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Gioventù ''normalmente'' alterata. In Italia è aumentato vertiginosamente l'uso delle droghe leggere e della cocaina

05 febbraio 2008

Tra i giovani, e per giovani intediamo i minorenni, farsi una canna non è per niente un ''fenomeno''. Insomma, non è qualcosa da elevare ad “elemento straordinario”, proprio perché l'utilizzo di hashish e marijuana, è oramai qualcosa di assolutamente ordinario. Magari occasionale, ma comunissimo.
Tra i giovani, e qui intendiamo non solo i minorenni, va ''passando di moda'' l'eroina, negli ultimi anni infatti le tossicodipendenze da ''roba'' sono via via diminuite, al contrario invece a quelle da cocaina che sono triplicate. Un cambiamento che ha una significativa valenza sociologica, atta a farci compredere qual'è oggi il profilo del consumatore di droga: non più il ragazzo emarginato, disoccupato, e con un basso tasso di scolarità, ma ragazzi istruiti, integrati, benestanti, che assumono droga per divertirsi.
Un analisi, accurata con un preciso elenco di dati, la si può trovare nel recente rapporto del Ministero dell'Interno sul consumo di droghe tra le persone segnalate ai prefetti per detenzione di sostanze stupefacenti a uso personale (leggi). La ricerca interessa un lungo periodo che va dal 1991 al 2006, in altri termini da quando sono stati istituiti i Nuclei operativi per le tossicodipendenze (Not) delle Prefetture, fino all'entrata in vigore della legge 49/06 (Fini-Giovanardi). Una normativa che ha modificato alcuni procedimenti relativi alle sanzioni e di conseguenza le possibilità di intervento dei Not.

"Prima (della Fini-Giovanardi, ndr) si poteva proporre un percorso terapeutico e sospendere la sanzione - spiegano i curatori del rapporto, impiegati presso l'ufficio della documentazione generale -, ora con la legge 49 la sanzione viene data comunque a priori ed è prevista solo successivamente una possibile revoca. Il provvedimento però è meno efficace: per i ragazzi infatti il rapporto con i Not aveva un'importanza fondamentale come primo approccio. Molti giovani - continuano i funzionari del ministero - non si rendono neppure conto di quello che hanno fatto e perché. Perciò il colloquio con gli assistenti sociali e il percorso di terapia erano a volte l'unica occasione per prendere coscienza delle loro azioni".
In quindici anni il numero delle persone segnalate ai prefetti dalle forze dell'ordine è stato di 516.427: oltre l'80 per cento dei segnalati risulta avere un solo avviso, il 20 per cento invece è plurisegnalato. Nella maggior parte dei casi si tratta di giovani uomini (il 93 per cento circa), con un'età media di 24 anni. I minorenni sono circa 46.734 ragazzi, pari al 9 per cento.

Per quel che riguarda le sostanze, quella dei cannabinoidi rimane la più segnalata e la percentuale dei consumatori è quasi raddoppiata: dal 42 per cento del 1991 al 74 per cento nel 2006.
Hashish e marijuana sono le sostanze più utilizzate dai minorenni. Infatti il numero delle segnalazioni, tra i ragazzi fino a 14 anni e tra i 15 ed i 17, è cresciuto costantemente fino al 2000, poi a partire dal 2001 la percentuale è leggermente diminuita fino al 2006. Anche se il trend è rimasto in aumento dal 1991 fino a oggi.
Sull'uso di eroina invece, come accennavamo già all'inizio, il dato indica una riduzione drastica (dal 50 per cento del '91 all'8 per cento del 2006), mentre sono triplicate le segnalazioni per cocaina: dal 5 per cento del '91 al 14 per cento del 2006. E se anfetamine e Lsd restano stabili (dal 2000 la media è ferma allo 0,20), aumenta il consumo delle pasticche, tipo ecstasy e sostanze analoghe: dallo 0,13 per cento allo 0,65 per cento con punte del 2 per cento tra il 1995 e il '96.

Dall'analisi del Viminale risulta anche una sorta di “geografia del consumo di droghe”: a partire dal 2004 sono aumentate le segnalazioni al Sud, probabilmente perché - si legge nel rapporto - alcune regioni dell'Italia meridionale sono divenute, nel tempo, il crocevia per la rotte del narcotraffico. Anche se non ci sembra corretto attribuire a questi motivi l'aumento delle segnalazioni provenienti dal Meridione, che da molto, molto più tempo purtroppo è crocevia del traffico di stupefacenti.
Inoltre, è cambiato l'identikit del tossicodipendente, così come sono cambiate le tipologie di tossicodipendenze: secondo il rapporto alla figura cristallizzata dell'eroinomane emarginato, disoccupato e a volte con un basso livello di scolarità si è sostituita una figura sociale diversa. In molti casi infatti i giovani che fanno uso di sostanze stupefacenti risultano persone socialmente integrate, con un buon livello di istruzione, che scelgono di consumare droga per divertirsi, spesso associandola all'alcol. Inoltre, dalle ricerche realizzate dai Nuclei operativi di alcune Prefetture, tra il 2000 ed il 2006, risulta che il 98 per cento circa delle persone segnalate sono italiane, in gran parte celibi o nubili, e vivono ancora in famiglia. E in media sono istruite e impiegate: il 30 per cento ha un diploma di scuola superiore, la maggioranza risulta lavorare regolarmente, e i disoccupati sono appena l'8 per cento.

"Il punto è che purtroppo non si percepisce la pericolosità dell'uso e non è ritenuta una cosa socialmente riprovevole, anzi - osservano i curatori - i mutamenti del consumo indicano un radicamento del problema a più livelli socio culturali e la diffusione impressionante del fenomeno".
Lo dimostra, tra l'altro, l'età della prima assunzione: più della metà delle persone segnalate dichiara di avere iniziato a consumare sostanze stupefacenti da adolescenti, tra i 14 ed i 18 anni, e più di un terzo del totale dei segnalati riferisce di assumere contemporaneamente alcool e droghe. Ma senza aver mai avuto (nel 70 per cento dei casi) un contatto con i servizi di recupero della tossicodipendenza. "Senza rendersi conto quindi di avere un problema", dicono i ricercatori.

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05 febbraio 2008
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