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E' scattato l'allarme erosione: Le coste europee si stanno inesorabilmente sbriciolando

In Italia il fenomeno erosivo ha già ingoiato il 22,8% di spiagge

23 giugno 2004

La minaccia è grave: le coste europee si stanno sbriciolando! L'erosione sta via via sgranellando il territorio costiero di tutta Europa e ovviamente non fa eccezione con quello italiano.
A rivelarlo è uno studio della Commissione europea che ha analizza vari casi italiani: la baia dei Giardini Naxos in Sicilia, il litorale di Goro (Ferrara), il delta del Po, le spiagge di Lido Adriano e Marina di Ravenna (Ravenna), Marinella di Sarzana (La Spezia), Marina di Massa (Massa Carrara) e Marina di Pisa (Pisa), così come i litorali di Cirgaccio e Ciracciello dell'isola di Procida e di La Liccia e Littaroni in Sardegna.

In Italia il fenomeno erosivo è aggravato da un eccesso di urbanizzazione. Tra il 1975 e il 1990, si è costruito vicino alle coste più del doppio di quanto non si è fatto a livello europeo: insediamenti urbani hanno occupato il 25% delle aree costiere italiane comprese tra 0 e cinque metri sul livello del mare, contro una media del 12% nell'Unione a 25.

In una mappa europea che indica con diversi colori le regioni più colpite dal fenomeno erosivo, in Italia si evidenziano l'Emilia Romagna in zona rossa (esposizione molto alta), il Veneto, la Puglia, il Lazio, la Toscana e la Liguria in zona arancione (alta esposizione) e il Friuli Venezia Giulia, le Marche, l'Abruzzo, il Molise, la Basilicata, la Calabria, la Sicilia, la Campania e la Sardegna in zona gialla, che segnala una esposizione moderata al fenomeno.

Lo studio, che è stato presentato nel corso di una conferenza internazionale a Bruxelles, sottolinea  che complessivamente in Europa un quinto delle coste è già seriamente danneggiato: ogni anno il mare inghiotte da 50 centimetri a due metri di spiaggia, fino a 15 metri in certi tratti. Lo scenario è di alta emergenza, con spiagge, strade, case e infrastrutture che saranno presto inghiottite dal mare per effetto di un'erosione provocata in gran parte da un eccesso di attività umane che moltiplicano gli effetti dovuti a cause naturali (onde, correnti, temporali).
Nella Ue a 25 sono 132.300 i chilometri quadrati di territorio interessati all'erosione costiera, di cui 47.500 di riserve naturali.

Facile comprendere a quali gravi perdite economiche si rischia di andare in contro. Lo studio ha calcolato che a 500 metri dalla costa sono localizzate attività industriali, agricole, turistiche per un valore compreso tra i 500 e i mille miliardi di euro. Ogni anno, centinaia di case vengono abbandonate o perdono il loro valore.
Negli ultimi 50 anni, la popolazione che vive in comuni costieri è raddoppiata a 70 milioni di persone (16% dell'intera popolazione Ue-25). La spesa pubblica per cercare di combattere il fenomeno è in continuo aumento (3,2 miliardi nel 2001) e molto spesso gli interventi messi in campo risultano nocivi, come nel caso di certe barriere artificiali che non fanno che spostare il problema nelle coste un po' più lontane. Il 63% degli 875 km di costa, che hanno cominciato ad essere danneggiate nel corso degli ultimi 20 anni, sono situate a meno di 30 km dalle aree costiere alterate da lavori di ingegneria. Ad essere più minacciati sono i tratti costieri caratterizzati da presenza di sabbia, come quelle del Belgio. Al contrario, le coste caratterizzate da roccia sono risparmiate, come conferma il caso finlandese dove solo lo 0,04% della zona costiera è minacciata dall'erosione.

Cosa bisognerebbe fare per arginare il fenomeno?
Lo studio lancia quattro raccomandazioni:
- rafforzare la resistenza della costa restaurando l'equilibrio del suo sedimento
- tener conto dell'erosione in tutti i piani e gli investimenti pubblici
- programmare interventi di prevenzione seguendo un approccio attivo
- migliorare la conoscenza del management per assicurare l'applicazione delle pratiche migliori.

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23 giugno 2004
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