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Sicilia-New York sola andata: una lunga storia d'amore (gastronomico)

Nella Grande Mela sono tantissimi i locali che celebrano la Sicilia e la sua cucina

11 aprile 2017
Sicilia-New York sola andata: una lunga storia d'amore (gastronomico)

Foto www.italoamericano.org

[Articolo di Liliana Rosano - Repubblica.it] - Dalla Sicilia si arrivava con molti ricordi in testa e con poco. Si creavano piatti, ci si improvvisava chef e ristoratori con gli ingredienti che il mercato offriva. Nasceva oltreoceano la cucina italo-americana, simbolo di un sud, Sicilia in testa, rappresentata da piatti come il pollo al Marsala, gli spaghetti con le polpette di carne, le fettuccine Alfredo, il chicken parmigiana, i rice balls. Un’identità culinaria unica, ibrida, che ha ceduto al bisogno del consumatore a stelle e strisce piú che alla fedeltà delle ricette. A stravolgerla ci hanno pensato le nuove generazioni emigrate negli ultimi venti anni dalla Sicilia nella Grande Mela, i nuovi brand ambassador della Trinacria portano alto il vessillo gastronomico dell’Isola raccontando le storie e le tradizioni che ci sono dietro ogni piatto.

Arrivato a NY venti anni fa da Misilmeri, in provincia di Palermo, Giusto Priola, undici anni fa taglia il nastro di Cacio e Vino, primo ristorante autenticamente siciliano nell’East Village di Manhattan. Un ambiente caldo e familiare, un menu che racconta la tradizione autentica, casereccia: pasta con il nero di seppia, sarde a beccafico, caponata palermitana, tra i piatti. "Il mio segreto: autenticità, materie prime siciliane".
Da Trapani arriva invece lo chef Salvatore Fraterrigo, che lo scorso Maggio ha aperto a Manhattan Norma-Gastronomia Siciliana, nel cuore di Midtown East, Murray Hill. "Ho voluto portare l’idea di una cucina popolare, rustica ma elegante rappresentata da arancine, pizze con grani antichi siciliani, cabbuci e il trionfo della pasticceria siciliana".
C’è un pezzo della sua Catania, precisamente il mercato etneo della pescheria, nel terzo locale da poco inaugurato nel cuore del Village, vicino Soho: Piccola cucina Estiatorio. Il nome greco rimanda alle taverne più elaborate ed eleganti ma dentro, un’ape sicula diventa un banco di pesce fresco a vista che il cliente può scegliere. "Solo pesce fresco importato da Mazara del Vallo ogni giorno. Siamo siciliani al 100 per cento", dice Philip Guardione, chef e proprietario.

A New York arriva anche la nouvelle cuisine creativa siciliana di Francesco Pecoraro, chef siciliano di Filaga da un anno al timone di Autentico, a Oyster Bay, un’ora da Manhattan. "Propongo la rivisitazione del cannolo, la cassata scomposta, i frutti di mare  spolverizzati con mollica. Niente fritture, molti profumi e suggestioni".
Atmosfera da bar siciliano, caffetteria, pasticceria nell’angolo di Unico-Taste of Sicily, da poco aperto a Soho, nel Village. Unico punta sulla sicilianità al 100 per cento e l’autenticità, "Un progetto difficile ed ambizioso", dicono Federica Cipolla e Giovanni Patti, siciliani che hanno scommesso su questo progetto, "abbiamo ereditato una cucina che non ci appartiene, non ci identifica".
Con la nostalgia della Sicilia nel cuore, Vincenzo Realmuto da Baucina, in provincia di Palermo, esattamente un anno fa apriva Filaga, la prima pizzeria e rosticceria siciliana nel cuore del Chelsea Market, il mercato newyorchese più famoso e in voga dove, nel 2005, è stata aperta la prima gelateria siciliana. Francesco Realmuto, siciliano, anche lui di Baucina, da oltre 20 anni a NY, un passato da tagliatore di diamanti,ha vinto la sfida nell’aver fatto capire agli americani la differenza tra gelato italiano artigianale e l’ice cream americano.

Sventola orgogliosa la bandiera della Trinacria su Park Avenue, tra la 23esima e la 24esima strada. Ambasciatore dello street food siciliano è Alessandro Ancona, di Castellammare del Golfo, che va in giro per le strade della Grande Mela con il suo food truck giallo sfornando pizza a metro, arancini, panelle, sfincioni, anelletti al forno. La pietanza più apprezzata? "Le panelle". Quello che gli americani non riusciranno mai a mangiare? Forse il panino con la meusa. Ma chissà un giorno.
Un pezzo di storia siciliana passa necessariamente da qui. Siamo a Bensonhurst, nel cuore di Brooklyn, un tempo una delle roccaforti dei primi emigrati italiani oggi quartiere in via di gentrificazione. Tre generazioni e oltre 30 anni dopo, la pasticceria Villabate Alba rimane un’istituzione a New York. Sono stati i primi a fare conoscere i cannoli con la ricotta di pecora siciliana, la frutta martorana, le torte e i dolci come si preparano nelle pasticcerie dell’Isola. "Mantenere viva la tradizione dopo tanti anni si può", dice il titolare Emanuele Alaimo, 70 anni, arrivato a NY a 19 anni "solo offrendo l’autenticità di un prodotto".

Insieme a lui, fa parte ormai della storia anche Ferdinando's Focacceria, a Carrols Garden, sempre a Brooklyn. Dal 1904 (inizialmente il suo nome era Paul's Focacceria) la migliore tradizione palermitana, una volta era nelle mani di Ferdinando, chef palermitano nelle navi da guerra americane, oggi in quelle di Frank Buffa, genero di Fredinando, siciliano di Carini. "La mia cucina è palermitana, tradizionale, spartana, semplice ma vera: pane con le panelle, con la meusa, la caponata, la parmigiana, melenzane all’abbacchiata, la pasta con le sarde, che ha anche vinto un premio". Molti i vip che frequentano il suo ristorante: da Scorsese, Di Caprio a tutti i sindaci di NY. Frank allena e prepara il figlio Davide al passaggio del testimone. Il ragazzo, nato e cresciuto a NY ma con DNA siculo, promette di non cambiare la formula vincente del ristorante del nonno.

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11 aprile 2017
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