Pizzo, a Palermo pagano ancora tutti
La dura denuncia di Confindustria: "Quello che fa più rabbia è la reticenza dei commercianti"
I negozi del centro continuano a pagare il pizzo. Il 90 per cento dei commercianti della "Palermo-bene", secondo Confindustria, paga, non denuncia e, se i singoli imprenditori vengono convocati dalle forze dell'ordine per testimoniare, non ammettono di essere vittima del pizzo.
È una Confindustria choc quella che scende in campo contro il pizzo, e non è la prima volta che accende i riflettori sulla zona più elegante della città, dove nei giorni scorsi c'è stata l'intimidazione messa a segno nei confronti dei titolari della steak house "Zangaloro meat factory", in via Isidoro La Lumia. Gli esercenti, contravvenendo a una regola deteriore che non passa mai di moda, a testa alta hanno denunciato l'accaduto e tenuto il negozio aperto.
Un segnale chiaro, quello registrato dall’associazione degli industriali: il fenomeno pizzo continua a strisciare nel "salotto buono", ma che in pochi sono disposti ad ammettere che esista e a combatterlo. "Quello che fa più rabbia - afferma Giuseppe Todaro, delegato per la legalità di Confindustria Palermo - è la reticenza dei commercianti, anche di fronte a contestazioni specifiche. Non ultimo, il caso di un "pizzino", trovato a quattro incensurati in maniera casuale, durante un controllo di routine. Il biglietto - racconta Todaro - conteneva il famigerato marchio della lettera P, che potrebbe significare pagato o pizzo, e il nome di venti commercianti della cosiddetta Palermo-bene". [Articolo di Salvo Ricco - GdS.it, 27 Dicembre 2014]