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Un viaggio lungo la "Strada regionale delle Ceramiche Siciliane"

Le "sei sorelle" della ceramica siciliana insieme per rilanciare un arte antichissima e preziosa

15 marzo 2024
Un viaggio lungo la ''Strada regionale delle Ceramiche Siciliane''

In questo articolo scoprirai:

Sono le principali città della ceramica siciliana, unite da un'arte che si tramanda di generazione in generazione; fanno parte dell'Associazione italiana città delle ceramiche e sono: Santo Stefano di Camastra (ME), Caltagirone (CT), Sciacca (AG), Burgio (AG), Monreale (PA) e Collesano (Pa).

L'arte della ceramica inizia dalla lavorazione dell'argilla...

Queste "sei sorelle" dell'arte ceramica si sono unite e hanno dato vita alla "Strada regionale delle ceramiche siciliane". Un'unione utile a valorizzare e rilanciare un settore che in Sicilia interessa 250 aziende - nelle quali operano duemila addetti - e che, prima con la pandemia ora con il caro energia, sta vivendo forti difficoltà.

Altra fase fondamentale dell'Arte della Ceramica è la decorazione a mano...

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"Un unione per programmare insieme azioni di sviluppo, investire in marketing e promozione commerciale e territoriale" spiegano dalle amministrazioni di Caltagirone e Santo Stefano di Camastra, città che incentrano le loro economie sulla produzione artigianale di ceramica di cui oggi sono i maggiore produttori dell'Isola.

Esemplari di ceramiche di Caltgiorone

L'obiettivo è quello di fare rete - cancellando ogni tipo di logica individualistica - per promuovere la filiera produttiva della ceramica artigianale; programmare azioni comuni di tutela che consentano la sopravvivenza delle aziende; implementare e rinnovare il sistema formativo per affrancarsi dalla necessità di dover attingere al mercato del lavoro straniero.

Di seguito, brevi profili che descrivono sinteticamente la storia dell'Arte della Ceramiche delle "sei sorelle".

La ceramica di Caltagirone

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La Ceramica di Caltagirone è una delle più conosciute d'Italia, nonché una delle più documentate e stilisticamente variegate.
Lungo la sua millenaria storia, Caltagirone è stata abitata dai Bizantini, dagli Arabi, dai Genovesi e dai Normanni, che hanno lasciato tracce nelle architetture, ma soprattutto nella produzione artistica legata alla ceramica. Infatti, grazie alla tecnica dell'invetriatura del vasellame, prezioso insegnamento degli artigiani arabi, Caltagirone acquisisce una primaria importanza nell'attività dell'artigianato ceramico tanto da essere chiamata il "Castello dei Vasi".

La scalinata maiolicata di Santa Maria del Monte di Caltagirone

Nel 1918, Don Luigi Sturzo fonda a Caltagirone l'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica, una scuola molto importante per la formazione di abili artigiani, in grado di custodire e fare tesoro di tutti quei segreti e di tutta quella passione che caratterizzano l'antica Arte della Ceramica. Arte che negli anni '50 vedrà nascere un proprio museo che, assieme al Museo di Faenza, è il più importante d'Italia per la documentazione dell'arte ceramica.

La ceramica di Burgio

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Già nel 1400 a Burgio (AG) si sfruttavano le cave di creta e l'uso della terracotta era per lo più orientato verso i laterizi ed il materiale da costruzione. Si costruivano tegole, mattoni stagnati e vasi. La notizia che Burgio, per la ricchezza delle materie prime reperibili in loco, era una cittadina ideale per impiantare botteghe, arrivò presto a Caltagirone, portata da alcuni maestri cordai che dal Calatino si spostavano nell'Agrigentino per vendere la propria merce. Il trasferimento favorì, così, la nascita di diversi impianti di stazzoni (botteghe) e forni.

Il borgo di Burgio

Tra i primi maestri calatini che si trasferirono a Burgio si ricordano Matteo Maurici (presente già nel 1590), Antonio Merlo e suo figlio Giacomo, Giovanni e Nicola Maurici. Quest'ultimo, addirittura, decise di vendere tutto a Caltagirone per trasferirsi a Burgio nel 1597 e qui iniziò, tra le altre cose, l'usanza di acquistare vasi in terracotta dai quartarari per poi smaltarli, dipingerli e venderli altrove. Da tutte queste attività derivarono molte entrate economiche ed il commercio si diffuse fino a zone molto lontane da Burgio.

Per diversi secoli i colori e i decori delle ceramiche di Burgio seguirono gli schemi di quelle calatine, fino alla seconda metà dell'Ottocento quando i colori caratteristici di queste ceramiche invetriate cambiarono: il giallo ocra come sfondo, il marrone delle linee realizzato col manganese e il verde ramina dei decori che ancora oggi si possono ammirare girando all'interno dei laboratori artigianali presenti nel borgo.
Diverse testimonianze di questa antica produzione artigianale si possono conoscere nel Museo della Ceramica di Burgio (MUCEB).

La ceramica di Santo Stefano di Camastra

Il belvedere di Santo Stefano di Camastra

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Visitando la città di Santo Stefano di Camastra (ME) è davvero molto facile notare gli affascinanti decori di ceramica che abbelliscono la città. Dalla fine del Settecento, infatti, si cominciò ad utilizzare la ceramica, fino ad allora adibita prevalentemente per la relizzazione di utensili e oggetti per la casa, per decorare e arricchire tutta la cittadina.

Ceramiche di Santo Stefano di Camastra

Le Ceramiche di Santo Stefano di Camastra si caratterizzano per i loro motivi floreali e per le colorazioni sgargianti, le quali spaziano prevalentemente dal blu cobalto al giallo miele e al rosso, colori che raccontano perfettamente i paesaggi della Sicilia.

Una delle tante botteghe di ceramiche di Santo Stefano di Camastra

Nel territorio Stefanese si concentrano una cinquantina di botteghe artigianali ufficialmente riconosciute per la loro produzione di vera Ceramica di Santo Stefano di Camastra, dalle quali è possibile acquistare splendide opere d'arte con forme e fantasie di ogni genere.

La ceramica di Sciacca

Ceramiche di Sciacca

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A Sciacca (AG) l'artigianato trova la sua massima espressione nella ceramica maiolicata. Si racconta che nel 1282 le fornaci producevano dei manufatti invetriati e le ceramiche ritrovate a Gela e ad Agrigento nei palazzi nobiliari del XVI al XVIII secolo provengono dai laboratori Saccensi.

Maioliche di Sciacca

Oggi a Sciacca esistono una cinquantina di botteghe artigiane che propongono numerose maioliche, come: vasellame da tavola, pupi, ceramiche d'arredamento, mattonelle votive, piatti, vasi e boccioni decorati con colori blu, verde ramina, giallo paglia, arancione e turchese che erano e sono rimasti cari ai maiolicari Saccensi.

La ceramica di Monreale

Il duomo e il monastero di Monreale

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Monreale (PA), fin dagli albori della sua fondazione in epoca normanna, è sempre stata contraddistinta da una forte vocazione artistica e artigianale. Quella della ceramica è un'attività artigianale ancora oggi vivace. In virtù della sua longeva tradizione storica e del suo radicato tessuto produttivo artigianale nel comparto, il Consiglio Nazionale Ceramico, ha riconosciuto la Città di Monreale come "Città di antica e affermata tradizione ceramica".

Teste di Moro di ceramica monrealese

La manualità dei maestri monrealesi e la qualità delle materie prime utilizzate, rappresentano ancora oggi gli elementi distintivi delle opere in ceramica della città normanna. L'alta qualità della produzione artigianale della ceramica monrealese è assicurata da un'attenta selezione delle migliori argille, mentre l'intero ciclo di lavorazione è svolto rigorosamente a mano.

Pigne di ceramica monrealese

A riprova di quanto l'arte ceramica sia legata alla città di Monreale basti pensare che qui si trova il pannello di maiolica più grande d'Italia. Esso si trova all'esterno dell'abside della Chiesa del SS. Salvatore ed è composto da 1500 mattonelle di ceramica maiolicata policroma, per una superficie di circa 50 metri quadri. L'opera, del 1715, viene attribuita al maestro Giorgio Milone che nella stessa epoca realizzò i pannelli maiolicati della cuspide del campanile della Chiesa Madre di Carini (PA).

La ceramica di Collesano

Il borgo di Collesano

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Studi approfonditi e ricerche archeologiche condotte nel territorio dimostrano che la storia della ceramica di Collesano ha radici antichissime. Numerosi, infatti, sono i ritrovamenti avvenuti su Monte d'Oro, antico sito abitativo non molto distante dall'attuale centro urbano, che testimoniano come la pratica figulina sia attiva sin dal VII secolo a.C.

Tipiche ceramiche di Collesano

Nei secoli successivi, per ricostruire la storia dell'arte degli stazzonari collesanesi, il documento più antico è datato al 1567 e attesta la nascita degli stazzoni nella città madonita. Allo stesso periodo risalgono alcuni resti di fornaci, che rappresentano il cuore della produzione della ceramica, tutte localizzate, non a caso, nei pressi di Borgo Stazzone.

Tra il '600 e il '700 Collesano ha conosciuto il boom di produzione nel settore che ha cominciato a dare i primi segni di cedimento a partire dal ‘800. La particolarità della ceramica collesanese è la varietà con la realizzazione di tantissimi prodotti. Da quelli per l'edilizia (tegole, catusi, mattonelle, etc) alla produzione per uso domestico popolare. Quest'ultima si identifica con tre colori: il verde ramina, il giallo paglino e il manganese, con le varie combinazioni in base all'estro dell'artigiano.

Esemplari di ceramica maiolicata di Collesano

Esemplari di ceramica di Collesano sono esposti in numerosi e importanti musei siciliani come il Museo etnografico siciliano Pitrè o a Palazzo Abatellis a Palermo ma anche al Museo internazionale della Ceramica a Faenza. Ancora oggi, il borgo è ricco di artigiani e imprenditori che con grande passione e amore portano avanti quest'arte antica.

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15 marzo 2024
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