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Contro la Siria

Gli Usa pronti ad intervenire, mentre la Gran Bretagna spinge per un attacco

27 agosto 2013

E' "innegabile" che siano state usate armi chimiche in Siria, e che ci sono "pochi dubbi" che il regime di Assad sia responsabile del loro uso. E’ questa la posizione di Washington. Ma la decisione degli Stati Uniti non è stata ancora presa.
L'attacco con i gas di mercoledì 21 agosto in Siria ha "sconvolto la coscienza del mondo", ha detto il segretario di Stato americano John Kerry in una conferenza stampa per aggiornare lo stato del lavoro del team di sicurezza del presidente Barack Obama. Perché, ha continuato Kerry, l'uso di armi chimiche in Siria è stato indiscriminato e su larga scala e "non può essere senza conseguenze. E' un'offesa a tutta l'umanità". E ancora. "Il regime siriano ha qualcosa da nascondere. Il via libera agli ispettori è arrivato troppo tardi. Siamo in possesso di informazioni e le stiamo valutando insieme agli alleati".
Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, conferma: "Ci sono pochi dubbi sul fatto che sia stato il governo di Assad a usare le armi chimiche". Ma precisa che Obama non ha ancora deciso l'azione.

E' sulle prove degli ispettori sulle armi chimiche che gli Stati Uniti decideranno se intervenire militarmente o meno. E con loro il resto della comunità internazionale. Perché Washington vuole che la soluzione sia "multilaterale". Per questo si susseguono contatti con il Vecchio continente.
Ieri, gli ispettori delle Nazioni Unite sono stati colpiti, senza essere feriti, da alcuni cecchini. Stavano raggiungendo il luogo dell'attacco con i gas in  cui sono morte oltre 1.300 persone. Secondo Sky News, sono comunque riusciti a raccogliere "elementi utili". Addirittura di "grande valore".

Intanto, l'amministrazione del presidente Obama ha deciso di posticipare l'imminente incontro con la Russia sulla crisi siriana. Domani, riporta la stampa americana, una delegazione russa avrebbe dovuto incontrare a L'Aia Wendy R. Sherman, sottosegretario di stato per gli affari politici, e Robert S. Ford, ambasciatore americano in Siria, per discutere i piani per la conferenza di pace di Ginevra 2 sulla crisi siriana.
"Date le nostre consultazioni in corso su una risposta adeguata all'attacco di armi chimiche in Siria, il 21 agosto, abbiamo deciso di posticipare" l'incontro, ha detto un alto funzionario del dipartimento di stato americano a Cbs News. "Lavoreremo con la controparte russa - ha precisato la fonte - per riprogrammare l'incontro". "Come abbiamo chiarito più volte, e come confermano gli eventi del 21 agosto, è imperativo raggiungere una soluzione politica durevole e completa alla crisi in Siria. Gli Stati Uniti restano completamente investiti in tale processo".
L'agenzia di stampa russa Interfax riferisce che Mosca si è detta dispiaciuta della decisione americana di volere cancellare l'incontro bilaterale sulla Siria. Dalla diplomazia di Mosca il rinvio è stato commentato come un "incoraggiamento all'intrasigenza armata dell'opposizione siriana, in previsione di un'interferenza militare esterna". Il portavoce del ministro degli esteri russo, Alexander Lukashevich, ha poi aggiunto: "Occorre attendere la relazione finale degli ispettori dell'Onu".

Intanto Obama ha parlato delle violenze in Siria con il primo ministro australiano, Kevin Rudd. Lo ha riferito la Casa Bianca, precisando che i due leader hanno espresso profonda preoccupazione e hanno discusso delle possibili risposte della comunità internazionale, concordando di mantenere strette consultazioni.
E mentre si attende la risposta della Cominità internazionale sull'attacco in Siria, la Gran Bretagna di Cameron è pronta, l'uso delle armi chimiche "ha sconvolto il mondo e non può che esserci una reazione". Obama "avrebbe già pronto un piano per un intervento militare", scrive oggi il Washington Post: "L'eventuale intervento militare in Siria dovrebbe avere portata e durata ben limitate, evitando così agli Stati Uniti un vero e proprio coinvolgimento nel 'pantano' della guerra civile siriana".
Per il Post si tratterebbe di "un attacco lampo, da condurre per non più di due giorni al massimo". Nell'azione militare "sarebbero impiegati missili lanciati dalle navi americane già presenti nel Mediterraneo". Circoscritti i bersagli da colpire, di "natura militare" ma "non necessariamente correlati agli arsenali chimici". Tre i fattori indispensabili per passare all'azione: "Completamento delle indagini degli ispettori dell'Onu sull'effettiva responsabilità di Assad nella strage del 21 agosto scorso a Damasco. Luce verde dagli alleati e dallo stesso congresso e infine determinazione di una 'valida giustificazione' del blitz sulla base del diritto internazionale".

Dal governo italiano è arrivata una "condanna totale dell'atteggiamento del regime" di Damasco: "Si è oltrepassato il punto di non ritorno". E' quanto riferiscono fonti di palazzo Chigi, al termine dell'incontro sulla Siria, durante il quale si è auspicata "una soluzione in ambito multilaterale". Prima di assumere qualunque tipo di iniziativa in Siria bisogna "pensarci mille volte" perché le "ripercussioni potrebbero essere drammatiche", ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino che giudica l'uso di armi chimiche "abbastanza assodato".

Secondo la Francia, l'Occidente deciderà "nei prossimi giorni", più precisamente "entro la settimana", quale risposta adottare: lo hanno affermato tanto il presidente Francois Hollande quanto il ministro degli Esteri, Laurent Fabius. "Nei prossimi giorni sarà negoziata" una "risposta proporzionata" e "la decisione di un intervento militare non è stata presa" ha detto Fabius.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che l'attacco del regime siriano deve avere conseguenze: "Deve essere indagato, non può essere lasciato senza conseguenze". E il suo portavoce ha poi precisato che il governo tedesco ha "prove molto chiare che si è trattato di un attacco con armi chimiche". Il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle ha precisato che se l'uso di armi chimiche dovesse essere confermato ci saranno delle "conseguenze" per Damasco, perché "sarebbe un crimine contro la civiltà".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, ANSA, Adnkronos/Ing]

- Venti di guerra... (Guidasicilia.it, 26/08/13)

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27 agosto 2013
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