Una Green credit card per le Isole minori siciliane
La carta sarà disponibile dal prossimo Marzo grazie all’accordo tra Ancim e Federalberghi
Una "Green credit card" con agevolazioni e servizi per i turisti delle isole minori, i cui proventi finanzieranno progetti di tutela ambientale e promozione culturale, specialmente nella bassa stagione.
È uno degli strumenti previsti dall'accordo firmato all’inizio di novembre a Favignana (Tp), tra l'Associazione Nazionale Comuni Isole Minori (Ancim) e Federalberghi in occasione di "Greening the Islands", la conferenza internazionale pensata per incrementare il turismo sostenibile nelle isole minori.
La carta, disponibile da Marzo, darà diritto a sconti alberghieri, prenotazioni prioritarie dei traghetti, servizi turistici sulle isole e ingressi agevolati nelle iniziative organizzate. L'accordo prevede anche il finanziamento di iniziative promozionali congiunte tra Ancim e Federalberghi per incrementare i flussi turistici fuori stagione, ad esempio organizzando esposizioni nelle strutture ricettive o creando supporti multimediali per valorizzare le risorse culturali e naturalistiche. Tra le azioni in programma, anche quelle per il recupero delle risorse termali, dei sentieri e dei vecchi terrazzamenti, con percorsi turistici la cui fruizione sarà realizzata d'intesa con parchi o riserve marine.
"L'accordo è particolarmente significativo perché mette le basi per un'interazione tra istituzioni pubbliche e private sulle isole minori - spiega Mario Corongiu, presidente di Ancim - puntiamo molto sulla diffusione della Green credit card come strumento di sensibilizzazione del turismo sostenibile".
"Per questo Federalberghi cercherà di utilizzare nelle proprie strutture sistemi sostenibili, come le fonti rinnovabili. È un punto di partenza", ha detto Christian Del Bono, presidente Federalberghi Isole Minori Sicilia.
Paradossalmente, il nostro Paese è il più avanzato sul fronte della sostenibilità ambientale, ma non ne beneficia come potrebbe: molte delle tecnologie utilizzate, come gli impianti di dissalazione alimentati con pannelli fotovoltaici, per fare un esempio, sono italiani, ma vengono utilizzate all'estero e non in Italia, per problemi burocratici o perché mancano ancora i decreti attuativi.