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Un ''papello'' di legalità

Ecco il manifesto per un mondo libero dalle mafie degli stati generali dell'Antimafia

26 ottobre 2009

Undici punti, per tentare, ancora e ancora, di liberare il mondo dalle mafie. Undici punti per un Manifesto, per un 'papello' assolutamente contrario a quello che nelle ultime settimane tutti gli italiani hanno imparato a conoscere. Un papello della legalità. Un manifesto contro tutte le mafie.

Dopo tre giorni di confronto e di analisi con le tante associazioni della rete Libera, guidata da don Luigi Ciotti, gli Stati Generali dell'Antimafia si sono chiusi con la lettura alla platea del Manifesto per un mondo liberato dalle mafie. Un manifesto frutto del lavoro di diciassette gruppi, cui hanno partecipato 100 relatori oltre 2.500 persone provenienti da tutt'Italia, dall'Europa e dai Paesi sudamericani. Il manifesto contiene impegni che l'associazione di don Ciotti intende assumersi per i prossimi tre anni, ma soprattutto le richieste da avanzare alla politica.
Poche ma concrete ed efficaci azioni sul piano normativo e culturale - si legge in una nota - per una nuova stagione di impegno nella lotta alle mafie:
1. approvare un testo unico della legislazione antimafia e garantire una più efficace azione di contrasto;
2. istituire un'agenzia nazionale per la gestione dei beni sottratti alle mafie;
3. colpire i legami tra mafia e politica attraverso la revisione del reato di voto di scambio e della normativa sui comuni sciolti per mafia;
4. adottare un codice etico che impedisca la presenza nelle istituzioni di persone condannate o rinviate a giudizio per gravi reati;
5. istituire un'authority indipendente contro la corruzione, dotata di poteri ispettivi e di controllo;
6. dedicare, con un provvedimento legislativo, la giornata del 21 marzo di ogni anno alla memoria di tutte le vittime di mafia;
7. estendere a livello europeo la normativa che prevede l'utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie;
8.
abolire tutte le discriminazioni a danno dei familiari di vittime innocenti;
9.
armonizzare le norme esistenti e garantire un effettivo riconoscimento, in sede civile, del danno biologico, di relazione e morale;
10.
affermare la centralità della scuola, dell'università e delle altre agenzie formative, nella definizione di nuove politiche sociali;
11.
difendere, in ogni sede, il diritto all'informazione garantito dall'articolo 21 della Costituzione".
Undici punti che l'associazione Libera chiede che siano attuati con urgenza dal mondo politico. Il manifesto sarà consegnato al presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato e alle istituzioni europee.

"Oggi - ha detto don Luigi Ciotti - sono avvelenati i 'pozzi' della politica. Bisogna cambiare falda trovare acqua pulita, acqua nuova. Una politica che sia veramente per il 'bene comune'. Si sente un gran parlare in questi giorni di un 'papello' che sarebbe la prova documentata di una trattativa tra mafia e Stato. Non vogliamo sottovalutare la gravità dei fatti su cui sono in corso le indagini, ma non esiste forse oggi un papello che è sotto gli occhi di tutti ed è fatto di scelte incoerenti come i provvedimenti che riducono l'efficacia dell'azioni di contrasto - vedi l'uso delle intercettazioni - o quando assistiamo al mancato scioglimento di amministrazioni comunali utilizzando scorciatoie che creano pericolosi precedenti, come nel caso del comune di Fondi, o il provvedimento dello scudo fiscale e il tentativo gravissimo di limitare l'autonomia della magistratura. Queste sono scelte incoerenti che fanno esultare le mafie. Non possiamo 'lottare' contro le mafie senza politiche sociali a tutela delle persone, dei piu deboli, senza interventi economici mirati e tutela e diffusione dell'area dei diritti".

Bisogna inoltre, ha elencato ancora don Ciotti, "contrastare l'abusivismo edilizio, eliminando il ricorso ai condoni; riformulare la legge sulla droga e sull'anti-doping mettendo al centro la tutela della persona; istituire un'Authority indipendente per contrastare il fenomeno del riciclaggio dei capitali di provenienza illecita, la repressione di traffici internazionali di armi, delle zone grigie e dei paradisi fiscali dove avvengono le triangolazioni, introducendo in particolare il reato di intermediazione". Gli stati generali dell'Antimafia hanno proposto anche una legge di iniziativa popolare per l'introduzione nel codice penale dei delitti contro l'ambiente e alle istituzioni chiedono il sostegno ai testimoni di giustizia (anche attraverso l'istituzione di un tutor), l'estensione del reato di corruzione tra i privati e l'istituzione di un'authority indipendente contro questo reato.
Don Ciotti ha commentato anche il reato di immigrazione clandestina, che ha definito "un mostro giuridico". Per don Ciotti, infatti, colpire le persone fragili causa illegalità. "Chi arriva - ha detto - deve essere accolto e per lui bisogna costruire percorsi. La sicurezza è un diritto di tutti i cittadini, le paure devono essere colte, ma penso che si debba evitare il reato di clandestinità che non tiene conto delle persone".
Infine, un'attenzione particolare sull'argomento da parte della televisione: la Rai dovrebbe "assicurare nei suoi palinsesti spazi di informazione e approfondimento sui grandi problemi sociali del Paese nel rispetto di quanto previsto dal contratto di servizio pubblico", puntando così allo sviluppo della docu-fiction oltre che a quello della fiction tradizionale.

[Informazioni tratte da AGI, Ansa, La Siciliaweb.it, Repubblica.it]

- MANIFESTO CONTROMAFIE 2009 (pdf)

 

 

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26 ottobre 2009
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