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Il viaggio in Medio Oriente del presidente Usa George W. Bush. Ieri in Israele oggi in Cisgiordania

10 gennaio 2008

E' cominciato ieri il viaggio in Medio Oriente del presidente Usa George W. Bush, con l'arrivo a Tel Aviv per la sua prima visita in Israele da quando è alla Casa Bianca. Ad accoglierlo i vertici governativi e militari israeliani.
Il viaggio di Bush è proseguito stamane in Cisgiordania, a Ramallah, per incontrare il presidente palestinese Abu Mazen.
La visita di Bush in Medio Oriente prevede inoltre tappe successive in altri cinque paesi: Kuwait, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita ed Egitto. Alla vigilia dell'arrivo di Bush, Olmert e Abu Mazen, hanno concordato di avviare negoziati sulle questioni centrali per la pace e la nascita di uno Stato palestinese: confini, insediamenti ebraici, Gerusalemme e ritorno dei profughi.

LE PROTESTE DI HAMAS - L'arrivo del leader americano ha scatenato la violenta protesta di Hams. Ieri a Gaza almeno 20mila palestinesi sono scesi in strada bruciando bandiere americane e scandendo slogan contro la visita. "Bush assassino e vampiro" ero lo slogan ricorrente. Nel corso della manifestazione sono stati innalzati e poi incendiati anche fantocci raffiguranti il presidente americano e sono state date alle fiamme alcune bandiere di Israele. “Bruciando la bandiera americana diciamo che il popolo palestinese, il mondo arabo e islamico respingono la visita di Bush”, ha detto alla folla Mushir al-Masri, deputato del movimento di resistenza islamico, “Questa visita altro non è che la visita di una persona rimasta intrappolato in Iraq e in Afghanistan e che alla fine della sua carriera politica vuole conquistarsi onori a spese del nostro popolo”.
La visita di Bush in Israele e nei Territori è duramente criticata anche dal Comitato di resistenza popolare, uno dei movimenti armati attivi nella Striscia . L'intenso lancio di razzi Qassam compiuto ieri mattina dal nord della Striscia di Gaza in direzione di Israele “sono il nostro personale messaggio per l'arrivo del presidente americano” ha detto il portavoce Abu Mujahid.

BUSH IN ISRAELE - Il presidente degli Stati Uniti è arrivato ieri in Israele per una visita di tre giorni. Nel suo primo giorno ha avuto prolungati colloqui con il premier israeliano Ehud Olmert, con i ministri Tzipi Livni (Esteri) ed Ehud Barak (Difesa) nonché con il capo dello stato Shimon Peres. In una conferenza stampa ha confermato il proprio impegno a ricercare in tutti i modi una soluzione del conflitto israelo-palestinese prima della fine del suo mandato, ossia entro il 2008.
Sempre ieri, prima di lasciare l'hotel King David a Gerusalemme, Bush ha incontrato in albergo il leader del Likud, Benyamin Netanyahu, e i figli dell'ex premier Ariel Sharon, Omri e Ghilad.
Durante il discorso in pubblico il capo della Casa Bianca ha accennato allo scontro navale sfiorato all'alba di domenica scorsa in acque internazionali dello Stretto di Ormuz tra unità da guerra statunitensi e lance dei pasdaran iraniani. Bush ha parlato di “conseguenze gravi” se l'Iran attaccasse navi americane. “Tutte le opzioni sono sul tavolo per proteggere i nostri interessi”, ha detto Bush. L'Iran è il nemico comune di Stati Uniti e Israele, nazione che Shimon Peres ha definito: "Una minaccia che non va sottovalutata". "Una minaccia per la pace del mondo - ha insistito Bush - La comunità internazionale deve cooperare. Gli Usa invece continueranno a mantenere la pressione". Sottolineando come la questione iraniana possa essere risolta con gli strumenti della diplomazia.
Il presidente americano ha poi affrontato la questione palestinese, parlando di “opportunità storica” per il Medio Oriente di “combattere i terroristi e diffondere democrazia e libertà”. “Non sarei qui se non credessi che tu, signor primo ministro, e il signor Abbas, siete seri”. Sulla stessa lunghezza d'onda Olmert: israeliani e palestinesi stanno “seriamente cercando di giungere a un accordo di pace” basato sul principio dei due Stati coesistenti in pace, ma finché ci sarà il terrorismo nella Striscia di Gaza questo sarà difficile, è stato il monito del premier israeliano nel corso della conferenza stampa. Bush ha invitato a Israele a rimuovere gli insediamenti illegali costruiti in Cisgiordania: “gli insediamenti dovranno sparire”. Quello degli insediamenti è uno dei maggiori problemi di frizione tra gli israeliani ed i palestinesi. Il premier Olmert si è impegnato a rimuovere tali insediamenti ma senza fissare alcuna precisa scadenza.

BUSH IN CISGIORDANIA - Il presidente Usa è arrivato stamane a Ramallah. Bush è stato accolto nel palazzo della Muqata, quartier generale del presidente palestinese, Abu Mazen, che lo attendeva insieme a un picchetto d'onore sul tappeto rosso steso per l'occasione. Accompagnato da Abu Mazen, Bush è subito entrato nell'edificio ignorando di fatto il vicino Mausoleo del presidente Yasser Arafat. Massiccio il presidio militare, palestinese e statunitense, attorno alla Muqata.
“Il presidente Abbas (Abu Mazen) sta facendo di tutto per la pace. Oggi gli ho parlato di cosa possiamo fare per aiutare i palestinesi, li stiamo aiutando finanziariamente. Abbiamo parlato anche della necessità di lottare contro gli estremisti” ha dichiarato il presidente americano al termine dell'incontro con il suo omologo palestinese. “La sfida davanti a israeliani e palestinesi è la capacità di affrontare le questioni chiave al centro del conflitto e gli Stati Uniti sono pronti a dare il loro aiuto. Il presidente Abbas deve incontrarsi con il primo ministro Olmert e trovare una strada per la pace. Sono convinto che ci sarà un accordo di pace prima della fine del mio mandato (gennaio 2009) ha aggiunto Bush. Il presidente americano ha poi detto di avere fiducia che uno stato di Palestina potrà presto nascere. “La situazione di Gaza non potrà essere risolta in un anno - ha spiegato Bush - ma Israele non deve compiere azioni che minano gli sforzi dei servizi palestinesi per ristabilire la sicurezza nei territori palestinesi”. “La visione ultima è di non avere più posti di blocco nel territorio palestinese, e questo potrà accadere quando sarà creato uno Stato” ha aggiunto Bush.
“Quella del presidente è una visita storica che ci da una grande speranza” ha detto invece il presidente Abu Mazen al termine dell'incontro. “La pace è una opzione strategica per i palestinesi”, ha aggiunto Abu Mazen, spiegando che il suo governo sta adottando passi concreti verso l'istituzione di un regime democratico, in vista della costituzione di uno stato palestinese indipendente con Gerusalemme est per capitale.

 

 

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10 gennaio 2008
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