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Troppo spazio per i siciliani. Lo studio del Wwf sugli ettari procapite di spazio per vivere

Wwf e ministero per l'Ambiente per ridurre l'Impronta ecologica delle regioni d'Italia

17 giugno 2004

Ogni siciliano sfrutta 3.37 ettari procapite di spazio per vivere; l'area degradata nell'Isola è pari al 9%, contro il 2% della Basilicata e il 4% della Puglia, e la superficie bioproduttiva della regione è pari a 1.90 ettari procapite. Numeri da cui si deduce che ogni isolano consuma 1.47 ettari procapite in più rispetto alla capacità biologica della Sicilia.
Sono i dati resi ufficiali, nel corso di una conferenza stampa del Wwf. Lo studio è stato finanziato dal ministero dell'Ambiente e Tutela del territorio ed è finalizzato alla realizzazione dello sviluppo sostenibile.
Tale iniziativa nasce dalla collaborazione tra il Wwf e il ministero dell'Ambiente allo scopo di incentivare politiche di programmazione, pianificazione e progettazione compatibili con le risorse naturali e vocazionali del Mezzogiorno e di garantire una crescita economico-sociale nel rispetto dell'ambiente.

Da qui l'idea di collaborare con il Wwf Italia per calcolare l'impronta ecologica delle Regioni, come indicatore della sostenibilità dei consumi di una certa popolazione, ossia calcolare la quantità di territorio produttivo necessario per sostenere il consumo di risorse e la richiesta di assimilazione di rifiuti da parte di una comunità espressa in ettari di superficie procapite.
L'indicatore è stato ideato partendo dai presupposti che per qualunque cosa si produca e si usi c'è bisogno di un flusso di materiali ed energia proveniente dall'ambiente naturale; che ci sono sistemi ecologici per riassorbire i rifiuti e che tutti gli insediamenti occupano spazi sottraendo suolo agli ecosistemi.

A confronto con le altre regioni, la Sicilia ha la minore impronta ecologica, seguita dalla Basilicata e dalla Puglia, rispettivamente con 3.41 e 3.45 ettari procapite, la Calabria, la Sardegna e la Campania con valori superiori al 3.56.
Più significative le variazioni relative al "deficit ecologico", la differenza tra l'impronta ecologica e la disponibilità locale di superficie bioproduttiva.
I risultati acquisiti, ha sottolineato il Wwf  "devono stimolare amministrazioni e cittadini a fare di più per ridurre gli sprechi e adottare comportamenti che limitino il consumo di risorse. La condizione è che non si vada avanti con sanatorie e condoni ma si valorizzi, invece, il patrimonio naturalistico dell'Isola rappresentato da parchi e riserve".

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17 giugno 2004
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