Il Mare Nostrum bolle come nel 2003. Le temperature del mare italiano arrivano anche a 33 gradi
Il surriscaldamento delle acque marine: un fenomeno da tenere sotto stretta sorveglianza
Febbre alta nel Mare Nostrum. Per le acque nazionali è di nuovo un'estate rovente con picchi di 33 gradi rilevati nell'Adriatico centro meridionale. Situazione calda anche sullo Ionio; intorno ai 30 gradi invece sul Tirreno meridionale a ridosso della Sicilia e sull'Adriatico del nord.
Questi i dati ricavati dal climatologo dell'Enea Vincenzo Ferrara, in base alle immagini satellitari aggiornate al 2 agosto, che indicano una infuocata strisciata rossa intorno alle coste dello stivale che vanno dal confine tra le Marche e l'Abruzzo fino alla Puglia e nel tratto ionico.
Rosso fuoco più attenuato invece intorno alla Sicilia e su tutta la fascia dell'Adriatico settentrionale. Focolaio acceso invece in un tratto di mare nel nord della Calabria.
''La situazione - commenta Ferrara - va tenuta sotto controllo non solo sul fronte dei cambiamenti climatici ma anche per lo stato dell'habitat. Il persistere di queste condizioni può portare a conseguenze sull'ambiente marino''. ''Ora siamo già a 3-4 gradi sopra la media e le punte di 33 gradi sono le stesse della famosa estate del 2003 anche se - spiega l'esperto - rispetto ad allora il processo di riscaldamento è più ritardato. Ma ciò significa che potremmo avere un autunno caldo e più piovoso''. Quindi 32-33 gradi dall'Abruzzo fino alle acque antistanti Bari e Brindisi. Sul tacco dello stivale tuffi più freschi ma la temperatura risale subito dopo e torna sui 32-33 gradi nel tratto ionico tra Taranto e Reggio Calabria. Qui una vasta chiazza rosso acceso denota una situazione rovente. Acqua bollente anche nel primissimo tratto a nord di mare calabrese sul Tirreno. Non va meglio in altre parti anche se con qualche grado in meno. Intorno ai 30 gradi sono infatti le acque del Tirreno meridionale a ridosso della Sicilia e quelle tra Emilia Romagna e Veneto. Va meglio nel Tirreno centro meridionale con 28 gradi.
''Il fattore da considerare - sottolinea Ferrara - è che la fascia colpita da questo surriscaldamento è molto ampia, fino a 40-50 chilometri dalla riva. Da tenere presente, inoltre, che si tratta di temperature superficiali rilevate nel primo strato d'acqua e che dipendono dal calore del sole''.
Nel Mediterraneo comunque, non è solo l'Italia a soffrire. ''Intorno ai 32-33 gradi - riferisce Ferrara - anche tutte le coste della Grecia che si affacciano sull'Egeo, le acque della Turchia meridionale, tutto il mare di Cipro e tutta la sponda del Mediterraneo meridionale, con una vasta zona sulla costa libica. Caldo anche in Mar Nero dove la temperatura superficiale del mare è sui 30 gradi''. ''La conseguenza di queste temperature - spiega l'esperto dell'Enea - è che l'acqua calda in superficie fa da coperchio e impedisce il rimescolamento verticale bloccando l'ossigenazione delle acque con rischi per la flora e la fauna sottomarina''. Nel quadro generale, il Mediterraneo presenta anche zone meno calde. L'area più fredda, sottolinea ancora l'esperto dell'Enea, il mare tra la Francia e la Spagna con code verso la Corsica dove la temperatura è sui 20-22 gradi. Fresco anche nello stretto di Gibilterra. Su scala più ampia, rende noto Ferrara, l'ultima mappa dell'Ente americano Noaa (National Oceanographic and Atmospheric Administration) sui mari e gli oceani del mondo, indica mare molto caldo a livello polare artico tra Islanda, Groenlandia e Canada, e attorno all'Alaska.
Fonte: Ansa Ambiente