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Nuova tragedia nel Canale di Sicilia

Un gommone carico di migranti si è sgonfiato fra le onde del mare forza 4 e venti persone sono state inghiottite dall'acqua

07 settembre 2015


(Foto d'archivio)

Mentre il mondo intero, e in particolare l’Europa, sembra finalmente accorgersi nella giusta maniera dell’immane dramma delle migliaia di profughi che quotidianamente si spostano dal Medioriente e dall’Africa verso il Vecchio Continente fuggendo dalle guerre e dalla miseria (il governo tedesco, ad esempio, metterà a disposizione degli Stati federati e dei Comuni sei miliardi di euro per far fronte agli arrivi record di migranti nel Paese), nel Canale di Sicilia continuano a consumarsi tragedie.
Ieri mattina, un gommone carico di migranti si è sgonfiato fra le onde del mare forza 4 e venti persone sono cadute in acqua. Non c'è stato nulla da dare.

La nave della Marina Militare Dattilo ha soccorso 107 migranti a bordo del gommone e li ha subito trasbordati su due unità della Capitaneria di porto. Poi, sono proseguite le ricerche dei dispersi. Ma nessun corpo è ancora emerso dal mare, nel tratto che si estende a trenta miglia dalle coste della Libia.
Di vittime hanno parlato gli operatori del progetto Mediterranean Hope, della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, finanziato con i fondi dell'8 per mille delle chiese valdesi e metodiste e attivi a Lampedusa, che hanno raccolto i racconti dei migranti. Alcuni hanno riferito di aver perso congiunti, due figli e un fratello, altri avrebbero visto amici e conoscenti inghiottiti dal mare al largo della Libia.
"Io ho perso due figli piccoli e un fratello", ha detto una donna proveniente dalla Nigeria appena arrivata al porto di Lampedusa, ieri sera. Un giovane del Gambia ha detto agli operatori di aver perso due amici fra le onde. Parole fra le lacrime, in un'altra sera difficile a Lampedusa.

Ieri mattina nel porto di Pozzallo (RG) è entrata la nave battente bandiera irlandese "L. E. Niamh", con a bordo 329 migranti soccorsi sabato nel Canale di Sicilia su un barcone in difficoltà. Sono quasi tutti uomini, soltanto 10 le donne, di cui una in stato di gravidanza ricoverata in ospedale per accertamenti.
E sempre a Pozzallo è giunta una famiglia svedese da Stoccolma per visitare il centro di prima accoglienza dei migranti e donare diversi prodotti per l’igiene personale (dentifrici, sapone, detergenti). Un piccolo gesto di solidarietà che i migranti ospiti del centro hanno molto apprezzato.
I componenti della famiglia svedese si sono emozionati ascoltando le storie di guerra e di miseria dei migranti, commosse Marianna Huusko, 78 anni, e la figlia Jaana Huusko. "Abbiamo visto la grande speranza che traspariva dagli occhi di questi migranti e quando torneremo in Svezia parleremo della gente di Pozzallo che quotidianamente vive questa problematica e la affronta con dignità e grande sacrificio".

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07 settembre 2015
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