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"Una foto per il Nepal"

A Palermo una mostra per aiutare il Nepal, distrutto da una delle più grandi catastrofi naturali dei nostri tempi

14 luglio 2015

Una mostra per ricordare un paese magnetico, distrutto da quella che è definibile come una delle più grandi catastrofi naturali dei nostri tempi: "Una foto per il Nepal", mostra realizzata da Arvis e Medici Senza Frontiere, in collaborazione con Balarm, sarà visitabile a Palermo nelle sale di Palazzo Ziino, da giovedì 16 a venerdì 31 luglio. Un'esposizione ad ingresso gratuito, che si propone come un viaggio nelle meraviglie, ormai ferite e mutilate, di un paese carico di storia e cultura.

Due le aree dedicate alla mostra: la prima racchiuderà oltre quaranta immagini sul Nepal scattate dal noto fotografo siciliano Melo Minnella, che ha messo a disposizione dell'iniziativa i suggestivi scatti della sua esperienza nel paese prima che fosse devastato dal terremoto di magnitudo 7.8 che lo ha colpito lo scorso 25 aprile.
La seconda area vedrà invece esposte le foto di venti fotografi palermitani che hanno risposto all'appello lanciato alla fine di maggio, quando Medici Senza Frontiere, Arvis e Balarm hanno chiesto un contributo alle cittadine e ai cittadini di Palermo che possedessero nei loro archivi foto scattate in Nepal, prima del sisma. Il totale di foto raccolte dall’Arvis per la mostra è stato di oltre settanta: scatti che celebrano un Nepal vivo, vissuto da chi lo ha visitato con rispetto e ammirazione.
La mostra è, senza ombra di dubbio, un omaggio sentito al Nepal: l'evento è finalizzato alla raccolta fondi da destinare ai progetti di Medici Senza Frontiere, che allestirà all'interno dell'esposizione un apposito banchetto per fornire gli estremi a chiunque volesse effettuare donazioni a supporto delle iniziative che l'associazione sta svolgendo sul territori.

Melo Minnella - Nasce a Mussomeli nel 1937. A Palermo studia e si laurea in Economia e Commercio. Sono, questi, gli anni del lancio nel campo dell'editoria giornalistica e delle prime collaborazioni con i più importanti periodici del tempo, soprattutto con il settimanale culturale-politico "Il Mondo" di Pannunzio. Dagli anni Cinquanta si interessa all'arte popolare e all'antropologia, avvicinandosi anche agli artisti siciliani dell'Art Brut, tra i quali Sabo e Filippo Bentivegna. A quest'ultimo dedicherà un libro e diversi servizi giornalistici. Fotografa con grande passione i siti archeologici, non solo siciliani, interessandosi in particolare di quelli preistorici. Comincia una minuziosa ricognizione fotografica delle feste religiose, patronali e della pasqua, e in genere del folklore siciliano. Prende pure in considerazione le cosiddette arti minori con pubblicazioni sulle argenterie, maioliche, madreperle e coralli, e altre manifestazioni dell'antico artigianato siciliano. Dagli anni Sessanta comincia il suo vagabondare verso mete esotiche, soprattutto verso l'Oriente; il suo grande amore è l'India. Questo luogo diventa il termine di paragone per tutte le altre destinazioni e un motivo in più per ritornarvi. Ha fotografato molto anche le regioni italiane, soprattutto quelle meridionali. Gli ultimi suoi interessi sono indirizzati alla Calabria e all'Abruzzo, e alle feste tradizionali di queste terre ancora poco esplorate.

I fotografi della collettiva: Enzo Caruso, Gimmi Corvaro, Ennio Giganti, Gabriella Moro, Donatella Romano, Paola Verro, Caterina Casano, Vincenzo Fumetta, Marco Giunta, Gianni Nastasi, Nino Russo, Pietro Columba, Renato Ganci, Ettore Lo Bianco, Giuseppina Piazza, Francesco Scirè, Alessia Zeami.

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14 luglio 2015
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