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Venti di guerra sulle nostre teste...

Quando partiranno i droni americani armati, partiranno da Sigonella. Partiranno dalla Sicilia

25 febbraio 2016

Dopo la rivelazione (tardiva?) dell'accordo tra gli Stati Uniti e l'Italia, non sono mancate le polemiche, che continuano. "La Libia può essere stabilizzata solo con l'intervento delle forze locali - ha spiegato al question time di ieri il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, parlando dei droni Usa a Sigonella -. Un intervento militare di occupazione del paese sarebbe impensabile".
Il via libera ai droni armati americani dalla base di Sigonella "riguarda solo profili difensivi del personale" ed il loro uso è "di volta in volta discusso ed autorizzato da noi" e ciò è "in coerenza con la strategia italiana che punta al coinvolgimento della popolazione locale nella lotta al terrorismo".

Il ministro ha sottolineato che il raid americano dei giorni scorsi contro i terroristi a Sabratha "non ha interessato l'Italia né logisticamente né per il sorvolo". Pinotti ha quindi ricordato e ribadito "le scelte che il Governo ha fatto nella lotta all'Isis: noi fin dall'inizio siamo parte di una coalizione internazionale e sosteniamo con altrettanta determinazione il punto di vista nazionale, che mira al coinvolgimento diretto della popolazione locale nella lotta al terrorismo, fondamentale per la riuscita dell'azione. Lo facciamo - ha aggiunto - in Iraq, d'accordo con il Governo iracheno ed abbiamo lo stesso approccio in Libia". In questo Paese, ha proseguito, "l'Italia è parte attiva del piano per la stabilizzazione, nel pieno rispetto del diritto internazionale e delle direttive Onu. Stiamo coordinando la formazione della forza di sicurezza e stabilizzazione libica che dovrà intervenire quando sarà formato un Governo". "Quando il governo libico si sarà insediato - ha proseguito Pinotti - ci sarà bisogno di dare una mano per la sicurezza con addestratori e anche forze di protezione e a questo stanno lavorando 19 nazioni con il coordinamento dell'Italia".

Quanto a Sigonella, ha concluso il ministro della Difesa, "la base è usata fin dagli anni '50 dagli Usa. Più recentemente, quando è stato ucciso l'ambasciatore americano a Bengasi, ci è stato chiesto l'assenso per il rafforzamento in loco dei militari Usa in modo da soddisfare le esigenze di proteggere meglio i loro cittadini in tutta l'area del Nord Africa".
Per quanto riguarda poi l’utilizzo dei droni armati - che decollano con un piano di volo e obiettivi programmati con precisione chirurgica, una questione di intelligence, dunque -, saranno le informazioni che pervengono al Pentagono ed al Ministero della Difesa italiano a dare il via agli interventi in Libia, perché, com’è stato scrupolosamente precisato anche dalla Farnesina e Palazzo Chigi, i raid dei droni "siciliani" dovranno ottenere l’autorizzazione tricolore. Caso per caso, è stato specificato.

Al Movimento 5 Stelle non bastano le rassicurazioni del governo. "I fatti sono chiari: l'Italia sta per entrare in guerra e questo in barba alle risoluzioni dell’Unione europea che prevedevano, prima di un'azione in terra libica, un mandato del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e il consenso del governo libico. Quello stesso esecutivo unitario, faticosamente costruito negli anni, che ha condannato i raid Usa con i droni partiti proprio dalla base militare di Sigonella, in Sicilia". Ad affermarlo senza mezzi termini è Luca Frusone, deputato M5S della commissione Difesa, intervenuto al question time con il ministro Pinotti.

"Concedendo lo spazio aereo ai droni americani, l’Italia sta appoggiando una guerra illegale - ha detto ancora Frusone - e l’ennesima iniziativa unilaterale di una potenza militare i cui confini sono lontanissimi da quelli della Libia, al contrario di quelli italiani, e che può innescare una escalation analoga a quella che nel 2011 ha portato caos e distruzione in Libia e contribuito a impiantare in quel paese il terrorismo di Daesh".
"Il governo italiano - ha concluso il deputato pentastellato - oggi in aula, non ha negato il proprio coinvolgimento nei bombardamenti in Libia senza che il Parlamento, che dovrebbe rappresentare la cittadinanza italiana, abbia potuto dire una sola parola".

[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, SiciliaInformazioni.com, Adnkronos/Ign]

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25 febbraio 2016
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