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"Ma che colpa abbiamo noi?"

Cluster BioMediterraneo: trecento fornitori aspettano ancora di essere pagati. Il caso arriva all'Ars

23 maggio 2016

"Ma che colpa abbiamo noi"? Comincia così una lettera di Gianni Ferreri, responsabile Coordinamento Creditori della Regione Siciliana al Cluster Biomediterraneo Expo Milano 2015. Dopo sette mesi dalla chiusura dell’Expo, sono trecento, tra fornitori di merci, servizi e prestazioni, le persone che aspettano quanto dovuto. E si parla di cifre anche importanti. C’è chi attende centinaia di migliaia di euro, e chi 200 euro.
"La situazione è paradossale - spiega Ferreri - i lavori, le merci ed i servizi sono stati resi da maggio a ottobre del 2015 ed ancora ad oggi non sono stati pagati".
Ecco perché un centinaio di creditori ha deciso di costituirsi in Coordinamento.

Intanto, però, negli uffici di Palazzo d’Orleans, sulla base di un parere dell’Avvocatura dello Stato, si ritiene che Dario Cartabellotta, responsabile unico del Cluster, abbia adottato gli impegni di spesa, all’inizio dell’anno scorso, in mancanza di una copertura finanziaria. La Ragioneria generale ha sempre rigettato gli atti con cui l’ex responsabile unico del cluster liquidava le fatture dei creditori della Regione. Il dirigente generale sottolinea invece di avere rispettato la convenzione fra Regione ed Expo e di essersi mosso in linea con il decreto di nomina, siglato dall’ex assessore Paolo Reale, che lo autorizzava a reperire le risorse necessarie anche in un secondo momento, attraverso le sponsorizzazioni e il fund raising. E Cartabellotta ha presentato un bilancio finale che contempla circa 2,7 milioni di euro di entrate.
"Come l’Amministrazione Regionale ha affrontato la pratica Expo non può che destare perplessità - dice Ferreri -. Infatti, anziché concentrare gli sforzi e cercare di dare un significato univoco e in prospettiva di sviluppo, si è preferito scegliere la strada della divisione. Una scelta che potrebbe essere anche utile e interessante ma certamente viziata da un peccato originale dato dalle distribuzione delle risorse economiche a sostegno delle due singole iniziative".

Il Governo Regionale scelse a suo tempo di essere presente all’Expo non solo come tutte le altre regioni, ospitate sul Cardo e alle quali fu messo a disposizione uno spazio di 20 metri quadri coperti e 80 metri quadri scoperti, ma accolse anche la possibilità di gestire per cinque settimane uno spazio espositivo la cui gestione è stata affidata all’Assessorato alle Attività Produttive con una dotazione finanziaria di circa 11 milioni di euro. Non solo, ma anche, partecipando al bando per la gestione di uno dei nove "cluster" tematici, si è attribuito la gestione delle attività comuni del Cluster Biomediterraneo, pagando 3,1 milioni di euro. L’assegnazione prevedeva la gestione delle parti comuni con il coordinamento delle attività e delle manifestazioni predisponendone il palinsesto e curarne la esecuzione, la gestione del wine bar, del bakery (pane e pizza), dello sweet bar, della ristorazione e del Mediterranean Market. Tutto questo nell’area più estesa dell’Expo: circa 8,5 mila metri quadri sui quali si affacciavano i dieci padiglioni dei Paesi sovrani presenti nell’Area.
Un impegno non indifferente che avrebbe coinvolto decine e decine di addetti dalle 10 del mattino alle 23, ogni giorno, tutti i giorni e per sei mesi, praticamente una task force. "Per questa attività il Governo non ha stanziato un solo euro - dice Ferreri - Come mai per Piazzetta Sicilia, gestita dall’Assessorato alle Attività Produttive e Unioncamere Sicilia erano stati messi a disposizione milioni di euro e per la gestione del Cluster dove la Regione Siciliana, unica regione d’Italia partner ufficiale dell’Expo, avrebbe dovuto curare sei mesi di attività con una valanga di eventi non era stata dotata di nessuna risorsa finanziaria? Lasciamo alla libera interpretazione le considerazioni conseguenziali perché a noi questo interessa fino ad un certo punto. Il punto è che non vengono pagati i creditori perché all’atto del conferimento degli incarichi non esistevano i fondi necessari, ma chi doveva mettere i fondi necessari"?

In verità avendo impegnato tutte le risorse disponibili per Piazzetta Sicilia, al Dipartimento Pesca, a cui era stata assegnata la gestione del Biocluster, fu detto "arrangiatevi - dice Ferreri -, ecco perché a ottobre del 2014 esce un bando per la ricerca di sponsor e partecipanti a pagamento. Bando che al 30 novembre aveva registrato la disponibilità alla partecipazione di oltre 600 soggetti, Comuni, Gal, Gac, Enti, Scuole, Aziende, Associazioni ecc. Anche l’Assessorato alle Attività Produttive e Union Camere pubblicarono un bando finalizzato alla internazionalizzazione delle imprese, invitando le Aziende a manifestare la volontà di essere presenti, la cui partecipazione era gratuita mentre le Aziende che avevano aderito al Bando per partecipare alle attività del Cluster avrebbero dovuto pagare diventando contemporaneamente fornitori del Cluster. Fornitori a cui si vorrebbe addebitare la mancata verifica dei poteri di firma da parte di chi non fosse autorizzato a sottoscrivere accordi e convenzioni".

A distanza di mesi oltre trecento fornitori stanno ancora aspettando il pagamento. Ma se e quando verranno pagati rimane un mistero, visto che non esisterebbe dotazione finanziaria. Il Dipartimento Pesca dell’Assessorato dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca del Mediterraneo ha incassato oltre 2,7 milioni di euro dalle attività del Cluster, soldi, questi, regolarmente depositati nelle casse della Regione, a fronte di 2,6 milioni spesi per i sei mesi di gestione. "Soldi incassati grazie alla fornitura di merci e della prestazione di operatori che hanno fornito la loro collaborazione - dice Ferreri -.  Alcune aziende si sono rivolte alla magistratura, con la conseguenza che la Regione dovrà pagarne le spese e che il dirigente del Dipartimento Pesca, Dario Cartabellotta, a cui sono stati rigettati i decreti di pagamento per ben due volte, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica e un ricorso alla Cga. Ma se ancora non bastasse, il Dirigente Generale delle Attività Produttive ha pagato tutti coloro che hanno fornito beni e servizi e anzi pare che, non riuscendo a spendere tutti i fondi a disposizione, sia rimasto un avanzo, mentre tutti i creditori del Cluster Biomediterraneo vengono sballottati da un decreto all’altro dopo aver contribuito a rendere straordinario un evento che certamente non era partito nel migliore dei modi, basti pensare che oltre 2,5 milioni di visitatori sono stati al Cluster Biomediterraneo e le attività svolte hanno consentito di ricevere uno straordinario riconoscimento come migliore interpretazione delle biodiversità alimentari e per l’eredità lasciata".

Una delegazione del coordinamento, a cui hanno aderito oltre 120 creditori, ha incontrato l’Assessore Cracolici il quale manifestando e rilevando le criticità e l’inusualità delle procedure adottate, dice di essere convinto che si dovranno pagare i creditori. E la storia arriva all’Ars che dovrebbe deliberare una sorta di sanatoria. "Appare a nostro avviso una strada molto lunga e tortuosa - conclude Ferreri - nel mentre si sommeranno spese e costi che inevitabilmente la Regione dovrà subire con un danno erariale che qualcuno sarà chiamato a pagare. Tutto questo è indubbiamente un grave danno per i creditori e i tempi si dilatano. Per tale motivo il Coordinamento dei Creditori ha richiesto una audizione alla Commissione delle Attività Produttive, richiesta prontamente accolta e che si svolgerà martedì prossimo, inoltre, la delegazione ha anche incontrato il Vice Presidente dell’Ars, Antonio Venturino il quale ha ritenuto non solo importante e significativa l’audizione ma ha anche richiesto che venissero convocati ed ascoltati l’attuale Assessore dell’Agricoltura Cracolici, il Commissario Unico Dario Cartabellotta ed il commissario ad acta Ignazio Tozzo". [Articolo di Cronache di Gusto.it]

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23 maggio 2016
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