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Diario di viaggio dal ''treno degli ultimi''

Milano-Palermo solo andata: un reportage dell'Ansa per descrivere una traversata allucinante

30 giugno 2008

E' un'Italia ancora divisa in due - tra problemi e contraddizioni -, e l'esodo estivo dimostra ancora una volta l'arretratezza infrastrutturale e culturale tra il prfondo meridione e l'industrializzata Padania.
Dall'operoso Nord all'estremo Sud, nell'ultimo e caldissimo weekend di giugno, su una delle tratte ferroviarie più lunghe e impegnative della penisola, il più rappresentativo delle avventure della villeggiatura degli inizi del XXI secolo. Gli oltre 1500 chilometri su rotaie sono la soluzione scelta dai vacanzieri e dai meridionali di ritorno a casa che non si possono permettere o non amano l'aereo, che costa dai 200 euro in sù contro i 90 del treno.

Ventidue ore e mezza di viaggio anzichè le ventuno previste, alcune carrozze senz'aria condizionata, altre con il bagno guasto, corridoi stipati e nessun servizio di ristorazione da Roma a Palermo, ma tanti controlli della Polfer: 'Milano-Palermo solo andata', il tragitto su rotaie scelto dai cronisti dell'agenzia Ansa per documentare il primo esodo vacanziero, in fondo non è andato tanto male, soprattutto grazie alla solidarietà spontanea scattata tra i viaggiatori di quello che viene chiamato 'il treno degli ultimi'.
E' andata meglio a chi non si può permettersi il prezzo di un biglietto aereo ed è abituato, soprattutto d'estate, a percorrere lunghe distanze in treno.
A fronte della rassegnata tranquillità d'animo degli operai meridionali, di ritorno a casa dopo un anno di duro lavoro al Nord, lo stupore di giovani vacanzieri stranieri: "Ma perché ci fanno salire su questi treni se non c'è posto?" si domandavano due canadesi che avevano preso il biglietto fino a Palermo, ma che alla fine sono scesi a Salerno, preferendo dormire in spiaggia anzichè passare la notte in piedi.
Già, un umiliazione davanti a quei turisti che dovrebbero essere la principale risorsa dell'Isola, mortificata da infrastrutture e sistema viario che sembrano fermi all'inizio del '900. 

Il viaggio in due tappe - Il viaggio da Milano a Palermo è stato affrontato in due tappe, dal capoluogo lombardo alla capitale con l'Intercity 'Partenope', da Roma alla Sicilia con l'espresso 'Il Gattopardo'. Ecco qui, in pillole, servizi e disservizi riscontrati lungo il percorso.

SICUREZZA - Tra Milano e la capitale la si nota soprattutto nelle stazioni maggiori: in centrale e a Bologna la Polfer pattuglia costantemente atri e binari, ma non i convogli, o comunque lo fa in borghese, senza farsi notare. A Roma, sull'espresso notturno, insieme al capotreno salgono anche quattro addetti alla sicurezza delle Ferrovie dello Stato: spiegano di essere addetti alla 'sicurezza aziendale', e controllano che sul treno non avvengano episodi spiacevoli. A Salerno avvertono la Polfer, che blocca per quasi un'ora il treno per i controlli, è avvenuto un furto su un'auto di quelle caricate sul treno. La polizia ferroviaria sale di nuovo a Paola e, dopo aver controllato tutti i vagoni, scende qualche stazione dopo. La si rivedrà all'arrivo, a Palermo.

PULIZIA E TOILETTE - Lungo il percorso, sia da Milano a Roma sia dalla capitale a Palermo, non viene effettuato alcun intervento, però i treni vengono puliti a fondo (si fa per dire) prima della partenza e, grazie all'educazione dei viaggiatori, che scendono portando con sé i rifiuti, senza abbandonarli in carrozza, rimangono abbastanza netti fino a destinazione. Certo, soprattutto sull'espresso notturno, non basta la buona volontà a tenere i cattivi odori lontani dalle toilette, usate per 12 ore dalle centinaia di persone stipate in ogni carrozza. Però, almeno, nessuno ha il cattivo gusto di fumare di nascosto nei bagni, che non hanno finestrino. E l'effetto 'camera a gas' viene tenuto lontano. Sul vecchio e glorioso espresso del sud c'è un solo bagno per carrozza, sull'intercity ce ne sarebbero due, ma spesso uno è chiuso o inutilizzabile. Alcune toilette non si chiudono dall'interno, e costringono i passeggeri a imbarazzanti equilibrismi.

ARIA CONDIZIONATA - Sul rovente InterCity partito alle 11 da Milano e arrivato alle 17 a Roma l'impianto di condizionamento funziona a tratti: in prima classe fa fresco e in seconda freschino, in una carrozza si fa il bagno di sudore, ma a parziale consolazione il controllore passa a raccontare barzellette e lascia annotazioni per il rimborso del 30% del biglietto. Dalla capitale a Palermo, sull'espresso, l'aria condizionata è un refolo e i finestrini sono un pertugio che non basta a cambiare l'aria viziata, ma almeno il sole è calato e, chi riesce, riposa tranquillo. Si teme però per i mesi più caldi e i viaggi più affollati.

RITARDI - Tra Milano e Arezzo, l'Ic Partenope accumula venti minuti di ritardo e tanti viaggiatori perdono le coincidenze con i treni locali, ma poi il treno recupera in sprint e arriva a Roma solo 10 minuti dopo l'orario previsto dal mitico Grippaudo. Un'ora e venti, invece, il ritardo complessivo accumulato dal Gattopardo, che doveva arrivare alle 8.10 ed è giunto in stazione a Palermo alle 9.30, ma con le manovre di imbarco del convoglio sul traghetto è sempre difficile dire a che ora si arriverà, tanto che chi si deve far venire a prendere in stazione telefona ai familiari solo alla fermata precedente.

PUNTI RISTORO - Da Milano a Roma l'ambulante convenzionato con le Ferrovie passa diverse volte a offrire caffè e panini. Con il caldo, però, l'offerta di acqua fresca si esaurisce a Bologna e i più sono costretti a optare per bibite gassate. va decisamente peggio dalla capitale a Palermo, dove non c'è alcun tipo di servizio a bordo e la gente si arrangia scendendo a bere alle fontanelle delle diverse stazioni. In molti lamentano l'assenza di un vagone ristorante.

RAPPORTO QUALITÀ-PREZZO - I 45 euro di InterCity da Milano a Roma sarebbero accettabili, se funzionasse l'aria condizionata. I 44 euro da Roma a Palermo sono decisamente convenienti, e infatti chi usa il treno lo fa per risparmiare rispetto all'aereo: la tratta Milano-Palermo costa dai 200 euro in su.

STATO COMPLESSIVO CARROZZE - L'Intercity Partenope è composto di carrozze una diversa dall'altra: quelle di prima classe sono aperte e seminuove, quelle di seconda vecchie divise in scompartimenti che facilitano la socializzazione. Nel complesso, per i suoi 44 euro, il Gattopardo non è così male: vedere dai finestrini impiastrati di sporco e salsedine è impossibile, ma tanto è buio, sono tutti stanchi e si cerca di dormire. E i meridionali si rivelano i passeggeri più civili della Penisola, lasciando il treno come l'hanno trovato: vecchio e brutto, ma non molto più sporco che alla partenza, nonostante 12 ore di 'passione'.  [La Sicilia Web]

- DIARIO DI VIAGGIO DAL TRENO DELL'ESODO (ANSA)

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30 giugno 2008
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