Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Un Popolo, due Stati... Il presidente palestinese Abu Mazen ha deciso di nominare un nuovo governo

16 giugno 2007

Ismail Haniyeh, dirigente di Hamas e fino a ieri primo ministro dell'Anp (Autorità nazionale palestinese), non vuole sentire parlare di colpo di Stato. ''Abbiamo la maggioranza in parlamento e nell'esecutivo - ha detto in un'intervista al quotidiano spagnolo El Mundo - e non potremmo in alcun modo fare un golpe contro noi stessi''. Hamas, ha detto ancora Haniyeh, detiene un potere legale che gli è stato conferito dall'elettorato.
Questa la posizione del dirigente del partito islamico a capo del governo palestinese fino a che a Gaza non scoppiasse la guerra civile conclusasi con la vittoria di Hamas su Al-Fatah, fazione fedele al presidente dell'Anp Abu Mazen.

Dopo quasi una settimana di furiosa battaglia, che ha lasciato sul terreno oltre 100 morti e portato il gruppo fondamentalista a controllare Gaza, ieri mattina la situazione appariva calma, in modo irreale. Nella Gaza occupata da Hamas, dunque, non si spara più. ''Il governo in carica - ha detto Haniyeh - porterà avanti i suoi compiti. Chiedo ai miei fratelli di Hamas di dichiarare un'amnistia generale e di garantire la vita delle persone''
Israele ha però deciso di chiudere tutti i valichi con la Striscia, incluso quello di Eretz. Fonti del governo di Gerusalemme hanno però precisato che Israele non permetterà che nella Striscia di Gaza, alla quale continua a fornire acqua ed elettricità, si crei una crisi umanitaria dovuta a un'insufficienza di generi di prima necessità a disposizione della popolazione civile.
Malgrado la decisione del presidente Abu Mazen di sciogliere il governo, il premier Haniyeh, ha detto di non avere alcuna intenzione di lasciare il suo incarico.
Abu Mazen è andato comunque avanti e ha nominato l'ex ministro delle Finanze Salam Fayyad, un indipendente, alla guida del nuovo esecutivo. Immediata la replica di Hamas, che ha criticato la decisione definendola un ''colpo alla legittimità'' e una ''trasgressione di tutte le leggi''.

Sugli edifici di Gaza City che furono basi e comandi delle forze di sicurezza fedeli ad Abu Mazen sventolano ora le bandiere verdi del movimento islamico. Anche il complesso che ospitava gli uffici del presidente a Gaza è occupato dai miliziani di Hamas. L'organizzazione fondamentalista ha offerto un'amnistia generale ai comandanti lealisti delle forze di sicurezza dell'Anp rimaste finora fedeli ai rivali sconfitti di al-Fatah.
Di fronte alla disfatta le Brigate dei Martiri di al-Aqsa, braccio armato di Fatah, hanno sollecitato il presidente a proclamare la legge marziale dopo aver già imposto sull'enclave e in Cisgiordania lo stato di emergenza. Da Nablus hanno inoltre lanciato un ultimatum agli esponenti di Hamas ''di lasciare entro 48 ore la Cisgiordania, in caso contrario verranno arrestati''. Un esponente di al-Aqsa ha riferito che ''numerose istituzioni di Hamas sono già state chiuse, e altre verranno chiuse nelle prossime ore. Hamas qui è considerato fuori legge''. La notte scorsa un esponente di Hamas è stato giustiziato a Nablus come vendetta per l'uccisione avvenuta giovedì a Gaza (conquistata da Hamas) del comandante locale delle brigate al-Aqsa.

E mentre ancora si attende di conoscere la composizione dell'esecutivo di emergenza deciso dal presidente Abu Mazen dopo lo scioglimento del governo di unità nazionale, oggi alle 18 (ora italiana) è previsto il giuramento del nuovo governo palestinese guidato da Salam Fayyad, che Hamas considerare ''illegittimo''. Sono 242 i palestinesi, per la maggior parte membri di Fatah, fuggiti nelle ultime ore da Gaza in direzione dell'Egitto. Secondo fonti egiziane, 107 palestinesi sono arrivati a bordo di un'imbarcazione nel porto di el-Arish, mentre altri 135 hanno varcato il posto di frontiera di Rafah.

Le reazioni della comunità internazionale - La comunità internazionale sta studiando come dare maggior sostegno al presidente moderato Abu Mazen. Il ministro degli Esteri italiano, Massimo D'Alema, parlando dell'ipotesi dell'invio di una forza multinazionale di pacificazione, ha detto che sua precondizione è che sia ''a garanzia di un accordo tra i palestinesi e con il consenso degli israeliani''. Dall'Unione Europea è arrivata una ferma condanna, senza esitazione, della ''violenza'' con cui Hamas ha preso il controllo di Gaza e Stati Uniti e Israele stanno valutando di sollevare le sanzioni economiche nei confronti dei territori in Cisgiordania.
''La situazione attuale è il risultato della debolezza delle forze palestinesi moderate - ha commentato il ministro degli esteri israeliano, Tzipi Livni -. Si tratta di un problema palestinese. Ovviamente ciò preoccupa Israele e la comunità internazionale, ma si tratta di un problema interno''. La Livni ha inoltre aggiunto che l'evolversi della situazione rischia di compromettere le possibilità di raggiungere un accordo di pace.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

16 giugno 2007
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia