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Sono morti mentre lavoravano

Incidente al polo petrolchimico di Priolo: morti due operai di 33 e 37 anni mentre facevano manutenzione

10 settembre 2015

Incidente mortale ieri mattina nella zona industriale di Priolo. Due operai - Michele Assente, 33 anni, siracusano e Salvatore Pizzolo, 37, di Melilli - dipendenti della ditta Xilonia -, hanno perso la vita all’interno dell’impianto Versalis, ex Icam.
Non è ancora chiaro cosa sia successo nel pozzetto dove i due operai stavano effettuando lavori di manutenzione e sarà l'inchiesta della Procura di Siracusa a stabilirlo.
Probabilmente uno dei due s'è sentito male per le esalazioni di etilene e l'altro ha tentato di salvarlo, ma entrambi non ce l'hanno fatta.

Un terzo operaio ha invece allertato i soccorsi, che sono prontamente intervenuti e hanno provato a rianimare i due operai, ma non c’è stato nulla da fare.

I lavoratori hanno abbandonato lo stabilimento, concentrandosi davanti ai cancelli, mentre le forze dell'ordine effettuavano i primi rilievi e parenti e amici piangevano per la morte dei due operai. Il magistrato Tommaso Pagano, che coordina l'inchiesta, ha disposto l'immediato sequestro dell'area e l'autopsia sui corpi degli operai, mentre tutte le sigle sindacali hanno proclamato per oggi lo sciopero generale. Si sono fermati i chimici, i metalmeccanici, gli autotrasportatori.
I segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto al prefetto di Siracusa, Armando Gradone, la convocazione di un tavolo di emergenza per la sicurezza nella zona industriale alla presenza di tutte le aziende del polo. "Ancora una volta si tratta di una tragedia annunciata vista la continua assenza di controlli nell'assegnazione degli appalti", dicono Claudio Barone, segretario della Uil Sicilia, ed Emanuele Sorrentino della Uiltec.

La Fiom denuncia che "negli ultimi anni per via della crisi l'azienda ha ridotto gli investimenti sulla sicurezza nella Raffineria, si fa sempre meno manutenzione negli impianti e gli appalti vengono assegnati con ribassi che riducono la sicurezza: tutto ciò crea dei rischi".
"Le condizioni di lavoro soprattutto per gli operai dell'indotto sono peggiorate - accusa Tonino Recano della Fiom - Un operaio che entra col badge in Raffineria è abbandonato a se stesso, è sempre più complicato fare dei controlli".
Legambiente Sicilia chiede di indagare non solo le cause e le responsabilità di questi ultimi "omicidi bianchi e perseguire i responsabili, ma anche di individuare e fermare coloro che hanno stravolto il sistema degli appalti fino a farlo diventare uno strumento di ricatto e di morte".

"Sulla base delle prime informazioni raccolte dall'azienda e fermo restando che la reale dinamica dell'evento è tuttora in corso di accertamento da parte delle autorità, sarebbe da escludere la possibilità di una caduta accidentale dei due operatori all'interno del pozzetto di circa 40 centimetri di larghezza". E’ quanto afferma in una nota l'Eni. "Infatti, l'attività per la quale era stata incaricata la ditta esterna - prosegue - non prevedeva per la sua esecuzione l'ingresso all'interno del pozzetto, come esplicitato dal relativo permesso di lavoro, bensì l'ispezione di routine dell'asta fognaria collegata al pozzetto, mediante utilizzo di apposita videocamera e robot controllati dall'esterno". Versalis (Eni) conferma "che al momento non è stata richiesta né effettuata nessuna interruzione delle attività produttive dello stabilimento di Priolo". La società esprime "le più sentite condoglianze alle famiglie coinvolte in questo tragico incidente".

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10 settembre 2015
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