessore al Turismo Andrea Albano, del Sindaco di Trappeto Santo Cosentino e dell’Amministrazione Comunale. Finissage Sabato 23 Settembre alle ore 18.00.

Al centro dell’indagine espositiva è l’ultramare del territorio del paesino di Trappeto che ospita la mostra, la sua liquidità azzurra, celeste, turchese, turchina, cobalto, indaco e pervinca in movimento continuo, tra le case e i vicoli, oltre una finestra, da una ringhiera, ora sciolta nell’aria salmastra, ora incastrata nella sua identità culturale e antropologica. Un intervento dalla doppia anima, irrisoria e riflessiva, sognante e antropologica, che presenta la ricerca artistica di Emanuele D’Arcaria e Agata Katia Lo Coco: da una parte i cinque sensi della Lo Coco, fotografa e visual artist d’eccellenza territoriale; dall’altra, l’intuizione e la riflessione di D’Arcaria, restauratore e artista dal linguaggio polimorfo e originalissimo. Apre la mostra la macro sezione Aria di mare di Agata Katia Lo Coco, “In ordine temporale” dice la curatrice Alia Tortomasi “l’alba a mare del pescatore Orlando, progetto fotografico della Lo Coco, ci introduce nell’antica dimensione del mestiere del pescatore, tra reti e stelle marine, in un ciclo esatto che dall’inizio alla fine, consente allo spettatore di introdursi nell’esperienza dell’artista, nei dettagli puntuali e limpidi dei suoi scatti in luce”. Navigando e Visioni di mare concedono poi distensione allo sguardo, "Mare” afferma la fotografa Lo Coco “mondo, acqua che abbraccia o ingoia, bellezza salata, graffiante e gustosa. Visione che toglie e dà respiro. Un diamante di mille
azzurri."

In dialogo con lo spazio espositivo, le opere di Emanuele D’Arcaria, avvicinano il mare, la marina vicino alla costa, nel suo aspetto e nelle sue condizioni. “Gli assemblage Vivo, vivo.. e Pescisegnavento” continua la curatrice “riepilogano l’identità artistica di D’Arcaria restituendone in parte il bisogno forte di una “presa di coscienza” contro l’incuria e l’inquinamento ambientale, non celandone, però, l’interesse meno razionale e più giocoso della rielaborazione dell’energie creativa insita nei materiali trovati”.
“Se la Land Art opera sul paesaggio naturale manipolandolo e trasformandolo”
continua “D’Arcaria afferma di operare al contrario: preleva e recupera materiali casuali trovati in spiaggia per trasfigurarli nell’arte”. “Il mio progetto” afferma l’artista, “vuole valorizzare la memoria storica del sito di San Cataldo (Trappeto), ad oggi sentito come onere più che come risorsa, bisogna ripensarlo come “perla” del territorio. I pesci in mostra sono “figli” di questo luogo, ma non stanno in mare, sono costituiti da ossa, legno, plastica e altro. È un’operazione di Land Art a domicilio per rendere visibile gli “scarti” abbandonati dall’uomo”.
“Il titolo Vivo, vivo… si riferisce all’abitudine dell’“abbanniata” siciliana, qui con senso retorico, di vivo, però, non c’è nulla, se non un mare che boccheggia.”. Il catalogo dell’intervento è digitale con lettura Qr- Code su locandina e cartoline in mostra, progetto grafico di Gianluca Perlongo, testi di Chiara Alia Tortomasi. 

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