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''Teheran sta costruendo in segreto armi nucleari!”. La certezza del premier israeliano Ehud Olmert

14 febbraio 2008

“Siamo certi che l'Iran è impegnato in un'operazione segreta per costruire armi nucleari, nessuna opzione dovrebbe essere esclusa per evitare che l'Iran vada avanti”. Il premier israeliano Ehud Olmert, non ha dubbi e la sua certezza l'ha resa palese l'altro ieri nel corso di una conferenza stampa a Berlino, insieme con la cancelliera tedesca Angela Merkel.
"Siamo dell'opinione - ha detto ancora Olmert - che gli iraniani stanno portando avanti i loro piani per dotarsi di armi non convenzionali. Nulla di ciò che abbiamo visto sino ad oggi ci ha fatto cambiare idea". Un chiaro riferimento, quello del primo ministro dello Stato ebraico, al rapporto dell'intelligence Usa di inizio dicembre secondo il quale Teheran non lavora più a un programma finalizzato alla bomba atomica dal 2003.

Fonti israeliane aggiungono che sulla base di queste considerazioni, Olmert intende insistere sulla comunità internazionale per ottenere una maggiore pressione sull'Iran da parte delle Nazioni Unite attraverso una risoluzione dai contenuti più forti di quelli usati sino ad ora. Olmert ha quindi esortato la Germania ad affiancare il suo governo nel richiedere sanzioni più rigide contro l'Iran. Del resto l'appoggio di Berlino, che è senz'altro coinvolta in prima linea negli sforzi volti ad impedire a Teheran di dotarsi dell'arma nucleare, è stato uno degli obiettivi di questa trasferta tedesca di Olmert.

Il giorno prima che Olmert lanciasse il suo allarme da Berlino, il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, parlando davanti a decine di migliaia di persone a Teheran in occasione del ventinovesimo anniversario della rivoluzione, ha chiaramente annunciato che “L'Iran non scenderà a compromessi e non arretrerà nemmeno di un passo” nella disputa internazionale sul suo programma nucleare. Ahmadinejad ha poi aggiunto che le grandi potenze stanno solo “giocando con dei pezzi di carta”, riferendosi alle risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu in cui si chiede all'Iran di sospendere l'arricchimento dell'uranio.

Il presidente della Repubblica islamica ha inoltre accusato i suoi critici all'interno del Paese di “cooperare con il nemico” alludendo al braccio di ferro con l'Occidente. “C'è qualcuno - ha detto Ahmadinejad - che incontra regolarmente i nemici e fornisce loro informazioni”. Queste persone, ha aggiunto, sono quelle che criticano costantemente le politiche del governo da lui diretto. “Ora - ha affermato - queste persone vogliono che ci sediamo al tavolo con la controparte, scendiamo a compromessi e ci ritiriamo”. Ma le loro azioni “sono futili”, ha detto ancora il presidente, perchè “la nazione iraniana non indietreggerà nemmeno di un passo”.
Negli ultimi mesi esponenti riformisti e conservatori pragmatici, tra i quali gli ex presidenti Akbar Hashemi Rafsanjani e Mohammad Khatami, non hanno risparmiato critiche alla linea intransigente di Ahmadinejad, sottolineando anche il prezzo da pagare in termini di sviluppo economico, in questa situazione di duro braccio di ferro con l'Occidente. “Resistenza - ha concluso Ahmadinejad - significa pagare un prezzo”.

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14 febbraio 2008
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