Etna: ancora in attività, non si ferma lo sciame sismico
Situazione stazionaria, niente pericolo
Nella notte di giovedì scorso i sensori dell'Ingv hanno registrato le prime scosse sismiche. Una attività che non si è ancora conclusa: ben 2.300 scosse in 71 ore, alcune delle quali hanno raggiunto la magnitudo di 3,2 gradi della scala Rchter e sono state avvertite anche dalla popolazione.
Ieri, dalle 8:57 alle 17:00, sono state registrate cinque scosse più violente, la più forte (che ha raggiunto magnitudo 3,7) è stata localizzata nell'area della Montagnola. Per fortuna non vi è stato alcun danno.
Finché l'attività dei crateri si limita all'emissione di gas e vapore, la situazione è sotto controllo, sostengono gli esperti dell'Ingv. Il fiume di fuoco che fuoriesce dal cratere sud-ovest dell'Etna, infatti, è scarsamente alimentato e le continue scosse sono sintomo della pressione inalterata del magma.
Quali le possibili evoluzioni? "Nella peggiore delle ipotesi - spiega il direttore dell'Ingv di Catania - un'eruzione laterale ma potrebbe anche non accadere nulla. Nell'84, per esempio, le crisi sismiche si protrassero per più di un mese e alla fine tutto tornò come prima".
Dunque la prognosi resta riservata, mentre sismologi, vulcanologi e tecnici dell'Ingv sono in allerta e pronti ad intervenire se la situazione dovesse peggiorare.