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L'Europa ha deciso: dal 2007 si inaspriscono le norme sulla responsabilità ambientale degli Stati

''Chi inquina paga!'' La Comunità detta legge ed inasprisce le pene

19 giugno 2004

In Europa si inasprisce il principio del "Chi inquina paga". Quest'inasprimento non ha più però soltanto una valenza etico-morale come enunciato del trattato costitutivo della Comunità, ma diventa vera e propria legge che entro l'aprile del 2007 tutti i partner dovranno recepire nel loro ordinamento nazionale.

La direttiva 2004/35 sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale (che si basa proprio sul principio chi inquina paga) è stata difatti già pubblicata in Gazzetta Ufficiale, per realizzare, appunto, la politica ambientale della Comunità.
Il campo di applicazione della disciplina riguarda l'ambiente acquatico, coperto dalla legislazione comunitaria in materia di gestione delle acque, le specie ed habitat protetti dalla normativa comunitaria relativa alla conservazione della natura, le zone protette dalla legislazione nazionale o regionale in materia di conservazione della natura e con riferimento ai pericoli per la salute dovuti alla contaminazione del suolo e si applica ai danni ambientali ed alle minacce imminenti prodotti da particolari attività industriali.

Nel momento in cui si presenti una minaccia imminente di danno ambientale, l'autorità competente designata da ciascuno Stato membro deve imporre all'esercente (inquinatore potenziale) di adottare le misure preventive idonee o le assume essa stessa e copre successivamente le spese relative. Nel caso in cui, invece il danno viene a verificarsi, l'autorità imporrà all'esercente interessato di adottare le misure di riparazione idonee o le prende essa stessa coprendo successivamente le spese.
Nella caso in cui uno Stato ha la colpa di provare più danni, l'autorità competente può decidere l'ordine di priorità nel loro risarcimento. Se l'esercente non ha la possibilità finanziaria di prendere in toto o in parte le misure di riparazione necessarie o se l'identificazione dell'inquinatore responsabile risulta impossibile, gli Stati membri devono esercitare funzioni sostitutive provvedendo essi stessi, anche istituendo meccanismi di finanziamento alternativo (garanzie finanziarie, fideiussioni, fondi collettivi).

Nell'ipotesi in cui l'autorità competente abbia attuato misure di prevenzione o di riparazione, verrà risarcita dei costi sostenuti dall'esercente responsabile. Lo stesso principio si applica in relazione alle valutazioni ambientali realizzate per determinare la dimensione del danno e le azioni necessarie per ripararlo. L'autorità competente deve iniziare le procedure di recupero entro cinque anni a partire dalla data di applicazione delle misure di prevenzione o di riparazione. Se più esercenti sono corresponsabili di un danno, essi devono sostenere i costi della riparazione su base proporzionale.
Anche a questo fine gli Stati membri devono incoraggiare gli esercenti a fornirsi di una garanzia finanziaria, come un'assicurazione, e favoriscono lo sviluppo di questo tipo di servizi. Un elemento innovativo introdotto in sede parlamentare e rappresentato dal rafforzamento del sistema comunitario che ha lo scopo di perseguire l'internazionalizzazione dell'inquinamento, la scelta da parte di industrie a rischio di localizzazioni in aree territoriali nelle quali le regole sono più permissive.

Inoltre, qualora un danno o una minaccia di danno possano avere conseguenze che influiscono su più di uno Stato membro, questi cooperano nell'azione di prevenzione o di riparazione. Ogni persona fisica e giuridica potenzialmente danneggiata dall'inquinamento, potrà inoltre agire legittimamente. I soggetti colpiti da un danno o gli organismi rappresentativi, comprese le organizzazioni di tutela dell'ambiente, possono chiedere alle autorità competenti di agire e possono ricorrere ad un tribunale. Su un terreno il fronte ambientalista non non ha avuto partita vinta: la normativa non ha carattere di retroattività: la punibilità e il risarcimento scatteranno quindi a partire al fatidico (per gli inquinatori) 30 aprile 2007.

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19 giugno 2004
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