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Sotto processo degli stalinisti

Volano gli stracci tra Crocetta e Pd: "Preferivano Cuffaro e Lombardo?"

11 ottobre 2013

Volano gli stracci tra il presidente della Regione Rosario Crocetta e il Partito democratico. Dopo il tentativo - a quanto pare fallito - di ricucita il governatore si sfoga e va giù duro contro i democrat. "Da mesi sto facendo il bersaglio di tutti - ha detto il governatore ai giornalisti riuniti ieri in conferenza stampa - mi sono stancato. Nel mio partito ci sono dirigenti stalinisti che mi vogliono processare perché ho una idea. Io col Pd non ho problemi. Cosa c’è che non va in me? Preferivano Cuffaro e Lombardo? Lo dicano, qualcuno in effetti lo sussurra che a quei tempi pensava di contare di più".

Insieme a Crocetta gli assessori democratici Luca Bianchi, Mariella Lo Bello, Nino Bartolotta e Nelli Scilabra. La loro presenza alla conferenza ha fatto sì che uno dei cronisti presenti chiedesse se ci fosse dietro un significato politico. "Rispondo io, voglio togliere gli assessori dall'imbarazzo", ha risposto secco Crocetta, alzano il tono della voce. "Non voglio più rispondere a questi attacchi, io e i miei assessori - ha aggiunto - vogliamo solo governare. E non piangeremo se il mio partito ha deciso di essere all'opposizione di se stesso. Ho aderito al gruppo parlamentare all'Ars, come mi era stato richiesto e che fanno? Chiedono lo scioglimento del gruppo del Megafono, ma in quel gruppo non c'è alcun iscritto al Pd: questa è una visione stalinista. Si è riaperto il dialogo, ho incontrato Baldo Gucciardi e Giuseppe Lupo e Lupo che fa? Concordiamo un comunicato stampa e un minuto dopo rilascia dichiarazioni contro di me. Basta".

"Mi si dica cosa mi si rimprovera - ha proseguito Crocetta - Quali sono gli orrori dell'assessore Bianchi? Avere chiuso l'ultimo bilancio risparmiando 2 miliardi di euro senza far perdere un solo posto di lavoro? Sono colpevole di avere licenziato 35 imprese in odore di mafia? Di avere rivoluzionato la formazione professionale? Sono gli assessori a non piacere o è il presidente che non piace? Parlino chiaro". "E' questo il Pd che immagino - ha incalzato Crocetta - Questo partito sarà veramente democratico quando smetterà di pensare che le istituzioni vanno occupate, ma che si governa per il popolo".

Crocetta ha continuato dicendo: "Capisco i cinquestelle e Musumeci che mi vogliono sfiduciare, ma il mio partito? Vogliono sfiduciarmi? Il Parlamento può presentare la mozione, io non mi metterò a piangere, non sono legato alla poltrona". "Non ho problemi a presentarmi in Parlamento per parlare della crisi. Ma questa non è una crisi parlamentare. È una crisi del Pd. Credevo che il problema fosse superato, anche con un comunicato congiunto. Se poi Lupo concorda un comunicato e ne fa dieci diversi. Certo, se gli attacchi continueranno, non potrò non presentarmi in aula, per capire se una maggioranza c'è oppure no".
Riferendosi poi alla posizione di una parte del del Pd che durante la scorsa legislatura decise di sostenere il governo Lombardo dopo il ribaltone, col Pdl che passò all'opposizione, ha detto: "Larghe intese? Cracolici ha fatto le strette intese. Fu io ad andare da lui per dirgli di staccare la spina a Lombardo quando l'ex presidente ricevette il rinvio a giudizio. E Cracolici mi rispose: 'Che ne sarà di noi che abbiamo seguito questa linea'". "Comunque - ha aggiunto Crocetta - non ho voglia di fare polemiche".

Ma, la polemica invece si è subito innescata e Cracolici ha replicato al governatore sul suo blog: "Evidentemente Rosario Crocetta non ha buona memoria e dimentica che lui, con Raffaele Lombardo, si è incontrato a Roma nell'abitazione privata dell'allora senatore Giovanni Pistorio, per chiedere il sostegno alla sua corsa alla presidenza della Regione ancora prima che il Pd assumesse l'orientamento di candidarlo. Ed è utile sottolineare che questo incontro è avvenuto dopo che il Pd, e il sottoscritto come primo firmatario, aveva presentato la sfiducia a Lombardo a seguito del rinvio a giudizio, senza aspettare i consigli di Crocetta che è stato tra i sostenitori di quella esperienza". "D'altronde Crocetta aveva già buone frequentazioni con Lombardo che era il suo padrone di casa a Bruxelles - aggiunge - Per il resto, ricordo ancora una volta che non è stato Cracolici, ma il Partito Democratico nella sua maggioranza e nei suoi organismi dirigenti, a sostenere il governo tecnico di Lombardo. E non si trattò certo di 'larghe intese' ma di un'operazione politica che ha permesso di liberare la Sicilia dalla destra più forte d'Italia, e ha consentito a personalità come Crocetta di divenire presidente della Regione. Ma se c'è una virtù che Crocetta fino ad oggi ha dimostrato di avere, è proprio quella della irriconoscenza".

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11 ottobre 2013
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