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Tra ''razza ariana'' ed ''embrioni-chimera''. La Gran Bretagna di Blair sostiene la manipolazione genetica

28 febbraio 2007

La Gran Bretagna sarà il primo paese al mondo che rilascerà autorizzazione esplicita per legge alla manipolazione genetica degli embrioni umani.
L'autorizzazione verrà data soltanto per il lavoro scientifico e sperimentale sugli embrioni, che dovranno essere comunque distrutti al massimo dopo quattordici giorni di vita, e dunque non riguarderà l'utilizzazione di tecniche di ingegneria genetica a scopo riproduttivo.
Ma i gruppi di pressione che si oppongono a questo tipo di ricerche per ragioni etiche e religiose temono che l'iniziativa aprirà comunque le porte all'alterazione della struttura genetica dell'embrione, compiendo un altro passo verso un futuro in cui la meta finale sarà la creazione dei cosiddetti ''designer baby'', bambini progettati in provetta, grazie a interventi sul Dna degli embrioni, o addirittura su sperma e ovuli, per renderli non solo più sani ma anche più belli, più intelligenti, più a misura dei desideri dei genitori.

Secondo quanto anticipato nei giorni scorsi da indiscrezioni raccolte da due quotidiani, il Daily Telegraph e il Daily Mail, la svolta è contenuta in un disegno di legge che il governo di Tony Blair sta mettendo a punto. Fino ad ora, se gli scienziati di qualche paese volevano compiere esperimenti genetici sugli embrioni umani, dovevano ottenere un permesso da enti specifici intitolati a controllare e regolamentare questo campo di ricerche. Tali attività verranno ora codificate una volta per tutte da una legge, che sostituirà l'ormai datato Human Fertilization and Embryology Act del 1990. Il testo della nuova legislazione riconferma il divieto di procedere ad alterazioni genetiche degli embrioni a scopo riproduttivo, ma soltanto per il ''prevedibile futuro'', ovvero fino a quando non esisteranno procedure più ''sicure ed efficaci''.
Lo scopo del provvedimento, affermano gli esperti, è palesemente quello di garantire alla Gran Bretagna, il paese in cui dieci anni fa fu annunciata la nascita del primo mammifero clonato, la pecora Dolly, un ruolo di leadership nello sfruttamento del promettente campo della genetica. Un business che per il governo Blair rappresenta una delle strade più importanti da percorrere nell'economia globalizzata del ventunesimo secolo.
La legge tuttavia, non avrà vita facile, perché gli oppositori si preparano a dare battaglia.

Ma non finisce qui. Infatti in Inghilterra si potranno portare avanti anche le ricerche su quelli che sono stati soprannominati ''embrioni-chimera'', ossia embrioni ibridi uomo/animale. Ad annunciarlo è stato il Times, il giornale che con più convinzione ha condotto la campagna per la creazione degli embrioni-chimera, ospitando il mese scorso l'appello di 45 scienziati, bioeticisti e politici - tra cui tre premi Nobel - che con toni accorati chiedevano di ''non fermare la ricerca''. Quella del Times è ancora soltanto un'indiscrezione, lanciata nel dibattito pubblico per premere ulteriormente sul ministro della Sanità, Caroline Flint, ma l'orientamento del governo inglese sembra chiaro: mantenere il suo ruolo di leader della ricerca ''libera''.
Il ministro Flint aveva inizialmente proposto un bando alla creazione degli embrioni chimera sulla base di sondaggi condotti tra l'opinione pubblica, secondo cui la maggioranza dei cittadini si sarebbe dichiarata contraria. Ma la comunità scientifica aveva prontamente replicato che ''le sole 535 risposte non potevano essere rappresentative, e che i pareri negativi erano sostanzialmente espressi da gruppi religiosi''.

Dunque nei laboratori d'Oltremanica sarà possibile nel prossimo futuro creare embrioni misti, a partire dall'ovulo di un coniglio o di un bovino, in cui inserire il patrimonio genetico umano. L'embrione così ottenuto sarebbe al 99,9% umano e capace di creare cellule staminali utili a trovare possibili terapie per patologie incurabili come l'Alzheimer, il Parkinson o la malattia del motoneurone.
Ma, benché gli esperti si affannino a ripetere che gli ibridi serviranno solo a scopi di ricerca, un dubbio rimane ed è lecito: se davvero si riuscirà a produrre gli embrioni-chimera, non ci sarà qualche scienziato che vorrà impiantarli nell'utero di una donna o magari di una mucca? Non sarà inevitabile scavalcare il limite successivo, e andare avanti nella manipolazione della vita umana? La risposta, degli scienziati, è pressoché unanime: naturalmente non sarà così, e la logica del piano inclinato, secondo cui una volta preso l'abbrivio si scivola insensibilmente verso il basso, è solo lo spauracchio con cui si vuole bloccare il progresso della scienza.

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28 febbraio 2007
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