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L'incubo peggiore

L'ombra di Al Qaeda si addensa, mentre gli integralisti islamici aspettano la voce dello sceicco del terrore

05 luglio 2007

Dopo la grande paura dei giorni scorsi e l'arresto di otto presunti terroristi islamici legati ad Al Qaeda, il governo britannico di Gordon Brown ha deciso di abbassare il livello d'allerta da ''critico'', il più alto, a ''severo''. Il ministro dell'Interno Jacqui Smith ha riferito che la decisione di abbassare il livello di minaccia significa che non ci sono più ''notizie di intelligence a suggerire che un attacco sia da ritenersi imminente'', anche se la minaccia rimane ''seria e reale''.

Le otto persone arrestate, una delle quali in Australia, sono dottori o hanno legami con il mondo medico, per questo il premier Brown ha ordinato una revisione dei metodi di reclutamento del personale del servizio sanitario nazionale. In Gran Bretagna il 40% del personale medico è straniero, di questa percentuale buona parte è di origine islamica.
Un dettaglio inquietante se si riflette su quanto raccontato da Andrew White, un sacerdote anglicano a Baghdad, che mentre si trovava ad Amman, nell'aprile scorso, ha ricevuto da un leader di Al Qaeda quello che adesso sembra essere stato un chiaro avvertimento riguardante gli attacchi pianificati contro la Gran Bretagna. L'uomo di Al Qaeda avrebbe detto a padre White: ''Le persone che vi curano vi uccideranno''. Il sacerdote ha detto anche di aveva trasmesso l'avvertimento, ma non le effettive parole, ad un funzionario del ministero degli Esteri britannico.
Particolare ancora più inquietante, ma che non ha certamente alcuna rilevanza concreta, se si pensa che il numero due di Al Qaeda, l'egiziano Ayman Al Zawahiri, ideologo del movimento terroristico che negli ultimi anni ha fatto le veci di bin Laden, è anch'esso un medico.

E proprio in quello che sembra la costituzione di un terribile mosaico del terrore, che ha avuto i suoi tasselli oltre che nei falliti attentati britannici in quello riuscitissimo nello Yemen, ieri è apparso su Internet un nuovo video di Al Zawahiri nel quale lancia un altro appello ai musulmani per la Jihad, la guerra santa, a sostegno del movimento islamico in Iraq.
Nel video della durata un'ora e 35 minuti, che è stato ottenuto dal Site Institute (gruppo di intelligence che monitora il terrorismo internazionale) da alcuni siti islamici, Al Zawahiri parla anche dell'Arabia Saudita, dei Territori palestinesi e dell'Egitto.
Il chirurgo ideologo di Al Qaeda cita nella registrazione alcuni brani di ''Piano di attacco'', il libro di Bob Woodward, il giornalista del Washington Post che insieme al collega Carl Bernstein fece scoppiare il caso Watergate che portò alle dimissioni di Richard Nixon. Il volume di Woodward, (uscito in Italia nel 2004 per la Sperling & Kupfer), è un 'dietro le quinte' della campagna militare, politica e mediatica che ha permesso all'amministrazione Bush di scatenare il conflitto contro l'Iraq di Saddam Hussein. Nel filmato Zawahiri usa le parole di Woodward per tracciare un quadro delle responsabilità dei sauditi nella guerra in Iraq, delle vere finalità del regno wahabita e delle collaborazioni con l'Occidente alle spese del popolo musulmano.
Il messaggio contiene anche una nuova accusa al movimento palestinese di Hamas, colpevole di essere sceso a patti con i Paesi occidentali e aver soppresso la sharia, la legge islamica.

Intanto, alcuni siti integralisti hanno preannunciato l'imminente diffusione di un nuovo messaggio filmato dello stesso Osama bin Laden, che non appare da tre anni.
Ripetuto diverse volte, un banner rosso con la scritta lampeggiante ''presto, Dio volendo'', annuncia ''buone notizie''. Sopra il banner un'altra scritta spiega: ''Messaggio video dello sheikh mujahid'', e sotto in colore verde il nome Osama bin Laden. Ancora sotto, il capo di Al Qaida viene chiamato ''Abu Adullah'', ''padre di Abdullah'', il maggiore dei suoi numerosi figli.
Osama bin Laden non compare in video dall'ottobre 2004, tanto che a più riprese si sono susseguite notizie e illazioni sulla sua morte. Nel filmato trasmesso dalla tv satellitare del Qatar Al Jazira il 29 ottobre 2004, a pochi giorni dalle elezioni presidenziali statunitensi, bin Laden minacciava l'America di altri attentati. Nel settembre 2006, in occasione del quinto anniversario degli attacchi a New York e Washington su siti web era comparso un video, ma risalente al 2001, di bin Laden insieme ad alcuni degli attentatori suicidi. L'ultimo messaggio audio del capo di Al Qaida risale invece al 1/o luglio 2006.

E dall'Australia, Paese direttamente coinvolto in quest'ultima ondata di terrore - a Camberra, la capitale, è stato arrestato Mohamed Hanif, il medico di 27enne di nazionalità indiana ritenuto la mente degli attentati nel Regno Unito -, arrivano dichiarazioni da parte del  ministro della Difesa,  Brendan Nelson, che sicuramente non cheteranno l'odio jihadista degli estremisti.
''La protezione delle risorse petrolifere è una delle ragioni per le quali le nostre truppe sono in Iraq'', ha  clamorosamente dichiarato davanti ai microfoni della radio nazionale Abc il ministro Nelson. ''Altre due motivazioni sono evitare che la crisi umanitaria non degeneri nella guerra tra sciiti e sunniti, ed evitare il radicamento di Al Qaeda nel Paese. Per questi e altri motivi è estremamente importante che l'Australia non abbandoni prematuramente l'Iraq prima di una stabile sicurezza''.
Dichiarazioni che, ovviamente, preoccupano e che hanno scatenato l'indignazione dell'opposizione laburista: ''Ci sono voluti quattro anni per dire il vero motivo per il quale siamo in Iraq''.
Poco più tardi il premier australiano John Howard, parlando a 300 esperti di difesa e sicurezza nazionale all'Istituto di strategia politica di Canberra, ha dichiarato che il terrorismo islamico rimarrà una delle maggiori sfide alla sicurezza nazionale dell'Australia e dei suoi alleati. ''I recenti attacchi sventati a Londra e Glasgow hanno sottolineato la minaccia che proviene dall'estremismo islamico e portato alla luce possibili connessioni con l'Australia. Gli attacchi portati nel mondo islamico ci ricordano che tutte le comunità che lottano per la democrazia e la tolleranza sono a rischio''.

 

 

 

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05 luglio 2007
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