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A caccia di meduse, dal mare alla tavola

Parte uno studio della Federcoopesca-Cirspe per rendere commestibili, anche da noi, le meduse

08 agosto 2017
A caccia di meduse, dal mare alla tavola

Da croce per bagnanti e pescatori, le meduse potranno essere presto consumate come un qualsiasi prodotto ittico anche in Italia, saltate in padella con i calamari o marinate in carpaccio, entrando magari nelle ricette della tradizione locale. Ricche di sali, proteine e collagene, assai poco caloriche, da secoli vengono cucinate in Asia, in particolare in Cina, ma non in Italia dove sono necessari determinati controlli dei processi di conservazione e di pesca. È proprio per superare questi due ostacoli che sta partendo uno studio della Federcoopesca-Confcooperative con il Centro Italiano Ricerche e Studi per la Pesca (Cirspe), per mettere a punto una sorta di brevetto per poter 'trattare' in tutta sicurezza la medusa, disidratandola e renderla commestibile.
"È un modo per diversificare l'attività dei pescatori e trovare nuovi mercati", spiega la Federcoopesca, nel ricordare che nei paesi asiatici le meduse pescate vengono disidratate con sale d'allume, il cui utilizzo in Ue deve sottostare ad alcuni controlli per legge.

Medusa "Polmone di mare" (Rhizostoma pulmo)

La ricerca si incentrerà sulla medusa 'Polmone di mare' (Rhizostoma pulmo) non particolarmente urticante, diffusa in particolare lungo tutta la costa ionica e adriatica, con dimensioni che possono raggiungere i 50-60 cm di diametro e i 10 kg di peso.
Top secret i dettagli della ricerca ma due cose giocano a favore per far sì che la medusa possa approdare presto nel piatto: la disponibilità di 2 italiani su 3 a mangiare alimenti nuovi dai sapori diversi, secondo un'indagine dell'associazione, e l'aumento costante della presenza di questi animali nei mari italiani. Secondo 'Occhio alla medusa', l'app scaricabile da smartphone che mappa la loro presenza lungo le coste, in 6 anni sono passate da 300 a 3000 e secondo i pescatori quest'anno se ne stanno registrando il 10% in più rispetto allo scorso anno.

Le regioni maggiormente interessate, come spiega all'ANSA il biologo Corrado Piccinetti dell'Università di Bologna, sono SICILIA e Puglia per la loro vicinanza a Paesi dove il fenomeno è particolarmente rilevante come Libano, Egitto, Israele. Una presenza dovuta alle correnti estive che le spingono verso le coste italiane dove l'acqua calda ne favorisce l'accrescimento. Non hanno troppi predatori se non le tartarughe, che spesso mangiano buste di plastica scambiandole per meduse; sono ottime cacciatrici di alici e gamberetti, due specie che scarseggiano quando le meduse abbondano. Costituiscono un problema anche per i pescatori perché ostruiscono le maglie delle reti da pesca, impedendo la cattura del pesce e rendendole pesanti al punto da determinarne la rottura. [Articolo di Sabina Licci - ANSA]

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08 agosto 2017
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