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L'ennesima tragedia sulla spiaggia di Ragusa

"Fine del viaggio, in acqua". "Ci siamo buttati e abbiamo nuotato. Il mare era calmo".

11 luglio 2001

Una bella giornata di sole, ideale per un pò di jogging sulla spiaggia … sul percorso due insoliti ostacoli: i cadaveri di due giovani di circa trent'anni.
A pochi metri dalla riva se ne intravedono altri due, così il bilancio dei morti sale a quattro.
Chi sono? Giovani nordafricani, forse di nazionalità indiana, sollecitati da una voce che annuncia migliori prospettive di lavoro e di vita, ma non nella loro terra.

Partono così all'inseguimento di un sogno che sembra realizzabile.
Una decisione collettiva, si portano dietro le speranze di un intero villaggio e le risorse economiche di un'intera famiglia.

Due milioni circa ad un uomo senza scrupoli che, intraviste le luci della costa, grida "fine del viaggio tutti in mare". Non un attimo per replicare all'assurdo ordine. Chi indugia sul bordo è spinto in acqua come un sacco di patate.
Il mare è calmo, liscio come l'olio, e gli scafisti soddisfatti virano verso casa lasciandosi alle spalle una merce scomoda e scottante.

E chi non sa nuotare? Poco importa, si arrangi!

"È la nuova strategia - dice il questore di Ragusa - i controlli sono più stretti, gli scafisti hanno paura e lasciano gli extracomunitari sempre più lontano dalle coste. Non c'è altro da aggiungere".

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11 luglio 2001
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