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Chiamatelo pure "Dottor Da Vinci"

All'Ismett, per la prima volta al mondo, un'operazione al fegato eseguita per intero da un chirurgo-robot

25 giugno 2012

Per la prima volta al mondo una porzione di fegato è stata prelevata per una donazione di organo tra viventi con un intervento eseguito solo tramite robot. È successo all'Istituto Mediterraneo per i Trapianti (Ismett) di Palermo, e sia il donatore che il ricevente non hanno avuto complicazioni.
Il prelievo, su un uomo di 46 anni, è durato dieci ore, e il paziente è stato dimesso dopo appena nove giorni. Il ricevente è invece tornato a casa dopo qualche settimana.
Solo le braccia del robot Da Vinci manovrate dagli esperti palermitani, precisa il comunicato dell'istituto, hanno operato all'interno dell'addome del donatore, mentre in passato un chirurgo eseguiva insieme al dispositivo parte dell'intervento.

Infatti, in passato, alcuni interventi di donazione di fegato da donatore vivente sono stati eseguiti negli Stati Uniti utilizzando il robot, ma con l'ausilio del chirurgo che, con la sua mano introdotta attraverso un'incisione addominale, eseguiva insieme al robot parte dell'intervento. Grazie all'utilizzo dell'automa, per eseguire l'intervento di resezione sono bastati appena 5 fori ed un'incisione di soli 9 centimetri.
In sala operatoria un'equipe formata da decine fra medici e infermieri dell’Ismett e guidata dal direttore dell'Istituto, Bruno Gridelli, e da Marco Spada, responsabile della Chirurgia addominale e dei trapianti d'organo.
La robotica consente di associare i benefici offerti dalla chirurgia mini-invasiva tradizionale alla precisione e sicurezza proprie dell'automa che, grazie a strumenti articolati, può compiere movimenti preclusi alla mano del chirurgo sarebbe in grado di eseguire. Ciò si traduce nella possibilità di eseguire in modo mini-invasivo interventi chirurgici molto complessi, come il prelievo di una parte di fegato per trapianto, di ridurre il rischio emorragico durante l'operazione e di garantire un rapido recupero al paziente.
L'intervento è stato realizzato in collaborazione con l'equipe dell'azienda ospedaliera universitaria Cisanello di Pisa, guidata dal professore Ugo Boggi.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

 

 

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25 giugno 2012
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