Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

E dopo le trivelle, gli inceneritori!

Via libera al piano del governo Renzi: in Sicilia due grandi termovalorizzatori (o forse sei piccolini)

22 gennaio 2016

Ciclicamente, qualsiasi compagine politica ci sia al comando dei governi nazionale e regionale, per quel che riguarda la Sicilia sbucano sempre fuori due questioni (tre, se ci mettiamo quella del Ponte sullo Stretto): quella delle trivellazioni e quella dei termovalorizzatori.
Per quanto riguarda la prima, l’ultimo tassello della controversia ci parla dell’ammissibilità, dichiarata dalla Corte Costituzionale, del quesito referendario sulla norma che riguarda la "durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate" (LEGGI).
Per quanto riguarda la seconda questione, invece, è notizia freschissima quella che ci racconta di ciò che è successo nella conferenza delle Regioni, dove è passata la proposta del governo Renzi sui termovalorizzatori: saranno realizzati otto nuovi impianti nel Paese, due in Sicilia.

Le regioni - tranne Umbria, ‎Lombardia, Abruzzo, Marche e Molise - hanno sostanzialmente detto di sì al piano del governo Renzi, ma a patto che siano loro stesse a prevedere dove e come farli e sempre che non riescano prima a incrementare la raccolta differenziata.
Per la Sicilia non era presente alcun esponente politico ma la posizione del governo regionale al momento è chiara: prima di tutto potenziare la differenziata e in seconda istanza prevedere non due ma sei mini-termovalorizzatori.
Il piano Renzi non piace al governatore Rosario Crocetta. "Il governo Renzi non imponga maxi termovalorizzatori, ci lasci stabilire in accordo con i comuni le dimensioni delle strutture", ha detto il presidente della Regione, mentre l'assessore regionale all'Agricoltura, Antonello Cracolici ha scritto oggi su Twitter: "Due termovalorizzatori proposti dal governo nazionale: è una proposta di chi non ha idea di cosa sia la Sicilia. Spero se ne rendano conto".
Certo, dicono dall'assessorato all'Energia, "a questo punto sarà difficile fare altre modifiche".

Il sottosegretario Davide Faraone difende la scelta di Palazzo Chigi: "La Sicilia non può più essere terra dell'immobilismo e basta strade sommerse dai rifiuti - ha detto - mentre nel resto di Europa le discariche sono un ricordo del passato, noi continuiamo a mantenerle e a volerle con forza, nonostante il sistema che riguarda la gestione dei rifiuti sia al collasso. Ben vengano tutte le forme di smaltimento alternative innovative e sostenibili".

Quindi ha rincarato la dose spingendosi oltre: "Adesso passiamo all'azione. Basta chiacchiere. Cambiamo l'approccio alla questione. Non è possibile che l'obiettivo europeo per la differenziata sia il 65 per cento e la Sicilia è al 12 per cento e per di più in calo rispetto agli anni precedenti. Chi si oppone a sistemi di smaltimento differenti dalle sempiterne discariche, lo fa solo per motivi ideologici. Sbagliati. Esistono impianti a zero emissioni e ad altissima tecnologia. Insieme alla raccolta differenziata sono la soluzione. Ideologie che non fanno altro che fare danno alla regione e ai siciliani".
Il provvedimento del governo nazionale adesso sarà discusso in Conferenza Stato Regioni e poi dovrà confluire nel decreto finale al quale le regioni potranno opporsi.

[Informazioni tratte da Repubblica/Palermo.it, GdS.it]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

22 gennaio 2016
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia