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Stato di calamità istituzionale!

Assedio al governo Crocetta: da un lato gli impiegati regionali appoggiati dai sindacati, dall'altro i sindaci siciliani

18 marzo 2015

Per spiegare quanto sta succedendo all’interno del Palazzo della regione Sicilia, bisogna affrontare un discorso lungo e complesso, quindi, se ci si vuol capire qualcosa, armatevi di pazienza e cominciate a leggere...

Nelle ultime settimane il governatore siciliano, Rosario Crocetta, si trova alle prese con una ennesima fase di stallo che collima con quella che sembra una rottura irreparabile. Da un lato gli impiegati regionali appoggiati dai sindacati, dall'altro i sindaci siciliani, entrambi sul piede di guerra per i tagli che la Regione paventa come irrinunciabili.
L'assedio al governo alle prese con la finanziaria da chiudere e le ristrettezze economiche non sembra dare tregua al presidente.

Ieri, a Palazzo d’Orleans, Crocetta ha incontrato le organizzazioni sindacali relativamente alle norme di riduzione della spesa in materia di personale.
Nel corso dell'incontro è stata precisata da parte del governo, la necessità di provvedere ad un processo di equiparazione legislativo tra dipendenti regionali e statali e, a tal fine, è stato convocato per oggi (alle ore 15:00), un primo tavolo tecnico di confronto, alla presenza di tutti i sindacati, degli assessori all'Economia, Funzione pubblica e Lavoro, con i seguenti punti: 1) La necessità di inserire nella finanziaria tutte quelle norme che non sono oggetto di contrattazione specifica; 2) di aprire immediatamente il tavolo di contrattazione Aran-Sindacati, per verificare se prima dell'approvazione della finanziaria da parte dell'Ars, si possa addivenire ad un'intesa contrattuale; 3) la verifica del sistema di equiparazione tra regionali e statali; 4) l'individuazione di strumenti di riorganizzazione, in conseguenza anche degli esodi causati dai pensionamenti; 5) la verifica della possibilità di revisione della L.R. 10/2000.

Lunedì i sindacati, che per venerdì hanno proclamato una giornata di sciopero generale, hanno incontrato Crocetta ma le trattative si sarebbero interrotte per la posizione rigida espressa dall'assessore regionale all'Economia Alessandro Baccei in merito alla possibilità di rivedere le norme della finanziaria (LEGGI). All'incontro di oggi, secondo quanto riferiscono i sindacati, oltre al governatore saranno presenti anche gli assessori siciliani all'Economia, al Lavoro e alla Funzione pubblica Alessandro Baccei, Bruno Caruso e Ettore Leotta.

Ma intanto a minacciare di salire sulle barricate per i tagli ai finanziamenti ci sono anche i sindaci dei comuni siciliani, che ieri si sono riuniti in assemblea dall'Anci. Le amministrazioni sono ormai in ginocchio per la grave crisi economica degli enti locali, e ognuno dei primi cittadini è salito sul palco per raccontare i problemi del comune che rappresenta. Senza fare sconti a nessuno. Soprattutto ai deputati dell'Assemblea regionale siciliana, accusati di "non legiferare" e, in particolare, al Governatore siciliano Rosario Crocetta, destinatario di quasi tutte le lamentele dei primi cittadini.

A guidare l'assemblea un agguerritissimo Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, ma soprattutto a capo dell'Anci siciliana, che, indossando la fascia tricolore, ha enunciato tutti i "guai" dei comuni e ha parlato di uno "stato di calamità istituzionale". Orlando ha annunciato anche una sorta di gogna pubblica per i deputati regionali e nazionali: "Il prossimo 21 aprile, durante l'assemblea regionale con tutti i sindaci, presenteremo una grande mappa della Sicilia dove scriveremo i nomi di tutti i responsabili dello stato in cui versano i comuni dell'isola. Metteremo i nomi di tutti i deputati, regionali o nazionali di ogni provincia, perché appaia chiaro di chi è la responsabilità", ha annunciato Orlando fiero, applaudito da quasi tutti i sindaci presenti in un albergo cittadino con la fascia tricolore. "Ci siamo stancati di parlare genericamente di Regione e di Stato o di Parlamento. I cittadini devono conoscere i nomi dei responsabili in modo che ognuno sappia con chi deve prendersela", ha aggiunte Orlando.

Ma a colpire sono soprattutto gli interventi dei sindaci dei piccoli comuni. Che rischiano quotidianamente il default. Così il giovane Antonio Rini, attivissimo sindaco di Ventimiglia di Sicilia, si è sfogato: "Prima a farci chiudere era la mafia ora a farci chiudere è lo Stato, mi dispiace dirlo ma è la verità". "Oggi si sta diffondendo l'idea che lo Stato fa chiudere le imprese e crea solo preoccupazioni - ha aggiunto Rini - La Regione mi deve dare oltre 690 mila euro". Mentre il sindaco di Enna, Paolo Garofalo, che tra pochi mesi dovrà lasciare il posto a un successore, ha chiesto formalmente le "dimissioni dell'Assemblea regionale siciliana". "Chiediamo le dimissioni di un organo che è incapace di legiferare. Poi ci pensiamo noi a governare il territorio, lì vedremo chi è corrotto o no - ha detto Garofalo - Chi non sa legiferare abbandoni l'Ars, è inutile che aspettino le elezioni nazionali così qualcuno va a Roma, non ce la facciamo più. Crocetta è un alibi dell'Ars. E' un alibi perché per legiferare non serve il governo, ma il Parlamento che legiferi su quelle cose". Ed ha annunciato che il "21 aprile chiederemo le dimissioni dei deputati".

"Da oggi parte una iniziativa che dà seguito a quanto già deliberato da 200 consigli comunali della Sicilia, cioè dal 70 per cento dei comuni isolani. E l'adesione può ancora crescere, dopo questa delibera non ci resta che prendere atto che siamo in presenza di un atto di calamità istituzionale", ha detto Orlando riprendendo la parola. "Il problema in Sicilia, lo ribadisco, non è più economico ma istituzionale, non c'è più tenuta istituzionale. I comuni non hanno interlocuzione con la Regione. Ecco perché abbiamo deciso di lanciare un progetto di 'salute pubblica' nell'interesse dei cittadini".
Orlando ha quindi annunciato "una grande assemblea regionale che si terrà il prossimo 21 aprile a Caltanissetta". "La faremo entro il 30 aprile - ha detto Orlando - la data entro cui dovrebbe essere approvata una legge finanziaria che ci porterà a essere sindaci di un comune che non c'è più. Ci siamo stancati di subire le correnti dei partiti, faccio appello a una dignità istituzionale che vogliamo svolgere. E se qualcuno pensa di etichettare l'iniziativa come iniziativa di centrodestra ha sbagliato, così come sbaglia se pensa che sia una iniziativa istituzionale, le classificazioni appartengono alla vecchia politica e sono sotto gli occhi di tutti".

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18 marzo 2015
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