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La finanziaria-ter alla fine è passata, ma...

Per il presidente Crocetta adesso i conti sono apposto. Invece, per quanto riguarda gli equilibri politici...

05 agosto 2014

La finanziaria-ter alla fine è passata. Si poteva fare di più, certo, lo ammette anche il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ma è più forte la soddisfazione per l’operato del suo governo che altro. "Il governo della Regione ha salvato la Sicilia dal default. L'ha riconosciuto anche la Corte dei conti nel giudizio di parifica. Abbiamo avviato una spending-review che ha cominciato a mettere ordine nei conti".
Insomma, con gli ordini apposto, o giù di li, si può cominciare a pensare a qualcosa di... più politico. E a dire il vero, nella maggioranza esistono diversi personaggi che pensano, ad esempio, ad un rimpasto.
"Il rimpasto? È come il miracolo delle noci del personaggio dei Promessi sposi Fra Galdino. Il tema in realtà è culturale: c’è chi vuol fare la rivoluzione come me e chi persegue la conservazione". Questo pensa il il governatore.
"Il Pd può fare tutte le verifiche che vuole sul lavoro della giunta, ma lo faccia con meno enfasi - ha aggiunto - Coloro che criticano, infatti, poi sono gli stessi che bocciano le riforme".

Per Crocetta alcune delle norme proposte dal governo nella manovra ter sono state bocciate o stralciate dal testo "per odio e vendette trasversali dei parlamentari". Il presidente ha citato l’esempio del porto di Termini Imerese. "Sono stati negati i fondi, ma poi - ha detto - è sempre la Regione a doversene fare carico, andando incontro anche a contenziosi". "Stessa cosa - ha aggiunto - è avvenuta per il Coppem".
Il clima teso a Palazzo dei Normanni e in aula, secondo Crocetta, è frutto "dell’incrocio di vendette tra parlamentari", negando presunte tensioni istituzionali, tra governo e Ars. E a chi, nel Pd e nell’Udc, invoca "un cambio di passo del governo", Crocetta replica: "È la politica che deve cambiare passo".

Il presidente non teme di apparire eccessivo quando usa la parola golpe. Per lui è proprio quello che qualcuno sta tentando di fare: "Far cadere il governo della Sicilia in un modo non propriamente politico".
E non si ferma solo al "piano di destabilizzazione", ma fa anche nomi e cognomi dei congiurati. In prima fila, lo ha detto e ripetuto, c'è il presidente dell'Udc, Gianpiero D'Alia, che, a detta del governatore, "sollecita puntualmente le impugnative del commissario dello Stato con l'intenzione di terremotare il quadro politico". Gli altri destabilizzatori? Sembra che un altro sia il segretario della Cisl Bernava. Poi ci sono i poteri forti, come l'Eni. "Quando ci si oppone a una multinazionale di quel livello - ha afferma Crocetta intervistato da Repubblica - si è destinati a subire reazioni violente".

Gianpiero D'Alia ha risposto al governatore affermando che "Il complottismo è una malattia culturale che distorce la percezione della realtà mentre dà l'impressione di poterla finalmente dominare". "Ora Crocetta ha due strade - ha continuato D’Alia -: o mi denuncia per attentato alla Costituzione o si mette a lavorare seriamente insieme a noi per la Sicilia. Il resto sono chiacchiere inutili".
Secondo il presidente nazionale dell’Udc "Bisogna passare dalla maggioranza numerica a quella politica per varare le riforme, altrimenti si ripeteranno gli stessi errori del passato". Insomma, per D’Alia, al momento, più che una maggioranza a sostengo del governo regionale esiste una sorta di "magma indistinto che sembra una via di mezzo tra un suk ed una casa d’appuntamenti". "Già l’ultima finanziaria - ha detto in un’intervista al Giornale Di Sicilia - è stata votata con l’accordo più o meno tacito di buona parte dell’opposizione. Ora è arrivato il tempo di fare le cose per le quali siamo stati eletti insieme".

Escludendo qualsiasi questione sul piano personale contro il presidente, D’Alia sottolinea che il problema è nato perché ci sono alcune questioni politiche che la legge finanziaria non affronta: l’inesistenza di norme che si occupano di imprese e disoccupati.
Per il leader dell’Udc, "serve una cabina di regia sui fondi strutturali 2014-2020 per programmare le risorse drenandole in due, tre settori con investimenti produttivi e fornendo ai Comuni il supporto tecnico nella progettazione. Quindi dobbiamo usare la legge sulle province per una grande riforma amministrativa, trasferendo funzioni regionali ai liberi consorzi. Sono temi che fanno parte del patto politico che abbiamo sottoscritto e rinnovato con la formazione del nuovo governo e pretendiamo che venga rispettato. In caso contrario - conclude - nessun ribaltone tanto caro ai professionisti del salto della quaglia ma ci saranno elezioni anticipate come in una democrazia normale".

- "Abbiamo salvato la Sicilia dal default" (Guidasicilia.it, 04/08/14)

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05 agosto 2014
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