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Le Siciliane di A. Terza giornata di derby: il Palermo batte il Catania, il Messina batte la Reggina

21 settembre 2006

PALERMO - CATANIA 5-3
Palermo (4-3-2-1): Agliardi 4.5, Cassani 6, Zaccardo 5, Barzagli 7, Pisano 6, Gio. Tedesco 7 (16' st Guana 6.5), Corini 7, Simplicio 5, Bresciano 7.5, Di Michele 5.5 (31' st Diana 6.5 sv), Amauri 7 (41' st Caracciolo sv). (12 Fontana, 18 Parravicini, 21 Biava, 90 Brienza). All.: Guidolin 7.
Catania (4-3-3): Pantanelli 4.5, Silvestri 5, Sottil 5, Stovini 5, Falsini 5.5 (34' st Vargas sv), Baiocco 6, Biso 6, Caserta 6, Mascara 5.5 (43' st Del Core sv), Corona 7, G. Colucci 5 (27' st Spinesi 6.5). (16 Polito, 2 Sardo, 5 Minelli, 13 Izco). All.: Marino 6.5.
Arbitro: Trefoloni di Siena 6.
Reti: nel pt 27' Corona, 28' Gio. Tedesco; nel st 2' Simplicio, 22' Agliardi (autorete), 24' Corini (rigore), 29' Amauri, 36' Barzagli, 49' Spinesi.
Note: Angoli: 8-8. Recupero: 2' e 4'. Espulsi: nel st 46' Simplicio per doppia ammonizione Ammoniti: G. Colucci per gioco falloso; Gio. Tedesco per essersi tolto la maglia dopo avere realizzato il gol dell'1-1; Simplicio per comportamento antiregolamentare. Spettatori: 34.261 (17.973 abbonati, paganti 16.288), per un incasso di 628.937,63 euro
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È delirio rosanero, dentro e fuori lo stadio Barbera. Contro il Catania il Palermo si prende tutto in una notte: primato assoluto in classifica, vittoria nel derby più atteso e chiusura in grande stile, fra gli olè della folla. Già, proprio come se ci si trovasse in piena corrida spagnola. Il Palermo di Francesco Guidolin è una squadra pazza (forse anche troppo), ma che sa stupire, vincere e sa farlo con in modo travolgente. Come stasera, con una vera e propria prova di forza. Il Catania, però, non demerita e esce a testa alta dal campo nonostante il pesante passivo.
Per i rosanero undici gol fatti in tre partite e sette subiti, reti che farebbero pensare a un ruolino di marcia di zemaniana memoria e invece si tratta del Palermo allenato da un tecnico che molti considerano prudente e la cui creatura, invece, nel corso dell'attuale stagione, appare perfino eccessiva. In tutto e per tutto. Ovviamente, non ci vuole molto a ipotizzare che nemmeno il più ottimista dei tifosi avrebbe potuto prevedere di ritrovarsi al comando solitario della classifica del massimo campionato di calcio dopo sole tre giornate.
Il Palermo dei miracoli, infatti, è lì, solo davanti a tutti. In piena fuga. Si giocano due partite: una, quella del campo di gioco, non è bellissima, ma risultato ugualmente appassionante; un'altra, quella che si consuma sugli spalti, è spregevole, nauseante ed è fatta di lanci di razzi, fumogeni, oggetti di tutti i tipi.

Il Catania di Marino parte bene, imbastisce semplici ma efficaci manovre a centrocampo e si fa pericoloso in più di una occassione. Il Palermo, fin da subito, appare stanco, contratto, in difficoltà al cospetto di un Catania che non appare per nulla intimorito dal clima di uno stadio che sembra una polveriera. La partenza degli etnei è di quelle che rischiano di fare male: Zaccardo soffre l'ariete Corona, dall'altra parte Di Michele appare la brutta copia di quello ammirato a Roma, contro la Lazio.
Il Palermo tenta il colpo grosso dopo 15', ma Di Michele viene fermato forse irregolarmente in area da Stovini. Per Trefoloni è tutto regolare. La replica del Catania si fa attendere solo 3' ed è firmata Corona: l'attaccante palermitano (è originario del popolare quartiere della Kalsa) si libera al tiro, ma sulla parabola c'è il piede di Zaccardo, che la manda in angolo. Pantanelli all'8' alza in angolo un pallonetto di Di Michele e poi ferma un bolide al volo, ma centrale, di Giovanni Tedesco.
Il Catania tiene palla, ma è il Palermo a rendersi pericoloso addirittura in contropiede: Di Michele serve Simplicio che allunga per Amauri, il cui intervento in spaccata non lo porta però a impattare con il pallone. Poco prima della mezz'ora le fiammate dei due gol arroventano l'atmosfera del match che si trascina in equilibrio fino all'intervallo. Al 27' Corona, con una straordinaria veronica in area di rigore pianta Zaccardo in area e batte Agliardi con un rasoterra che il portiere del Palermo si lascia passare sotto il corpo, senza riuscire a trattenere la sfera. Un minuto dopo pareggio immediato dei rosanero. A fare centro è un altro giocatore di origine palermitana, Giovanni Tedesco, all'esordio stagionale. Il mediano raccoglie una carambola in area, su angolo di Di Michele, e batte Pantanelli.

In apertura di ripresa, il Palermo mette il sigillo sul derby, grazie alla complicità del portiere Pantanelli. Simplicio trova un corridoio centrale nella trequarti del Catania e, da circa 22 metri, fa partire un bolide rasoterra che Pantanelli non si lascia passare sotto il corpo, senza riuscire a trattenere il pallone. Poco dopo Di Michele fallisce il 3-1 a pochi passi dalla porta. A quel punto, smaltito lo choc per la rete di Simplicio, si riaffaccia nell'area avversaria e poco Corona non firma la doppietta; sulla sua conclusione, però, questa volta Agliardi è reattivo e manda in angolo.
Il portierino del Palermo al 20' commette forse l'errore più grossolano della sua breve, ma intensa carriera, regalando il pari al Catania. Paperissima di Agliardi, che potrebbe controllare di petto il più facile dei palloni, dopo un tiro dalla lunga distanza di Mascara, ma la sfera assume uno strano effetto e gli finisce alle spalle per il 2-2 del Catania. La gioia dei tifosi etnei dura poco, perché Corini su rigore, Amauri e Barzagli chiuderanno il conto. C'è tempo anche per il terzo gol dei catanesi con Spinesi al 49', ma i rossazzurri tornano a casa per la terza volta con cinque gol sul groppone nel giro di soli sei anni.


MESSINA - REGGINA 2-0
Messina (4-4-2): Storari 6; Lavecchia 6, Iuliano 5.5 (45'st Zoro sv), Zanchi 6, Rea 6.5; Alvarez 6.5, Coppola 6, Cordova 5.5 (8'st Ogasawara 5), Masiello 6; Riganò 7.5, Di Napoli 6.5 (34'st Iliev sv). In panchina: Caglioni, Morello, Ghomsi, Sullo. Allenatore: Giordano 7
Reggina (3-5-1-1): Pelizzoli 6; Lanzaro 6, Lucarelli 5, Aronica 5.5; Mesto 6, Amerini 6 (29'st Carobbio sv), Esteves 5 (15'st Amoruso 6), Tedesco 5.5, Modesto 6; Leon 5 (37'st Rios); Bianchi 5.5. In panchina: Campagnolo, Morabito, Giosa, Tognozzi. Allenatore: Bigon (Mazzarri squalificato) 5
Arbitro: Saccani di Mantova 5.5
Reti: 24'pt e 40'st Riganò.
Note: serata serena, terreno in buone condizioni, spettatori 15.000 circa, di cui 2.000 circa provenienti da Reggio. Angoli 4-1 per la Reggina. Ammoniti Lanzaro, Iuliano, Mesto, Riganò, Storari, Coppola, Ogasawara, Bianchi, Masiello. Recupero: 0'; 4'.
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Christian Riganò vince alla grande la sfida a distanza con Rolando Bianchi e regala la vittoria al Messina, che vola tra le grandi con 7 punti in classifica dopo tre giornate di campionato. Il derby dello Stretto è per la 19esima volta dei peloritani, grazie ad una doppietta dell'ex fiorentino che in riva allo Stretto sta ritrovando la verve dei tempi migliori. E così realizza un gol per tempo: nella prima frazione approfittando di un liscio di Lucarelli ed al 40' della ripresa agganciando un passaggio di Iliev, lasciando sul posto ancora Lucarelli e Mesto ed insaccando alla grande alle spalle di Pelizzoli che può solo guardare la palla infilarsi nella rete.
A Messina si sogna, la Reggina fa un passo indietro rispetto al match casalingo contro il Cagliari e conferma, qualora ce ne fosse stato bisogno, che la strada dal -15 alla salvezza è molto, molto irta. L'avvio di gara è lento, complice anche il terreno di gara scivoloso che ha reso difficile l'equilibrio dei 22 in campo. Nulla di nuovo nelle formazioni annunciate, con i due tecnici (Mazzarri in tribuna squalificato, in panchina Bigon) che non hanno regalato sorprese dell'ultimora. Sono le fasce le zone maggiormente battute da entrambe le squadre: da una parte è Mesto, al rientro, a cercare delle soluzioni aeree per Bianchi, ben controllato da Iuliano e Zanchi; dall'altra parte sono Alvarez e Di Napoli a cercare di convergere verso Riganò, anch'egli tenuto a bada da Lucarelli.

L'ex fiorentino, però, non manca l'appuntamento con il secondo gol consecutivo (poi diventeranno tre) al 24' quando, dopo un cross di Di Napoli, approfitta di un liscio di Lucarelli, ha il tempo di stoppare e poi di mettere di sinistro alle spalle di Pelizzoli. Il gol dei peloritani sveglia un pò la partita: Giordano osa e sposta più avanti Alvarez passando al 4-3-3 per approfittare degli spazi che inevitabilmente lascia la Reggina. Gli amaranto cercano di ragionare ed arrivano alla conclusione con Amerini al 35': il suo sinistro scheggia la traversa a Storari battuto. La ripresa sembra più dinamica, con la Reggina che evidentemente nell'intervallo è stata catechizzata dal tecnico Mazzarri.
I risultati si vedono perché la pressione che esercita la squadra amaranto nei primi minuti è importante, anche se si materializza con un tiro di Tedesco al 9' che Storari para guadagnandosi la sufficienza. Il Messina, però, non sta a guardare e si riorganizza cercando di contrattaccare. Così, al 12' Lavecchia prova con il sinistro ma la palla termina a lato ed al 14' il neo entrato Ogasawara ha sulla testa la palla del raddoppio ma gira debolmente verso Pelizzoli. Il tempo passa, ma il risultato rimane in bilico fin quando, al 40', Riganò si inventa la sua seconda rete ed al San Filippo vanno tutti in visibilio.

Fonte: La Sicilia

- La classifica di serie A

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21 settembre 2006
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