In un anno in Sicilia opere d'arte recuperate per 1,7 milioni
È il bilancio del 2016 dei carabinieri del nucleo di tutela dei beni culturali
Recuperati dai carabinieri 930 reperti di interesse storico, 90 le persone denunciate, oltre 600 i controlli preventivi. È il bilancio presentato dal generale di brigata Fabrizio Parrulli, comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale, e dal maggiore Luigi Mancuso, comandante della struttura di Palermo.
Oltre al recupero della testa di Ade sono stati numerosi i beni recuperati lo scorso anno per un valore di 1,7 milioni di euro. Trovate statuette, vasi, monete anfore e oggetti di metallo che i tombaroli cercano nelle zone archeologiche con i metal detector.
Tra le opere di pregio ritrovate, un dipinto a olio su tavola, risalente al XIX sec., raffigurante Cristo deposto, rubato 30 anni fa da un'abitazione privata a Carini (Pa); il sequestro di un libro antico intitolato "Biblia, ad vetustissima exemplaria, venetiis", risalente al 1587, asportato dal convento dei frati minori cappuccini di Modica (Rg) e un quadro dell'800 di San Girolamo rubato a Napoli e ritrovato a Siracusa.
"Nel corso dell'operazione 'Himera' - ha detto Mancuso - è stata smantellata un'organizzazione dedita al traffico di reperti archeologici scavati in vari siti siciliani e destinati in Germania. Sono state denunciate 22 persone e sequestrati 409 reperti archeologici di epoca greca e romana".
Per contrastare il commercio di opere d'arte una mano viene anche dai supporti informatici.
"Anche la tecnologia aiuta per cercare di aiutare chi vuole segnalare un'opera rubata o essere certo di non acquistare un'opera rubata - dice il generale Parrulli - C'è un'app, iTpc carabinieri, che si scarica sui tablet o smartphone e che consente di accedere ad una banca dati di migliaia di foto di opere rubata. Attraverso la stessa app si possono segnalare anche possibili opere rubate".