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Ben vengano i mecenati nella Valle dei Templi

Il governatore Lombardo d'accordo nel cedere ai privati le bellezze dell'Isola

08 luglio 2008

Valle dei Templi ai privati, Lombardo insiste sul sì
di Emanuele Lauria (Repubblica/Palermo, venerdì 4 luglio 2008)

"Ben vengano i mecenati", fa sapere Raffaele Lombardo alle otto della sera, quando decide di convocare una conferenza stampa per pochi intimi per ripararsi dal diluvio di polemiche sulla privatizzazione della Valle dei templi e di altri monumenti siciliani. Dice di essere "perfettamente d'accordo" con la proposta-choc del suo assessore ai Beni Culturali, Antonello Antinoro.
Il governatore rilancia ("Non vedo nulla di strano se un privato, con i propri soldi, vuole valorizzare una parte del nostro patrimonio culturale che oggi è sottoutilizzato") ma poi rivede e precisa il pensiero di Antinoro: "L'importante è intendersi su quello che si deve fare e su come farlo. Tutto, è chiaro, deve avvenire sotto il controllo del pubblico, cioè della Regione e in particolare delle soprintendenze".

Dopo aver detto che "i criteri di selezione per l'individuazione di questi mecenati saranno rigorosissimi", Lombardo rivela che il gruppo Lukoil, che ha rilevato il 49 per cento della raffineria di Priolo, è pronto a investire un miliardo e trecento milioni nell'Isola. E poi sposta l'obiettivo, dalla Valle dei templi a due patrimoni che potrebbero essere consegnati nelle mani di investitori privati: "Se qualcuno ci aiuterà, con proprie risorse, a far venire alla luce Noto antica, sarà il benvenuto. Nel 2010 la Venere di Morgantina verrà riportata in Sicilia e se un privato come il Paul Getty museum di Los Angeles realizzasse ad Aidone un grande museo e, magari, risolvesse i problemi di viabilità di quella parte dell'ennese?". Così, in nome della "gente che mangerà nei nostri ristoranti e dormirà nei nostri alberghi", Lombardo cerca di spegnere l'unanime coro di proteste contro la proposta di Antinoro.

Proteste che addirittura vedono sullo stesso fronte Pd e Pdl. Il ministro ombra per i beni culturali dei democratici, Vincenzo Cerami, vede dietro l'iniziativa "il pericoloso effetto del solleone" e si dice "esterrefatto": "Lo Stato che appalta i suoi tesori ci sembra una proposta irricevibile".
In Sicilia tocca al deputato agrigentino Giovanni Di Benedetto annunciare che "il gruppo del Pd all'Ars si opporrò a questa strategia che porterebbe alla privatizzazione del nostro straordinario patrimonio".
Finanche più veemente la reazione del Pdl. Il coordinatore regionale di An, Giuseppe Scalia, dice che la "proposta di Antinoro di cedere, anche se in affitto trentennale, il nostro patrimonio non convince: un conto è l'affidamento ai privati dei servizi aggiuntivi (bookshop, caffetterie) previsto dalla legge Ronchey, un altro è la cessione tout court delle singole realtà archeologiche". E pure il capogruppo all'Ars del Pdl, il forzista Innocenzo Leontini, si dice perplesso. E chiede al presidente della commissione Cultura un'audizione di Antinoro. "Voglio capire quali sono i reali vantaggi".
Legambiente, per voce del presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza, si dice "fortemente critica" nei confronti della proposta di privatizzazione della Valle dei Templi e parla di "partenza col piede sbagliato".
E se Confesercenti, con Giovanni Felice, addita "una boutade che penalizza l'immagine della Sicilia nel mondo", Italo Tripi della Cgil rievoca un celebre film: "Antinoro mi sembra Totò che cerca di vendere agli americani la fontana di Trevi".

- La Valle dei Templi: patrimonio... privato (Guidasicilia.it, 03/07/08)

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08 luglio 2008
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