A Palermo riapre lo storico ristorante Charleston
Riapre un pezzo di storia di Palermo grazie anche al giovane chef Gaetano Verde

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"A Palermo il Charleston non è solo un ballo. Questo nome che da sempre evoca allegria e pienezza della vita, ha contribuito al successo di un ristorante, nato 50 anni fa".
Inizia così il libro "50 anni di cucina d’autore a Palermo" che racconta un progetto da sempre dedicato alla Bellezza chiamato Charleston.
Quando si pensa all’alta cucina, alla bellezza dei riti e alla cultura gastronomica, non si può non pensare al ristorante Charleston di Palermo, un vero proprio pezzo di storia della città che oggi guarda al futuro, grazie al continuo rinnovamento del progetto. Il Charleston, infatti, riapre agli appassionati di cucina il 27 aprile con il servizio della cena.
Una rinascita avvenuta in questa primavera grazie anche alla collaborazione dello Chef palermitano Gaetano Verde, classe 1995.
Gaetano, inizia la sua formazione tra gli antichi mercati di Palermo dove odori, sapori, suoni si fondono realizzando quella mescolanza che in cucina, come nella vita, da origine a una originale armonia.
Autodidatta, decide giovanissimo di seguire la sua passione per la cucina. Lascia la sua città convinto che solo attraverso il "viaggio" ed il confronto che da esso ne deriva si possa crescere in competenza e professionalità. Approda così a Taverna Estia (2 Stelle Michelin) per trasferirsi successivamente al Ledbury a Londra ed ancora a Parigi dove ha l'opportunità di lavorare con Maestri quali Robuchon e Pacaud. Ad arricchire la sua esperienza si aggiunge il lavoro svolto presso il Ritz di Parigi.
Tornato nella sua Palermo, assume il ruolo di Executive Chef del ristorante Charleston, sposando il progetto ambizioso di una vera e propria istituzione della ristorazione.
La sua è una cucina giovane, attenta allo studio della "materia prima" che si concretizza nella ricerca di allevatori, pescatori, agricoltori, casari che hanno fatto della qualità il loro punto di forza; In un percorso dove tecnica e conoscenza interagiscono, mirando ad offrire un'esperienza di gusto, frutto della simbiosi fra arte e artigianato.
Una cucina "istintuale", come la definisce lo chef, dove rigore e tecnica acquisiti in Francia sono le basi imprescindibili per potersi divertire e lasciare spazio all’improvvisazione in cucina. Piatti dai sapori netti, in cui non c’è spazio per la confusione, ma la cui lettura sia immediata a chi li assaggia, dove la materia si riconosce in sé.
Una cucina felice, in cui si riflette l’armonia di una squadra, composta da giovani talenti, che si diverte, ma con rigore. Perché, secondo lo chef, "è solo con tutti questi ingredienti che si può esprimere tutta l’emozione in un piatto".