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Il paesaggio ibleo senza i frondosi carrubi non sarebbe così bello come lo conosciamo

Così come senza carrube non sarebbero altrettanto buoni alcuni dolci, bevande e cosmetici

16 giugno 2020
Il paesaggio ibleo senza i frondosi carrubi non sarebbe così bello come lo conosciamo
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L'area di origine del Carrubo è molto incerta. La maggior parte degli studiosi lo ritengono originario dell'Asia Minore o della Siria, altri pensano che abbia origine in Egitto; altri ancora lo credono originario della Sicilia.

Nell'Isola, di sicuro, durante la seconda guerra mondiale le carrube sfamarono migliaia di persone, destinate altrimenti a morire di fame e ancora oggi le rigogliose piante verdi e frondose, distinguono il paesaggio di alcuni territori.

Le carrube e i loro semi

Dal 2007 un'azienda di Modica, la CioKarrua Srl, ha recuperato l'uso di questo importante quanto dimenticato frutto selvatico per creare prodotti impiegati per molte funzioni diverse.

Infatti, dalla lavorazione della carruba si produce: la farina - dalla polpa e dai semi - per la preparazione di paste fresche alimentari e lo sciroppo che viene impiegato nel settore della pasticceria per dolci e marmellate, come aroma nel settore gelateria e nella realizzazione di caramelle e bevande non alcoliche e alcoliche, come addensante nella produzione di formaggi e creme e nell'industria conserviera e in quelle di trasformazione alimentari.

Lo sciroppo di carrube viene utilizzato anche nel settore medico per le sue qualità balsamiche e come regolatore intestinale, e infine nel settore cosmetico.

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Cioccolato di Modica e carrube - CioKarrua

Inoltre, volendo dare il giusto peso e valore agli altri sapori del territorio, l'azienda ha deciso di specializzarsi nella produzione del tipico cioccolato modicano: di origine azteca e importato in Sicilia durante la dominazione spagnola, è oggi apprezzato in Italia e nel resto del mondo per la semplicità dei suoi ingredienti e la "granulosità" della sua consistenza. Nel 2018 il Cioccolato di Modica è stato riconosciuto dalla Comunità Europea prodotto IGP, diventando così il primo Cioccolato registrato in ambito comunitario.

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Un po' di storia...

Campagna ragusana con carrubi - ph. Antonio Scribano
Foto di Antonio.scribano - Opera propriaCC BY 3.0

Il carrubo esisteva come albero spontaneo nelle terre del bacino orientale del Mediterraneo. La sua coltivazione pare ebbe inizio soltanto al tempo dei Greci, che la estesero in Sicilia, ma furono gli Arabi che ne intensificarono la coltivazione e la propagarono fino in Marocco e in Spagna.

Altri Autori sostengono che l'originaria diffusione del carrubo in Sicilia sarebbe dovuta ai Fenici, che della Sicilia furono i colonizzatori più antichi e provenivano da territori, quali il Libano, dove il carrubo può considerarsi originario.

Un "grappolo" di carrube al ramo

L'Enciclopedia Agraria italiana concorda con questa impostazione e afferma che il carrubo per le sue proprietà e caratteristiche fu sicuramente uno degli alberi da frutto più apprezzati dai Fenici e dai Cartaginesi.

Nel Medioevo furono certamente gli Arabi a interessarsi del carrubo, diffondendolo e intensificandone la coltivazione in tutto il bacino del Mediterraneo. Il suo frutto, divenuto noto a tutte le popolazioni cristiane d'Europa, veniva utilizzato per la preparazione di prodotti medicinali e di dolci.

I carrubi contraddistinguono i paesaggi del ragusano - ph. Giorgio Leggio
Foto di Giorgio Leggio - Flickr.comCC BY-SA 2.0

Nella seconda metà del Settecento interessanti notizie sulla coltura del carrubo in Sicilia vengono fornite dall'abate Sestini, il quale elenca tra le zone di maggiore produzione i territori di ModicaRagusaScicliComisoNoto e Avola.

A quel tempo, la produzione siciliana di carrube era valutata in 60 mila "cantara" (quintali) l'anno, dei quali 40 mila venivano esportati attraverso i porti di Augusta, Siracusa, Noto e Scoglitti, mentre il resto era utilizzato come alimento per il bestiame e per la povera gente, oltre che per usi medicinali.

Il carrubo più grande e antico della Sicilia si trova in contrada Favarotta, tra Cava d'Ispica e Rosolini. L'albero, sito all'interno della tenuta Caschetto, secondo gli studiosi avrebbe circa 2000 anni

Attualmente la coltivazione del carrubo è diffusa nella Spagna meridionale e nelle Baleari, in Portogallo, in Algeria, Tunisia e Marocco, in Palestina, nel Libano.

In Italia crescono carrubeti in Liguria, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e soprattutto in Sicilia, che resta la regione italiana più ricca di carrubi e dove la coltivazione è concentrata nella fascia di territorio compresa fra le valli del Dirillo e dell'Anapo: nella sola provincia di Ragusa si trova il 72% della superficie nazionale investita, che dà il 70% della produzione italiana ed il 78% di quella isolana.

La farina di carrube si contraddistingue per la sua versatilità d'uso

Ancora oggi, nonostante le frequenti estirpazioni per far posto alle colture intensive ed in serra, il carrubo domina quasi incontrastato, e spesso, nei terreni più scoscesi, costituisce l'unica macchia di vegetazione. È parte integrante del territorio ibleo, allo stesso modo delle sue rocce e dei suoi muri a secco, che assieme alle "masserie" costituiscono il pregio dell'architettura rurale di queste zone.

... e qualche ricetta

Tagliatelle prodotte con la farina di carrube

TAGLIATELLE ALLA CARRUBA
Dose per un kg. di impasto:

  • 800 gr. farina di grano duro;
  • 200 gr. farina di polpa di carruba;
  • 10 uova;
  • un pizzico di sale.

Versare Ia farina a fontana sulla spianatoia; mettere al centro l'uovo e il sale e lavorare l'impasto. Lavorare Ia pasta fino a ottenere una sfoglia sottile. Lasciatela asciugare q.b. e ricavarne nel modo consueto delle tagliatelle.

Per il condimento:

  • 300 gr. bottarga di tonno;
  • 2 spicchi d'aglio;
  • olio extra vergine d'oliva;
  • prezzemolo;
  • buccia d'arancia o limone grattugiata.
  • 1/2 bicchiere di vino bianco secco.

Soffriggere l'aglio e la bottarga (gr. 250) nell'olio d'oliva; aggiungere il vino bianco e lasciare evaporare. Versare Ia pasta precedentemente cotta e scolata, lasciare insaporire, prima di servire spolverizzare il tutto con prezzemolo tritato, buccia d'arancia e bottarga finemente grattugiate.

BISCOTTI ALLA MANDORLA E CARRUBA

Biscottini di mandole e carrube

  • 1 kg. mandorla cruda;
  • 1 kg. zucchero;
  • 400 gr. farina di carruba;
  • 200 gr. sciroppo di carruba;
  • albume q.b.;
  • aromi: vaniglia (facoltativa).

Mescolate tutti gli ingredienti e lavorate il composto fino a ottenere una pasta morbida. Date ai biscotti Ia forma desiderata e poneteli in forno a 210° per 13 minuti circa.

N.B. La quantità di farina di carruba può essere aumentata a seconda del Vs. gusto. È consigliabile rotolare i biscotti nella farina di carruba prima di infornarli.

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16 giugno 2020
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