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Il giallo archeologico della Venere di Morgantina

Potrebbe tornare a casa entro pochi mesi dal Paul Getty Museum di Malibu

03 agosto 2001

Da molti anni è esposta nelle sale del museo di Malibu, in California, ma proverrebbe dagli scavi archeologici di contrada San Francesco a Morgantina, in Sicilia, la stupenda Afrodite datata al quinto secolo avanti Cristo.

La sua storia è comune a tante altre opere di grande valore svanite nella voragine del traffico clandestino di reperti archeologici: alla fine degli anni '70 la Venere viene scoperta da alcuni tombaroli che ne portano alla luce il busto, i piedi ed il braccio sinistro. Il panneggio in tufo viene ricostruito da un falsario laziale.

La statua marmorea approda quindi a Londra, in mano ad alcuni antiquari specializzati, che la acquistano per 400 mila dollari dal ticinese Renzo Canavesi; i londinesi la rivendono quindi all'attuale detentore, il Paul Getty Museum di Malibu, per 10 milioni di dollari.

E proprio il Canavesi, oggi ottantenne, è stato condannato per ricettazione dal Tribunale di Enna a due anni di carcere ed al pagamento di 40 miliardi di multa.

Questa condanna nonché l'accordo raggiunto a giugno tra i responsabili del Nucleo di Tutela del Patrimonio Storico dell'Arma, il direttore del ministero dei Beni culturali e i funzionari del Paul Getty Museum, per il rientro in Italia di 50 reperti, tra cui statua di Morgantina, farebbero sperare di rivedere entro l'anno la Venere a casa sua.

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03 agosto 2001
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