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STRAPPO TOTALE!

Impossibile accordo tra Regione Sicilia e sindacati su alcuni contenuti della Finanziaria

17 marzo 2015

Tra Regione siciliana e sindacati lo strappo oramai è totale e non più ricucibile. Sarà, dunque, protesta aspra, già a partire da oggi, mentre venerdì 20 marzo sarà sciopero generale.
Non è servito il tentativo di mediazione da parte del Governatore, Rosario Crocetta: i sindacati dei dipendenti della Regione, convocati a Palazzo d’Orleans, non hanno avuto l’occasione di parlare direttamente con l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei che, stando alle parole di Crocetta riferite dalla sigle avrebbe rifiutato il confronto.
La finanziaria resta quella che è, con le norme contestate su permessi sindacali, mobilità e prepensionamenti. Ma i sindacati non ci stanno e, dopo l’occupazione dell’assessorato all’Economia in via Notarbartolo, oggi hanno deciso di scendere in piazza con un sit-in davanti Palazzo d’Orleans; una sorta di prova generale per lo sciopero unitario dei lavoratori del comparto e della dirigenza della Regione, degli enti e delle società, in programma venerdì, quando un corteo da piazza Marina sfilerà fino a piazza Indipendenza, davanti alle sede della Regione.

All’Adnkronos, l’assessore Baccei, l’uomo mandato da Roma, ha detto di essere "apertissimo a parlare con i sindacati dei regionali" che, però, "non posso stravolgere la finanziaria. Non posso andare contro il principio di allineamento con le norme nazionali".
"Io sono sempre stato disponibile a parlare con loro - ha ribadito Baccei, contraddicendo di fatto le parole del Governatore - ma non posso andare contro i principi base della finanziaria".
Ma poco importa cosa dicano entrambi, oramai in rotta di collisione (sostiene Crocetta d’aver informato i dirigenti del Partito democratico che "un assessore da loro indicato rende impossibile il confronto con i sindacati che avevamo concordato" e quindi "la rottura con le parti sociali è una responsabilità di Baccei, non certo mia."), i sindacati hanno deciso, e un gruppo di loro insieme ad un gruppo di lavoratori hanno occupato per protesta i locali dell'assessorato regionale all'Economia.
"Ma chi comanda, il governatore o l’assessore all’Economia?", si sono chiesti, raccontando ciò che è avvenuto nel corso del faccia a faccia con Crocetta. La questione principale, comunque, riguarda i tagli ai regionali, che se ne lamentano e protestano. I qui pro quo tra Crocetta e Baccei importano poco e, al massimo, creano soltanto confusione.

Fatto sta che, con i dipendenti in stato di agitazione, gli uffici del Genio civile e i Centri per l’impiego potrebbero sospendere l’attività anche agli sportelli. Più difficile anche ottenere targhe, libretti e rinnovo della patente nelle sedi della Motorizzazione civile, che lavoreranno a scartamento ridotto. Servizi a metà si annunciano nelle Camere di commercio, all’Ente acquedotti siciliani e nel settore delle dighe. Ma la paralisi vera - secondo i sindacati - sarà venerdì: "L’adesione - annunciano - è stimata a oltre il 70 per cento". Per la prima volta tutte le sigle (Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Cobas-Codir, Sadirs, Siad, Ugl e Dirsi) marceranno compatte su Palazzo d’Orleans. "Crocetta - ha detto Enzo Abbinanti, della Fp-Cgil - è riuscito nel miracolo di ricompattarci tutti sotto un unico fronte comune".

Sotto il fuoco dei sindacati c’è soprattutto la riforma delle pensioni, che costano alla Regione 634 milioni di euro l’anno. Palazzo d’Orleans ha proposto di introdurre il meno vantaggioso meccanismo contributivo non solo a partire del 2004, anno in cui in Sicilia è entrata in vigore la legge Dini, ma dal 1996, come per gli statali. Uno smacco per i regionali, specie per quelli assunti prima del 1986 che finora hanno goduto del regime misto contributivo e retributivo. "Non si tratta di salvaguardare privilegi - dicono dal Codir - ma di tutelare un diritto maturato per legge. Non si può decapitare lo Stato di diritto".
Barricate anche contro i tagli alle indennità per il personale tecnico del Corpo forestale, i permessi sindacali e quelli per esigenze familiari (per gli statali il tetto massimo è tre giorni l’anno, per i regionali 45 giorni), la mobilità e i prepensionamenti. "Crocetta - attaccano dalla Cisl-Fp - dice che con i prepensionamenti si risparmierebbero 40 milioni in tre anni: spiccioli rispetto agli sprechi veri. Diteci quanto serve e vi diremo noi dove tagliare".

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17 marzo 2015
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