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Pensioni da fame, scaloni e/o scalini, precariato e nuova previdenza: dove andranno i soldi del ''tesoretto''?

21 giugno 2007

La pensione di un terzo degli italiani non supera i mille euro al mese. Addirittura il 24% dei pensionati percepisce un assegno inferiore a 500 euro.
Questa sconsolante fotografia della situazione italiana è stata scattata dall'Istat, che ha realizzato uno studio sui pensionati elaborando dati del 2005.
Ecco perché la scorsa settimana i pensionati sono scesi nelle piazze delle massime città d'Italia coordinati dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Più di 200 mila persone per chiedere l'approvazione della legge sulla non autosufficienza e più fondi per le pensioni più basse.
Una ''Giornata di lotta'' che non poteva lasciare indifferente la classe politica mentre in ballo c'è il ''tesoretto'', ovvero l'extragettito fiscale, che ancora non ha trovato ancora il destinatario finale, e che ha riproposto fortemente l'intricato discorso sulla riforma pensionistica tra scaloni e scalini.

Tanto che ieri è stato il presidente del Consiglio in persona ad andare al Parlamento per rispondere ad un question time sul tema.
Davanti alla platea degli onorevoli Romano Prodi ha affermato che più della metà del ''tesoretto'' sarà utilizzato per aumentare le pensioni minime. ''Il governo è impegnato - ha detto il premier a Montecitorio - a utilizzare più della metà delle risorse'' disponibili ''per il miglioramento delle pensioni più basse. In tal modo ci sarà un miglioramento per 2 milioni di persone''.
Per gli interventi utili a combattere il precariato, il premier ha poi precisato che ''le risorse arriveranno dalla riorganizzazione del sistema, a partire dalla razionalizzazione degli enti previdenziali: si può così venire incontro almeno parzialmente alle disparità di trattamento''.
Poi, in un altro passaggio, è sembrato aprire alla riforma della previdenza: ''Il governo si è impegnato anche a sostituire con percorsi di gradualità lo scalone introdotto dal precedente governo. E' indubbio il problema dell'iniquità della riforma Maroni. In un sol giorno, dall'1 gennaio 2008, i lavoratori si vedranno spostare in avanti di tre anni la soglia di accesso alla pensione'', ha detto Prodi. ''Noi abbiamo quattro obiettivi nella concertazione con i sindacati - ha aggiunto - equità, incremento del tasso di permanenza al lavoro, rispetto delle grandezze di ordine finanziario, stabilità a lungo termine del sistema. Sono linee alle quali ci atteniamo nel confronto in corso con le parti sociali''.

Proprio sul tema della riforma delle pensioni e l'abolizione dello scalone (l'innalzamento dell'età pensionabile da 57 a 60 anni con 35 anni di contributi) è in atto un duro scontro tra il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa e la Sinistra radicale. Nei giorni scorsi, esponenti del governo avevano indicato nell'accorpamento degli enti previdenziali (la cosiddetta SuperInps) la via per reperire le risorse necessarie a riformare lo scalone.

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21 giugno 2007
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