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Le Siciliane di A. Per il Palermo pareggio senza gol col Milan. Il Catania e il Messina crollano rovinosamente

01 marzo 2007

PALERMO - MILAN 0-0
Palermo (4-3-2-1): Fontana 8, Zaccardo 6, Biava 6.5, Barzagli 6.5, Pisano 5.5, Diana 6, Corini sv (10' st Simplicio 6.5), Guana 7.5, Bresciano 6 (24' st Gio. Tedesco sv), Di Michele 5.5, Caracciolo 5 (24' st Matusiak sv) (1 Agliardi, 15 Dellafiore, 32 Capuano, 90 Brienza). All.: Guidolin 6.
Milan (4-4-1-1): Dida 6, Brocchi 6, Simic 6, Bonera 6.5, Favalli 5.5, Gattuso 6, Pirlo 6.5, Ambrosini 6, Seedorf 6 (Gourcuff sv), Kakà 6, Gilardino 6 (26' st Ronaldo sv). (16 Kalac, 7 Oliveira, 24 Grimi, 36 Darmian, 37 Bruscagin). All.: Ancelotti 6.
Arbitro: Trefoloni di Siena 5.
Note: angoli 2-1 per il Palermo. Recupero: 1' e 3'. Ammoniti: Fontana per fallo da ultimo uomo su Gilardino, Favalli, Bonera, Guana e Pisano per gioco falloso. Spettatori: 25.361, per un incasso di 575.392,80 euro.
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Ci sono pareggi e pareggi. Quello maturato sul terreno dello stadio Barbera, fra Palermo e Milan, è stato tutto sommato divertente, ma ha finito per scontentare tutti: questo risultato, infatti, non serviva a nessuno (anche in relazione ai risultati provenienti dagli altri campi) in chiave Champions League. I rosanero vedono avvicinarsi pericolosamente gli avversari, i rossoneri non riescono a salire sul treno che porta nell'Europa che conta: quella delle grandi e dei cospicui proventi televisivi.
Agli uomini di Carlo Ancelotti rimane il rammarico di avere sbagliato un set-point con Kakà dal dischetto, dopo un manciata di minuti dal via, ma alla fine può anche andar bene così su un campo dove anche l'Inter ha faticato parecchio per imporsi e dove i 'cugini' degli implacabili nerazzurri sono stati costretti a esibirsi dopo avere a casa un'intera squadra.
Ronaldo parte dalla panchina, mentre Cafù, Costacurta, Jankulowski, Kaladze, Maldini, Nesta, Serginho, Inzaghi, Oliveira, Oddo e Borriello restano addirittura a casa per svariati motivi. Tutta la manovra ruota attorno a Kakà, che imposta, inventa e finalizza.

E' proprio il fantasista brasiliano a mangiarsi le mani, dopo soli 9', sprecando un rigore concesso da Trefoloni per un intervento molto dubbio in uscita bassa di Fontana (ammonito e non espulso, visto che il pallone aveva preso la traiettoria esterna e non verso la porta) su Gilardino, innescato da una stupefacente verticalizzazione di Pirlo.
E' incredibile come, dagli undici metri, Kakà si sia fatto ipnotizzare dal 'nonno volante' Fontana (40 anni compiuti il mese scorso), che si tuffa sulla propria destra e intercetta. Il portierone palermitano successivamente si farà applaudire ancora per tre interventi salvarisultato.
Il Palermo parte bene e al 6' Bresciano impegna Dida in tuffo, poi subisce la carica del Milan che, pur giocando su ritmi non elevatissimi, riesce a mantenere il comando delle operazioni. I rossoneri soffrono non appena il Palermo imprime alla partita violente accelerazioni, ma accade raramente. Esce Corini, per un problema muscolare, e Guidolin getta nella mischia Simplicio che non è al meglio, ma si fa onore in mezzo al traffico.
Kakà quando parte fa paura, al 14' pianta in asso Barzagli con un tunnel e poi conclude alto di poco. E' il Milan che cerca con più insistenza la via della rete, permettendo al Palermo di impostare la partita sulla falsariga di quella giocata a San Siro: contenimento e ripartenze fulminanti. Manca però Amauri e non è cosa da poco.

Con il passare dei minuti, dopo un inizio in sordina, prende quota Seedorf, che comincia a creare problemi sulla fascia sinistra; i rossoneri sembrano più incisivi, ma al 22' vengono fermati da Guana (splendido recupero su Kakà, lanciato a rete), al 31' da Fontana (uscita alla kamikaze ancora sul brasiliano) e al 38' ancora dal portiere (che devia su Seedorf).
E il Palermo? Riesce a perfezionare un'azione alla mano di stampo rugbystico, da sinistra verso destra con Bresciano, Di Michele e Diana, che va al tiro: fuori di poco. Nella ripresa i padroni di casa sembrano più in palla dei blasonati avversari, che soffrono quando i vari Di Michele, Guana e Simplicio partono con la palla al piede, ma manca come al solito il finalizzatore.
Guidolin inserisce il centravanti polacco Matusiak, acclamato dalla folla ma inconsistente al suo esordio italiano, assieme a Giovanni Tedesco; Ancelotti risponde con Ronaldo e Gourcuff, ma è la stanchezza a rendere problematici i progetti dei due allenatori. L'ultimo sussulto lo regala comunque Ronaldo, fischiatissimo dal pubblico, che viene pescato da Pirlo nella sedici metri del Palermo, vince un rimpallo e sfiora uno gollonzo, colpendo involontariamente la traversa.

A fine partita ancora silenzio stampa per i rosanero. Per Corini la prima diagnosi parla di sospetta distrazione muscolare all'adduttore destro. Nei prossimi giorni sarà sottoposto ad esami che definiranno meglio i tempi di recupero.


LAZIO - CATANIA 3-1
Lazio (4-3-1-2): Ballotta 6; Belleri 5.5 (39' pt Mudingayi 6), Siviglia 6.5, Cribari 6, Zauri 5.5; Behrami 5.5, Ledesma 5.5, Mutarelli 6; Mauri 5 (9' st Jimenez 6); Pandev 6 (29' st Tare sv), Rocchi 6 (14 Berni, 3 Bonetto, 2 Stendardo, 4 Firmani). All: D. Rossi 6.
Catania (4-3-3): Pantanelli 6; Lucenti 6, Sottil 5.5, Stovini 6, Vargas 5.5; Baiocco 6.5, Edusei 6 (45' st Morimoto sv), Caserta 5.5; Colucci 6, Corona 5 (36' st Rossini sv), Mascara 5 (32' st Izco sv). (22 Spadavecchia, 2 Sardo, 25 Millesi, 32 Cesar). All: Marino 6.
Arbitro: Rocchi di Firenze 6.5.
Reti: nel pt 17' Colucci; nel st 15' Pandev, 43' Siviglia, 49' Rocchi.
Note: angoli 9-7 per la Lazio. Recupero: 5' e 4'. Ammoniti: Lucenti, Caserta per gioco scorretto, Sottil, Mudingayi per comportamento antiregolamentare, Pantanelli per proteste. Espulso: al 16' st l'allenatore del Catania Marino per proteste.
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A Catania continua a diluviare. La squadra di Marino riesce a perdere 3 a 1 una partita nella quale anche un pareggio sarebbe stato stretto, ma è chiaro che l'ultimo mese dei rossoazzurri incide i nervi e la sicurezza nei propri mezzi (dopo il gol del pari laziale anche a Marino sono saltati i nervi, visto che si è fatto espellere da Rocchi).
La Lazio vince ma non convince affatto e il risultato è bugiardo. La classifica invece no: con la vittoria di oggi la squadra di Delio Rossi vola sempre più in zona Champions, con il pari del Milan a Palermo consolida infatti il suo quarto posto. Formazione iniziale sbagliata e corretta in corsa da Delio Rossi, troppi giocatori fuori fase, centrocampo in difficoltà con le geometrie siciliane.

La partita è stata poi decisa da una spizzata di testa di Tare a 3' dalla fine dei tempi regolamentari corretta in rete da Siviglia, ma in realtà era stato il pareggio di Pandev a girare psicologicamente la partita. Per un'ora intera la gara l'ha fatta la squadra di Marino, che ha fallito più di una volta il colpo del ko: senza Spinesi e con i nervi non saldissimi è mancata la lucidità.
E' chiaro che i fatti della tragedia Raciti hanno rotto un giocattolo che anche all'Olimpico ha dato dimostrazione di essere stato ben costruito. Eppure la Lazio è al terzo posto e il Catania ha perso la terza partita consecutiva e l'ultima vittoria risale al 24 gennaio, recupero con l'Empoli.
Il vantaggio del Catania era infatti arrivato giusto e meritato. Al 16' del pt Mascara ciccava clamorosamente dentro l'area tutto solo, ma la palla veniva deviata in angolo: sul corner dello stesso Mascara Zauri si perdeva Colucci che di testa insaccava. Solo 1' dopo i rossoazzurri avrebbero potuto dare il primo di una lunga serie di ko: con i laziali in confusione, Mascara tutto solo davanti a Ballotta perdeva il tempo, poi allargava per Edusei che sparava sui piedi del portiere laziale.
Lazio disordinata, spenta, nervosa e confusa, Catania preciso e ordinato, il vecchio Catania prima della tragedia di Raciti insomma. Colpa anche della formazione messa in campo da Rossi, con Belleri e Behrami e non Mudingayi. Correzione in corsa prima del riposo e the caldo.

L'inizio della ripresa è stato terribile per la Lazio, Catania padrone del campo: al 2' Corona alto; al 7' prima Ballotta para su Lucenti, poi Colucci manca il tap in; al 10' Baiocco in area per Corona che sparacchia alto. Da tremare. E invece la Lazio trova il gol del pareggio con Pandev, bravo a buttarsi su una palla in area lanciata da Zauri e a beffare in due fasi Pantanelli.
Qui Marino si fa espellere per proteste, e anche la squadra risente con qualche giallo di troppo anche per proteste. Rossi, che è molto bravo, pur vedendo che la Lazio non marcia bene, capisce che qualcosa è cambiato: nei siciliani è subentrata la paura dopo il pareggio, il terrore di rivedere fantasmi recenti e allora inserisce Tare, che combina poco di per sè al posto di Pandev, ma scompagina le cose.
La Lazio premeva, male ma premeva. A 3' dalla fine l'albanese spizzava la palla di testa su punizione dalla sinistra e Siviglia segnava il gol della vittoria. Il 3-1 di Rocchi è da papera della difesa, ma la partita, ben diretta da Rocchi, era già finita prima del fischio finale dell'arbitro fiorentino.


EMPOLI - MESSINA 3-1 
Empoli (4-4-2): Balli 6, Raggi 6.5, Marzoratti 7, Pratali 6, Tosto 6, Buscè 6, Almiron 6 (26' st Marianini 6), Moro 6.5 (26' st Ficini 6), Vannucchi 7, Saudati 7.5, Pozzi 6.5 (23' st Matteini 6). (1 Bassi, 15 Vanigli, 33 Ascoli, 32 Coralli). Allenatore: Cagni 7.
Messina (4-1-3-1-1): Caglioni 4.5, Lavecchia 5.5, Zanchi 5, Rea 5, Parisi 5.5 (15' st Iuliano 5.5), Candela 5.5, Masiello 5.5 (4' st Alvarez 6), De Vezze 4, Giallombardo 5.5, Cordova 5.5 (42' st Pestrin sv), Floccari 6. (1 Paoletti, 31 Morello, 23 D'Aversa, 10 Iliev). Allenatore: Cavasin 5.
Arbitro: De Marco di Chiavari 6.5.
Reti: nel pt 14' Saudati, 35' Marzoratti; nel st 17' Saudati, 44' st Alvarez.
Note: angoli 5 a 5. Recupero: 2' e 2'. Espulso: 10' st De Vezze per proteste. Ammoniti: Giallombardo, Saudati, Iuliano per gioco scorretto. Spettatori. 1000.
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Avviso alle pretendenti per un posto in Champions league: dopo la pausa di Firenze, l'Empoli si traveste nuovamente da grande e rimane in lotta per il quarto posto. Pur senza brillare, la squadra di Cagni supera 3-0 (doppietta di Saudati e Marzoratti) un Messina che gioca bene almeno nel primo tempo ma non riesce a essere incisivo in attacco: le assenze di Di Napoli, Bakayoko e, soprattutto, Riganò costringono Cavasin a schierare il solo Floccari in avanti, facilmente arginato da Pratali e Vanigli.
Cagni invece ha abbondanza in attacco tanto che il ballottaggio della vigilia tra Saudati e Pozzi viene perso da...Matteini, visto che i due attaccanti saranno entrambi schierati come finalizzatori di un 4-4-2 dove Vannucchi parte da sinistra ma finisce spesso per accentrarsi. Il Messina gioca meglio nel primo tempo con Candela e Cordova capaci di mettere ordine in mezzo al campo e smistare il gioco soprattutto a sinistra dove Giallombardo (inserito all'ultimo minuto per l'infortunato Zoro, in difesa scala Lavecchia) e Parisi affondano con costanza.
Di occasioni vere, però, i siciliani non ne creano al contrario dell'Empoli, che colpisce alla prima opportunità. E' il 14' quando Raggi, in una rara proiezione offensiva, mette in mezzo trovando Saudati pronto alla girata di testa: 1-0. Il Messina non sembra subire il contraccolpo dell'immeritato svantaggio e torna a gestire il possesso-palla ma solamente con Cordova (22') impensierisce Balli.

L'Empoli lascia giocare ma colpisce come un serial-killer: calcio d'angolo di Vannucchi, Floccari si dimentica di Marzoratti che di testa schiaccia il primo gol personale in serie A. La partita è praticamente chiusa, a sigillarla ci pensa definitivamente De Vezze, che al 10' della ripresa si fa espellere per proteste. Sotto di due gol e in inferiorità numerica è notte fonda per il Messina, e al 17' paga la giornata un pò così di Caglioni, uscito malissimo su un altro angolo di Vannucchi: Saudati ringrazia e trova la comoda doppietta, ancora di testa.
Gli ultimi minuti sono di pura accademia: Cagni toglie Moro e Almiron (dentro Ficini e Marianini) mentre Alvarez, a tempo quasi scaduto, trova Balli impreparato e realizza il gol della bandiera. Cambia poco, la salvezza è ormai traguardo raggiunto per i toscani, che adesso possono pensare tranquillamente a un posto in Europa; per il Messina rimanere in serie A rischia di diventare un'impresa.

Fonte: La Sicilia

- La classifica di serie A

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01 marzo 2007
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