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Stop a vitalizi per i parlamentari corrotti

Il presidente del Senato, Piero Grasso: "Per abolire i vitalizi ai condannati non serve una legge"

26 febbraio 2015

I presidenti di Senato e Camera, Piero Grasso e Laura Boldrini sono pronti a fermare i vitalizi per i parlamentari corrotti, e il presidente del Senato rivendica con forza il potere del Parlamento di abolire questo "diritto acquisito".
In un documento illustrato agli uffici di presidenza di Camera e Senato, Grasso definisce "paradossale" la tesi espressa dal presidente emerito della Consulta Cesare Mirabelli, secondo cui servirebbe una legge. "Pur ammettendo che si possano toccare retroattivamente diritti previdenziali acquisiti, certamente non trova adeguata giustificazione la completa ablazione o la perdita del diritto pensionistico", scrive Mirabelli nella parte finale del parere indirizzato ad esponenti del Consiglio di presidenza del Senato.

Nel documento di sette pagine, inviato il 19 febbraio scorso, viene segnalato come siano "plurime e rilevanti" le "criticità costituzionali" della decisione immaginata sotto forma di eventuale deliberazione da parte del Consiglio di presidenza del Senato, "il cui contenuto incide per più profili su garanzie costituzionali". Avuto il documento soltanto l’altro ieri, Grasso ha scritto di proprio pugno un 'contro-parere' di oltre due pagine: il documento è stato illustrato nella riunione tenutasi ieri nel suo ufficio a Palazzo Madama con i questori di Senato e Camera, alla presenza della presidente di Montecitorio, Laura Boldrini.
La materia, secondo l’ex procuratore nazionale antimafia, "è ricompresa nell'autonomia normativa delle Camere". Il Senato ha tutto il diritto di abolire i vitalizi dei senatori condannati, non serve una legge, scrive Grasso. L'abolizione dei vitalizi non è "una sanzione penale accessoria", quindi non c'è alcun "divieto di retroattività" di cui tener conto.

L'abolizione dei vitalizi per i parlamentari condannati deriva dalla legge Severino: "Quando una condizione di eleggibilità viene meno cade il presupposto sia per l'esercizio di una carica sia per la percezione di emolumenti che sono collegati ad una carica che non si può più ricoprire. E questo deve riguardare anche i vitalizi e le pensioni", sostiene Grasso.
Il presidente del Senato ricorda che la proposta "che ho presentato al Consiglio di Presidenza dispone la cessazione nell'erogazione degli assegni vitalizi e delle pensioni nel caso in cui il senatore, cessato il mandato, sia stato condannato in via definitiva per alcuni dei reati soggetti al nuovo regime di incandidabilità. Si tratta di condanne a pene della reclusione di almeno due anni per reati di particolare gravità, quali i delitti di mafia, alcuni delitti contro la pubblica amministrazione, come il peculato, la concussione e la corruzione e altri gravissimi delitti come quelli eversivi e di terrorismo e contro la personalità dello Stato, la strage, l'omicidio, la tratta di persone, la violenza sessuale, l'estorsione, il riciclaggio, lo spaccio di sostanze stupefacenti".

Al presidente  Grasso si affianca la presidente della Camera Laura Boldrini: "La mia posizione sui vitalizi agli ex parlamentari - dice - è chiara e nota da tempo: ritengo personalmente inaccettabile che si continui ad erogarli a chi si è macchiato di reati gravi come mafia e corruzione. La decisione spetta ora all'Ufficio di presidenza della Camera e al Consiglio di presidenza del Senato, che sono certa arriveranno quanto prima a deliberare su una materia così delicata, sulla quale c'è anche molta attesa da parte dell'opinione pubblica".

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26 febbraio 2015
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