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Dopo 120 anni una tomba e un nome ai morti della zolfara di Gessolungo (CL)

12 marzo 2002

Dopo centoventi anni hanno finalmente trovato pace i 65 morti senza tomba di Gessolungo, in provincia di Caltanissetta.

Un piccolo cimitero nei pressi della miniera custodisce i resti dei minatori uccisi - quando una fuoriuscita di grisou nel più grosso impianto per l'estrazione dello zolfo del centro Sicilia provocò uno scoppio, una vampata di fuoco che avvolse un gruppo di operai scrivendo la pagina più drammatica nella storia mineraria dell'isola.

Fra gli operai che lavoravano di pala e piccone al terzo livello c'erano pure 19 carusi.
Gli altri 46 lasciarono altrettante vedove e chissà quanti orfani.

I loro corpi straziati e martoriati vennero tutti quanti deposti in una fossa comune con un modesto cippo a ricordarli, per ordine del prefetto dell'epoca che aveva utilizzato uno spezzone di terra messo a disposizione dalla ricca famiglia dei Calafato.

L'associazione "Amici della miniera", gruppo di zolfatai e tecnici (tutti pensionati), da alcuni anni a questa parte cerca di ripercorrere fra mille difficoltà il loro passato e quello dei loro padri.

È stata loro l'idea di ridare dignità a quella fossa comune e, con l'aiuto dell'amministrazione comunale nissena, da qualche mese quel lembo di terra ha 65 piccoli cippi bianchi con su scritti nome e cognome dei morti del 12 novembre 1881.

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12 marzo 2002
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