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Non sarà un bianco Natale

Sole e clima mite fino a Capodanno. L'unico problema? Lo smog!

24 dicembre 2015

Un buon Natale. Almeno per quanto riguarda il meteo e le previsioni per questi giorni di festa. Il sole c'è, pronto a restare fino a Capodanno. Si sveglia presto, la mattina, nascosto dalla nebbia, per poi aprirsi un varco e restare immobile le ore, poche, prima del tramonto.
La sua presenza è dovuta alla permanenza sull'Italia di un anticiclone di 1034 hectopascal che favorisce l'accumulo di umidità negli strati più bassi dell'atmosfera con conseguente formazione di nebbie in banchi sulla pianura padano veneta, e al mattino anche nelle valli e nelle aree pianeggianti del Centro-Sud mentre nubi medio-basse compatte insistono tra Liguria, Toscana e Val Padana, dove, in effetti, qualche pioggia è prevista. Il problema resta lo smog che continua, per lo stesso anticiclone, ad avvolgere l'Italia.

In questo anomalo dicembre in Italia è caduto infatti il 91% di acqua in meno rispetto alla media del periodo dopo un mese di novembre con piogge praticamente dimezzate (-49%) ma con punte di meno 80% al Nord. E se da un lato l'alta pressione regalerà tempo stabile per le festività, dall'altro nelle città si continuerà a respirare aria pesante. La svolta con neve, e temperature più basse, sono probabili da dopo Capodanno, per la Befana.
Secondo Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito ilMeteo.it "il tempo non cambierà nemmeno per la fine dell'anno e l'inizio del nuovo. L'alta pressione però subirà uno spostamento, si innalzerà e ruoterà verso la Russia, favorendo la discesa di aria gelida proprio da Est ma per sfiorare solamente il tacco d'Italia". Bel tempo insomma, che però potrebbe preoccupare, come ogni anomalia. "Da una parte il caldo anomalo può fare un po' di paura anche se durante le feste favorisce molte attività all'aperto, come le passegiate". Non attività proprio 'invernali' però. "Infatti. L'altra faccia della situazione certo è la totale assenza di neve. Tutta la parte sciistica è a zero. Ma non è la prima volta", continua Sanò "è già successo all'inizio dei Novanta, precisamente nel 1989, '90 e '91. Inverni siccitosi e poi nevicate tra febbraio e marzo".

Cambiamenti climatici dovuti all'opera dell'uomo a parte o il fatto dell'"estremizzazione del clima", spiega Sanò, "ci sono elementi e soprattutto la tendenza ad avere estati sempre più calde e inverni miti, ma ci sono stati anche casi di nevicate eccezionali, come è successo nel 2012, così non è detto, quest'inverno potrebbe nevicare, certo non ora, non prima di febbraio". Il meterologo non ha dubbi, fino a fine anno la situazione sarà stabile, addrittura con un aumento delle temperature tra Natale e Santo Stefano: "Da 5 a 10 gradi sopra lo zero a 1500 metri, cosa che non si verificava dal 1990. La novità arriva da Capodanno, con due scenari possibili. Uno, permane l'alta pressione. Due, come eleborato da alcuni modelli matematici, arriva aria fredda dalla Russia verso i balcani che, tra Capodanno e Befana potrebbe lambire le regioni adriatiche e meridionali. Lo scopriremo fra qualche giorno, dopo Natale", spiega.

E bisogna vedere il lato positivo. Non piove ma "la natura tende a compensare, solo che non ci dice quando. Certo non è detto che lo faccia immediatamente. Non dimentichiamo che il 2014 fu un anno con eccesso di precipitazioni" continua l'esperto.
Le nebbie in banchi sono presenti al mattino nelle valli, aree pianeggianti e lungo i litorali, specie tirrenici e marchigiani, ma in dissolvimento durante il giorno quando predomineranno le schiarite.
Le temperature sono più miti della norma. Tra i 5 e i 10 gradi in Val Padana fino a 16 nelle altre località, restano in lieve calo sull'arco alpino, Liguria, ed area appenninica settentrionale ma senza variazioni di rilievo altrove. I venti deboli, localmente moderati settentrionali sulla Puglia, e settori ionici di Calabria e Sicilia, da deboli a moderati meridionali su Liguria e Sardegna,i variabili sul resto del territorio. I mari da molto mosso a mosso il basso Jonio, mossi il mar Ligure, il mare e canale di Sardegna, il basso Adriatico, il canale d'Otranto e l'alto Jonio, poco mossi o quasi calmi i restanti bacini.

E in un inverno in cui le previsioni sembrano tutte possibili, dal gelo artico al record di caldo, Sanò dà una spiegazione. "Una teoria tiene in considerazione El Niño, che raggiunge il picco il giorno di Natale, il giorno della nascita del bambin Gesù e per questo si chiama così. El Niño è un fenomeno climatico periodico che si verifica nell'Oceano Pacifico centrale nei mesi di dicembre e gennaio in media ogni cinque anni, ma con un periodo statisticamente variabile fra i tre e i sette anni. Il fenomeno provoca inondazioni, siccità e altre perturbazioni. Investe tutto il mondo e quest'anno è più forte degli ultimi ottant'anni. Quando c'è, per alcuni, in Europa c'è un inizio di inverno siccitoso e una seconda parte fredda e nevosa. L'altro centro meteorologico è quello di Reading, in Inghilterra. Secondo i loro dati dicembre e gennaio sarebbero stati sopra la media di due gradi in tutta Europa, con un seguito mite e secco anche per tutto febbraio e marzo. Quindi un inverno con meno sconvolgimenti, più piatto". [Articolo di Katia Riccardi - Repubblica.it]

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24 dicembre 2015
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