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Le Siciliane di A. Tra Palermo e Inter ha vinto la più forte. Sotto l'Etna segnali di ripresa. Il Messina perde col ''Diavolo''

27 novembre 2006

PALERMO - INTER 1-2
Palermo (3-5-1-1): Fontana 4, Dellafiore 6 (26' st Brienza 5), Barzagli 6, Zaccardo 5.5, Cassani 6, Diana 6, Corini 6 (43' st Gio. Tedesco sv), Guana 6, Pisano 5, Bresciano 6, Amauri 6.5 (8' st Caracciolo 5). (20 Sirigu, 3 Bovo, 18 Parravicini, 22 Munari). All.: Guidolin 5.5.
Inter (4-1-3-2): Julio Cesar 6, Maicon 6, Cordoba 6 (21' st Samuel 6), Materazzi 6.5, Grosso 6, Stankovic 6.5, J. Zanetti 6, Vieira 6.5, Solari 7 (38' st Cambiasso sv), Ibrahimovic 7 (4' st Crespo sv), Adriano 5.5. (1 Toldo, 6 Maxwell, 7 Figo, 16 Burdisso). All.: Mancini 6.
Arbitro: Rosetti di Torino 6.
Reti: nel pt 7' Ibrahimovic, 46' Amauri; nel st 16' Vieira.
Note: angoli: 6-4 per il Palermo. Recupero: 1' e 4'. Ammoniti: Guana e Stankovic per gioco falloso. Spettatori: 34.095, per un incasso di 845.454,00 euro.
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La ''fughina'' diventa sempre più fuga. L'Inter vince anche a Palermo e porta a 4 i punti di vantaggio sulla seconda, che ora è la Roma. Due a uno in stile 'vecchia Juve', visto che i gol sono arrivati da Ibrahimovic e Vieira. Vittoria cercata, voluta, strameritata. La nona consecutiva tra campionato e coppe: nessun allenatore nella storia nerazzurra ha fatto come Mancini. Che in Sicilia ha probabilmente trovato la sua Inter migliore di sempre.
Senza Dacourt, Mancio si è inventato una squadra a sorpresa. Non tanto per l'arretramento di Stankovic al posto del francese, quanto per l'inserimento di Solari come trequartista e per il rilancio di Adriano davanti. In panchina sia Figo che Crespo. Piccola rivoluzione anche nel Palermo, ridisegnato per necessità da Guidolin su un 3-5-1-1 con Amauri unica punta e Bresciano in appoggio. Pesano le assenze di Simplicio (squalificato) e Di Michele (infortunato), anche se quando si parte sembra il solito Palermo. Una fiammata di cinque minuti, che costringe l'Inter a ripiegare.
Ma è difficoltà solo apparente, perché alla squadra di Mancini basta affacciarsi nell'altra metà campo per trovare il gol al 7': lungo lancio dalle retrovie, Adriano appoggia dietro per Ibrahimovic che dai 30 metri prova il destro di prima intenzione. Tiro forte ma nemmeno troppo angolato, il resto lo fa Fontana che si lascia passare la palla sotto il corpo. Uno a zero. Per il Palermo il colpo è duro, non c'è reazione. Anzi, è l'Inter ad avere subito la palla per il raddoppio ma Solari al 10' mette fuori di testa da buonissima posizione.

È un'Inter solida, tosta, che aggredisce a metà campo senza lasciare tempo a Corini di ragionare. Rischia solo all'11', quando un'incertezza di Grosso libera Guana al cross basso, Bresciano però spara altissimo. Poi solo Inter. Al 27' punizione di Adriano, Fontana respinge e Vieira fallisce il tap in da pochi metri. Al 31' Adriano riceve tutto solo sul secondo palo ma conclude sull'esterno della rete. Largo di poco anche il sinistro di Grosso al 41', mentre al 43' Ibrahimovic su punizione impegna Fontana che stavolta si salva in due tempi.
Insomma, un monologo nerazzurro. Che il Palermo interrompe solo al 46', trovando però il pareggio: cross di Pisano da sinistra, Bresciano prolunga di testa a centro area dove Amauri s'inventa un esterno destro che s'infila nell'angolino basso. Uno a uno e tutti al riposo, con Ibra che si tocca la coscia. Quando si ricomincia lo svedese c'è, ma resiste solo 2 minuti. Poi deve lasciare a Crespo. Stesso destino per Amauri, che esce all'8' sostituito da Caracciolo. Senza punte, tocca ai difensori provarci. Come al 13', quando Materazzi su angolo colpisce benissimo di testa ma trova il palo a dirgli di no.

Il gol arriva comunque 3 minuti dopo: Adriano parte palla al piede da metà campo, poi vede Vieira sulla destra e lo serve. Destro in corsa del francese e palla all'incrocio. Due a uno. L'Inter stavolta s'accontenta. Rallenta il ritmo, amministra, più che cercare il terzo gol si preoccupa di non prendere il secondo. E ci riesce benissimo, perché il Palermo perde la sfida a centrocampo e non riesce mai a rendersi pericoloso. O meglio ci riesce davvero solo una volta, al 40', su azione d'angolo, ma il colpo di testa di Caracciolo da due metri trova il palo, pareggiando i conti con quello di Materazzi.
Prima della fine c'è ancora tempo per un destro di Bresciano da fuori, respinto a mani aperte da Julio Cesar, poi Rosetti fischia la fine. L'Inter vince un'altra sfida scudetto e scappa a +4. Se continua così sarà dura andarla a riprendere.

CATANIA - PARMA 2-0
Catania (4-3-3): Polito 6; Silvestri 6, Sottil 6.5, Stovini 6.5, Vargas s.v. (24' pt Lucenti 6); Izco 6.5, Edusei 6.5, Caserta 6.5; Colucci 6 (39' st Sardo s.v.), Spinesi 6, Corona 6 (30' st Del Core s.v.). (12 Ferrante, 5 Minelli, 25 Millesi, 34 Cesar). All. Marino.
Parma (4-3-2-1): De Lucia 6; Coly 6, Contini 6, Couto 6.5, Bocchetti 5; Ciaramitaro 5.5, Grella 5, Dessena 6 (34' st Cigarini s.v.); Pisanu 6 (32' st Paponi s.v.), Gasbarroni 6 (25' st Kutuzov 5.5); Muslimovic 5.5. (5 Bucci, 7 Castellini, 17 Rossi, 26 Ferronetti). All. Pioli.
Arbitro: Bergonzi di Genova 5.
Reti: nel st 21' Spinesi su rigore, 39' Caserta.
Note: Angoli 8-3 per il Catania. Recupero: 5' e 5' Espulso. Grella al 38' st per doppia ammonizione. Ammoniti Grella, Edusei, Gasbarroni, Coly e Contini per gioco scorretto Spettatori: 21.000
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Roma è dimenticata. Il Catania trova contro il Parma la vittoria che serviva per cancellare il tracollo di sette giorni fa all'Olimpico. I rossoazzurri archiviano una volta per tutte la peggiore sconfitta della loro storia nel campionato di A con un successo rotondo, impreziosito dalla rete numero 300 nella massima serie realizzata da Caserta.
Gli etnei vengono fuori alla distanza, quando il Parma rimane in dieci a causa dell'espulsione di Grella. L'opposizione dei locali diventa inevitabilmente meno efficace con il trascorrere dei minuti, le iniziative sulla trequarti di Gasbarroni e Pisanu si diradano e i padroni di casa guadagnano metri sino a sfondare facendo leva sulla continuità dei propri centrocampisti, a cominciare dall'esordiente Izco, piacevole sorpresa del match.

Marino, oltre agli squalificati Baiocco e Mascara, deve rinunciare a Pantanelli, bloccato da un problema a un gomito. In porta va Polito, al debutto in A. Prima presenza nel massimo campionato anche per l'argentino Izco, preferito a Lucenti nel ballottaggio a centrocampo. Pioli, senza Morfeo e Budan, opta per Muslimovic unica punta con Gasbarroni e Pisanu in appoggio.
Il Catania ha voglia di riscattarsi e parte con decisione. Dopo 12 minuti, Spinesi, perfettamente imbeccato in piena area da un cross di Vargas, stoppa bene, ma ritarda di un istante la conclusione permettendo a Couto il salvataggio in extremis. La replica ospite è di Dessena, che raccoglie un cross dalla sinistra di Gasbarroni scheggiando la traversa con un potente destro.
Il Parma tiene le linee molto vicine e i rossoazzurri hanno qualche problema a districarsi. Gli uomini di Marino reclamano il rigore al 21', quando Izco ruba palla a Ciaramitaro e viene messo giù in area dallo stesso Ciaramitaro: Bergonzi dà un'occhiata al guardalinee Agrisani e poi decide di far proseguire. Pochi minuti dopo è Grella, imbeccato da un corner di Pisanu, a provarci con una conclusione da fuori che Polito blocca a terra.
Al 38' il Parma resta in dieci. È proprio Grella, già ammonito, a entrare duro su Corona rimediando il secondo giallo e quindi l'espulsione. Pioli arretra Gasbarroni e Pisanu sulla linea di Ciaramitaro e Dessena passando al 4-4-1 con Muslimovic unico riferimento in avanti. Un rasoterra scoccato da Corona e finito di poco a lato chiude il primo tempo.

Nella ripresa, i catanesi cercano di alzare il ritmo. Nel primo quarto d'ora, però, i locali non vanno oltre un colpo di testa di Corona su punizione di Colucci parato da De Lucia senza problemi. Al 18', sugli sviluppi di un corner, Sottil ha la palla giusta per sbloccare il risultato, ma il difensore non angola l'inzuccata e permette a De Lucia di bloccare.
Il Catania passa al 21'. Bocchetti strattona in area Colucci e Bergonzi decreta il rigore, trasformato da Spinesi di potenza. Pioli rimpiazza Gasbarroni, già ammonito e graziato dall'arbitro dopo una dura entrata a centrocampo, con Kutuzov, ma sono gli etnei a sfiorare il bis in contropiede con Spinesi, che conclude a lato di sinistro. Il raddoppio arriva 39': Izco va via sulla destra e trova Caserta in area libero di battere a rete per il 2-0 che chiude la gara.

MILAN - MESSINA 1-0
Milan (4-3-1-2): Kalac 6, Bonera 6 (25' st Nesta 6), Simic 6, Maldini 7, Jankulovski 6, Brocchi 6.5, Pirlo 6, Gourcuff 6.5, Kakà 6.5, Inzaghi 5 (27' st Seedorf 6) , Gilardino 6 (42' st Borriello sv). (29 Fiori, 4 Kaladze, 31 Antonelli, 7 Oliveira). All.: Ancelotti 6.
Messina (4-5-1): Storari 6.5, Rea 6, Zoro 6.5, Iuliano 6, Parisi 5.5, Lavecchia 5 (7' st Alvarez 6), Cordova 6, De Vezze 5.5, Coppola 6 (19' st Floccari 6), Masiello 5.5, Riganò 6 (29' st Di Napoli 6). (88 Caglioni, 3 Minetti, 41 Sullo, 16 Ogasawara). All.: Giordano 5.5.
Arbitro: Gava di Conegliano 5.
Rete: nel pt 13' Maldini.
Note: angoli: 8-2 per Milan. Recupero: 1' e 5'. Ammoniti: Iuliano, De Vezze, Lavecchia per gioco falloso, Zoro per proteste e Di Napoli per comportamento non regolamentare. Spettatori: 42.515.
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Dopo un mese esatto dall'ultima vittoria in campionato, il Milan batte il Messina per 1-0 e torna a muovere una classifica che si era fatta quasi preoccupante. Arrivano i tre punti, ma non bastano per considerare chiuso il periodo difficile dei rossoneri, visto che anche contro un avversario modesto con il Messina il bel gioco resta sempre un ricordo degli anni passati. Capitan Maldini realizza la sua prima rete stagionale, la 28/a in carriera, e ridà al suo Milan una vittoria che al Meazza mancava addirittura da più di due mesi. Gli attaccanti di Ancelotti rimangono ancora a secco di gol, ma in questo periodo una vittoria basta e avanza per risollevare il morale di una squadra piuttosto in crisi che solo nella ripresa ha mostrato qualche bella azione.
Ancelotti ripropone la coppia Gilardino-Inzaghi dal 1' che non si vedeva dal 22 ottobre, mentre Giordano schiera una formazione piena di centrocampisti difensivi con il solo Riganò in attacco. E solo rimane il capocannoniere del campionato per tutto il primo tempo, senza che nessuno dei suoi compagni si degni di dargli un minimo di aiuto. Non si devono dannare Simic e Maldini per controllarlo e così i tifosi rossoneri devono trattenere il fiato solo quando Kalac deve controllare in presa alta un innocuo pallone capitato nella sua area. Visti i precedenti del portiere australiano in coppa Italia, basta e avanza per considerarlo un pericolo, ma resta l'unico che il Messina crea nei primi 45'.

Non fa molto di più il Milan che può ringraziare il suo capitano se un'altra serata di gioco tutt'altro che scintillante almeno non diventa una corsa affannosa verso la vittoria. Al 13' spunta la sua testa sulla punizione battuta dalla sinistra da Pirlo, Storari è più che sorpreso e così i rossoneri passano subito in vantaggio. Non cambia, però, l'atteggiamento del Messina che rimane sempre molto chiuso nella sua metà campo e quindi gli uomini di Ancelotti continuano a fare una gran fatica a costruire gioco.
Funziona meglio la coppia di sinistra Jankulovski-Gourcuff, mentre a destra non succede quasi nulla, ma è la condizione di Pippo Inzaghi a lasciare davvero perplessi: un suo colpo di testa da centro area finisce a dieci metri dalla porta di Storari e lui per primo si mette le mani nei capelli, sorpreso per aver prodotto un obbrobrio del genere. Pirlo gioca a intermittenza e tutto sommato la difesa dei siciliani guidata da un buon Zoro non corre eccessivi pericoli, visto che Storari si deve salvare con un po' di fortuna solo su un'incursione di Kakà al 26'. Ci starebbe anche un rigore per il Milan quando Zoro affossa Giardino, ma Gava è troppo impegnato a controllare la coppia Iuliano-Inzaghi e non vede una trattenuta che meritava di essere punita.

Dopo un'ora di nulla in attacco, Giordano inserisce una seconda punta (Floccari) e, poco dopo, mancano solo un paio di centimetri al pareggio del Messina: al 21', il cross di Parisi finisce sulla testa di Riganò che coglie contro tempo Kalac, ma la palla finisce di un niente a lato. La palla gol del Messina sveglia i rossoneri che trovano più spazi e vanno vicini al raddoppio ancora con un colpo di testa di Maldini ma questa volta Storari riesce a salvarsi. Non può mancare il consueto legno colpito dai rossoneri e questa volta è Kakà al 31' a portare a 13 il numero di pali centrati dal Milan in questa stagione. Il brasiliano chiude in crescendo la sua gara e impegna un paio di volte Storari, ma il risultato non cambia. Di questi tempi magri per il Milan, basta e avanza per tirare almeno un sospiro di sollievo.

Fonte: La Sicilia

- La classifica di serie A

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27 novembre 2006
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